Beach Ledgering : l’Equilibrio nell’Attrezzatura

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Sfruttando la Spiaggia

Stabilendo come principio di base che le nostre spiagge, con le dovute eccezioni, sono caratterizzate da fondali bassi e che le mareggiate procurano un allontanamento del pesce che cerca riparo (e non a centocinquanta metri dalla riva!), le condizioni ideali per poter svolgere una buona azione di pesca sono rappresentate dalla scaduta o dalla fase montante della stessa.

In alternativa, per chi non può proprio farne a meno di pescare durante una mareggiata, è la ricerca di qualche ansa o buca che a volte si forma a ridosso della battigia, dove una profondità maggiore porta ad un appiattimento dell’onda che produce il così detto effetto “laghetto”.

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Tra l’altro, generalmente nelle nostre spiagge le mareggiate scarseggiano e le scadute hanno vita breve. Per cui spesso si va a pescare con mare calmo o poco mosso e anche nei periodi estivi che si mostrano generalmente pescosi.

Sta quindi prendendo sempre più piede la pesca diurna dalla spiaggia.

L’equilibrio nell’attrezzatura

Da tutto questo rinasce, la necessità del “leggero”. Si potrebbe dire che il beach ledgering rappresenta la tecnica più leggera che si svolge con attrezzature estremamente sensibili e zavorre fino agli ottanta grammi di peso (senza dettare canoni, perché non sarebbe regolare) utilizzando canne che partono dai 4 fino ai 5 m in grado di gestire piombature dai 30 agli 80 grammi, cioè sino alla soglia del light fishing che prevede grammature varianti dagli 80 ai 140 g.

Nella sostanza si ricade nel solito principio classico di tutte le pesche, cioè la sensibilità: dove questa garantisce una maggior pescosità.

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L’agonismo della Canna da Riva insegna! Le basi fondamentali del beach ledgering sono rappresentate dalla tenuta del piombo al moto ondoso e dalla distanza di lancio.

Il Piombo e il Trave

Considerando che buona parte della sensibilità dipende dal piombo, questo dovrà essere scelto con molta attenzione, cercando di utilizzare il minor peso possibile in rapporto alle reali necessità.

Oggi il mercato offre canne specifiche che ci permettono di affrontare in tutta tranquillità anche situazioni di scaduta con piombi leggeri e per cui soprattutto quando il mare è calmo dovremmo porre la massima attenzione al peso dei piombi utilizzati.

L’esperienza ha insegnato che un piombo dal peso di 70/80 g utilizzato con una canna dotata di una vetta adeguata e con un buon trave dello 0,25/0,30 (l’altro vantaggio della pesca moderna è senz’altro la reperibilità sul mercato di monofili di altissima qualità rispetto ad un decennio fa) è molto più stabile se paragonato ad un piombo di 140 g utilizzato con travi di diametro dello 0,40.

Sostanzialmente la stabilità del peso viene data dalla lenza a cui è appeso ed inoltre una vetta adeguata al giusto piombo evita notevolmente il noiosissimo effetto dello “spiombamento”.

Valutando che in spiaggia il pesce va cercato a tutte le distanze a portata di canna, ma che innanzitutto la zona di pesca nelle prime fasi della battuta va “esplorata”, il compito principale al quale il pescatore deve assolvere è la ricerca del miglior equilibrio tra attrezzatura e piombo anche quando è necessario effettuare lanci particolarmente lunghi.

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Le moderne canne da pesca e l’uso in bobina di fili particolarmente sottili, permettono oggi al pescatore ben preparato di poter svolgere le azioni di pesca anche oltre i cento metri.

Fino a qualche anno fa la classica canna da beach ledgering si caratterizzava dall’essere dotata di più vettini ad innesto ognuno adeguato ad un certo peso; ma spesso l’attrezzo risultava limitato nella ricerca del lancio più lontano pur consentendo l’uso di piombature diverse.

Attualmente il “beach men” ricerca attrezzi molto specifici e mirati; infatti si sta diffondendo l’uso di canne a tre pezzi e di telescopiche fino ai 5 metri con range di lancio ben definito (classico il 40/80 g) dotate di un’unica vetta, ma che permettono gittate notevoli pur mantenendo la giusta sensibilità ad ogni distanza.

Non trascuriamo un fatto importante: l’equilibrio nel beach ledgering è totale; per cui canne , mulinelli, fili e terminali dovranno essere perfettamente proporzionati.

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Conclusione

In sintesi, anche sulla spiaggia l’ottimizzazione alla massima sensibilità si dimostra necessaria considerando che in buona parte dei nostri litorali anche in condizioni di piatta totale ci sono occasioni di massimo divertimento e le catture prevalentemente di orate, spigole e mormore ne sono l’esempio più significativo..

Dal punto di vista della distanza di lancio è stato messo in luce che il pesce è catturabile anche a pochi metri (vedi le spigole durante una mareggiata). Certo che se ci trovassimo a pescare avendo una secca di fronte a oltre 120/150 metri converrebbe spostare la postazione di qualche decina di metri.

Per cui l’intento principale di chi si reca in spiaggia a pescare dovrebbe essere la ricerca delle eventuali prede a tutte le distanze gestibili e non solo come dicono gli inglesi “ over sea”.

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