Ovviamente un’azienda come Gamakatsu non poteva rimanere insensibile al grande successo che questa tecnica ha in Giappone ed avrà nel prossimo futuro anche in Europa.
In Italia il fenomeno è già ben conosciuto, soprattutto nel centro Italia, dove vengono già organizzate gare con una certa frequenza in laghi nati appositamente per l’Area Try.
Chi non conosce la tecnica può rimanere sconcertato dall’azione molto “slow” che hanno tutti i modelli, anche quelli più potenti.
Da un certo punto di vista sembrano canne che non consentono di ferrare il pesce che in realtà si autoferra visto che il recupero deve essere fatto con canna a zero gradi rispetto al pescatore permettendo semplicemente al filo trecciato di assorbire il bite della trota.
L’azione profondissima consente poi di non slamare le trote, considerando che si usano ami singoli e spesso barbless.
L’offerta di Gamakatsu prevede sei canne: le XUL e le UL probabilmente troveranno maggiori consensi tra gli appassionati, fin quando però loro stessi non si accorgeranno che in Giappone, gli atleti più quotati, utilizzano le ML per vincere le gare…
60XUL La più leggera della famiglia, diretta discendente delle canne giapponesi, utilizzate in appositi laghetti da area game, piccoli e poco profondi, dove basta un ondulantino di 2,5 grammi per sondare tutte le fasce d’acqua.
60UL Simile alla precedente ma con un power casting più ampio, necessaria alla ricerca di trote in laghetti piccoli ma profondi.
60L Con questo modello cominciamo ad entrare in azioni forse più adatte ai laghi a pagamento di casa nostra, nati per tutt’altra tecnica di pesca e che mal si adattano ad artificiali ultraleggeri.
64UL Vale il discorso fatto