Il Sarago: Caratteristiche, Ambienti, Alimentazione e Tecniche di Pesca per Adescarlo

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In Italia, ma anche nel resto del Mediterraneo, i saraghi sono molto diffusi, essi appartengono tutti al genere Diplodus, afferente alla famiglia degli Sparidi. Le specie presenti in tale ambito sono cinque:

  • Sarago Sparaglione o Sparlotto
  • Sarago Fasciato 
  • Sarago Maggiore
  • Sarago Pizzuto 
  • Sarago Faraone

Seppur appartenenti tutti alla stessa famiglia, tali pesci hanno caratteristiche differenti, con peculiarità che li distinguono fortemente gli uni dagli altri, a partire da dimensioni e colorazioni degli stessi, ma anche dagli habitat colonizzati e dal tipo di alimentazione. E’ per questo motivo che adesso passeremo in rassegna ciascuna specie, al fine di esaminare a fondo le similitudini e le differenze che intercorrono tra loro.

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Sarago Sparaglione (Diplodus annularis)

E’ un pesce tipico degli ambienti portuali, ma molto diffuso anche in scogliera. Ben riconoscibile per la tipica livrea tendente al rosa o al violaceo e le pinne pettorali di un color giallo acceso, si nutre di alghe, cozze e di tutti i microrganismi che si trovano in prossimità dei precedenti alimenti.

E’ il sarago più piccolo in termini di dimensioni, generalmente non supera in 20-25 cm di lunghezza ed i 2-3 etti di peso. E’ un pesce molto parassitato, frequentemente, infatti, è possibile rinvenire su di esso uno o anche più esemplari di “pulci di mare”, spesso non solo sul corpo, ma anche all’interno della cavità orale. In porto, solitamente è il primo pesce ad abboccare, è infatti un pesce di tana, stanziale, arrivando pertanto per primo sull’esca, in attesa che entrino in pastura pesci ben più importanti come spigole ed orate.

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Lo stesso ragionamento vale anche in scogliera, a mare calmo, mentre in scaduta, la cattura dello sparlotto non è un buon segno, esso, infatti, è l’ultimo pesce ad abboccare, o meglio a nutrirsi a causa della gerarchizzazione che avviene durante la fase alimentare. Pesci di dimensioni maggiori, e quindi più forti, come spigole, saraghi maggiori e orate, tendono a nutrirsi per primi pertanto lo sparaglione riesce a ghermire le nostre esche solo ed esclusivamente quando l’attività alimentare degli altri pesci è cessata.

Essendo una preda di piccole dimensioni, non è un gran combattente, ma anche se non riesce ad emozionarci una volta in canna, talvolta aggrada le nostre battute di pesca lasciandosi ammirare per i colori tipici della sua stupenda livrea.

Sarago Fasciato (Diplodus vulgaris)

Conosciuto anche con il nome di sarago “Testa Nera”, si distingue dagli altri Sparidi per avere due larghe fasce nere verticali ben definite, la prima in prossimità dell’opercolo branchiale, mentre la seconda, invece, si rinviene sul peduncolo caudale. Sono anche presenti lungo i fianchi, una serie di sottili linee dorate orizzontali.

Per quanto riguarda le dimensioni, questa specie raramente supera il mezzo chilo di peso, collocandosi così, a livello dimensionale, in una fascia intermedia tra lo sparlotto ed il sarago pizzuto o maggiore. Rispetto allo Sparaglione, il Fasciato è un pesce gregario, vive spesso in branchi e talvolta si può incontrare misto ad altre specie, generalmente lo si trova mischiato a saraghi Maggiori.

La sua alimentazione è quella classica di un po’ tutti gli Sparidi, crostacei, molluschi, cefalopodi e vermi marini costituiscono infatti la dieta che li accomuna. Più raro in scogliera artificiale, o perlomeno in quelle posizionate su fondali prettamente sabbiosi, trova invece il suo habitat ideale in scogliera naturale. Qui, tornando alla gerarchizzazione citata antecedentemente, possiamo dire che il fasciato si colloca un gradino sopra lo Sparaglione, ed uno sotto il Pizzuto o il Maggiore.

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A seguito delle varie esperienze di pesca in scogliera naturale, infatti, possiamo asserire che dopo lo Sparlotto, il Fasciato è il pesce appena sopra nella scala sociale durante la fase alimentare, quando lo catturiamo, o ne catturiamo alcuni esemplari, dobbiamo stare all’occhio, lo step successivo, infatti, sarà caratterizzato dall’entrata in attività di pesci importanti, che potranno essere saraghi Maggiori o Pizzuti di taglia, come anche spigole o orate. Nonostante non riesca a raggiungere pesi eccessivamente importanti, un fasciato di quattro etti, mezzo chilo, è un pesce che una volta in canna ci farà sicuramente divertire.

Sarago Maggiore (Diplodus sargus)

E’ indubbiamente il sarago più diffuso, colonizza infatti ambienti diversi, principalmente scogliere naturali e artificiali, ma lo si può trovare anche all’interno dei porti e persino in zone salmastre dove la salinità però, non sia troppo bassa. Si riconosce bene per essere caratterizzato da cinque linee nere verticali sul corpo, una macchia nera sul peduncolo caudale, e per l’avere le pinne ventrali di colore nero bordate da una riga bianca.

Rispetto agli altri saraghi raggiunge dimensioni importanti, può infatti superare i due kg di peso. E’ un pesce che negli stadi giovanili tende ad essere gregario ed a vivere in branchi, mentre in età adulta, con l’aumentare delle dimensioni, diventa solitario.

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Il sarago Maggiore è il vero e proprio Re della scogliera, tra i saraghi è la specie più grande, più forte, (vista la rarità del sarago Faraone sulle nostre coste) e quando entrano in attività alimentare gli esemplari più grossi, gli altri, più deboli, rimangono ai margini della mangianza. Per il pescatore da terra è una delle specie più ambite e difficili da catturare, nonostante sia un pesce molto diffuso, è molto diffidente, specie gli esemplari più grandi.

L’abboccata è solitamente rapida e furtiva, meno quando lo si trova lontano da ripari, in spazi aperti, condizione che si verifica esclusivamente con mare mosso o durante le ore notturne. Spesso, invece, specialmente in scogliera artificiale, tende a ghermire rapidamente l’esca, talvolta non la inghiottisce, ma la tiene saldamente tra le mascelle per poi mangiarsela con tranquillità all’interno della propria tana.

E’ per questo che il sarago Maggiore ci impone di utilizzare terminali ed ami importanti sia come diametro che come dimensione, per poter forzare il pesce durante il combattimento, impedendogli di entrare rapidamente in qualche anfratto, al fine di evitare l’abrasione della lenza sugli ostacoli sommersi, cosa che porterebbe alla rottura del terminale ed alla conseguente perdita del pesce.

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Sarago Pizzuto (Diplodus puntazzo)

Come livrea è molto simile al maggiore, la vera differenza invece, dal punto di vista morfologico, risiede nell’apparato boccale, il Pizzuto, infatti, si distingue dagli altri saraghi per avere un profilo frontale concavo anziché convesso, come si riscontra invece negli altri Sparidi.

A differenza del Maggiore, tende molto meno ad intanarsi una volta allamato ed anche le abitudini gregarie sono meno spiccate, spesso tende a spostarsi in coppia con un altro individuo di pari dimensioni. La sua dieta è in parte diversa rispetto agli altri saraghi, per certi versi assomiglia di più a quella di una salpa, il pizzuto, infatti, si nutre principalmente di alghe, anche se non disdegna molluschi e altri invertebrati.

Frequente è la sua cattura con la cozza, specie se sgusciata, più rara, invece, mediante l’innesco del bigattino. E’ diffuso un po’ in tutti gli ambienti, frequenta infatti sia scogliere naturali che artificiali ed è tipico abitante dei porti dove solitamente si cattura con assiduità.

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Sarago Faraone (Diplodus cervinus)

Simile agli altri saraghi per morfologia, si differenzia invece per la sua tipica livrea, essa è caratterizzata da 5-6 bande nere verticali, larghe ed accentuate, talvolta tendenti più al marrone scuro che al nero.

E’ il gigante dei saraghi mediterranei, può raggiungere e superare i 3 kg di peso, anche se in Italia, però, è una specie abbastanza rara, nonostante ciò sembra essere una cattura un po’ più frequente sulle coste della Sicilia. Lo si rinviene esclusivamente su fondali caratterizzati da roccia naturale dove essendo una specie onnivora, si nutre sia di organismi vegetali che animali.

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