Il mese di marzo, di solito alterna giornate favolose, ad altre più difficili e con temperature talvolta proibitive. Un mese dove la scelta dello spot diventa determinante se vogliamo evitare il cappotto...imprevedibile, insomma!
Marzo 2013 – dopo una freddissima mattinata molto povera di catture, ma ricca di emozioni mi appresto a bere un the caldo per rifocillarmi e capire dove ho sbagliato. Del resto l'ho già scritto più volte, marzo è un mese difficile che, anche durante l'arco di una giornata di pesca le condizioni possono cambiare totalmente, magari le temperature si alzano durante le ore centrali e basta qualche schiusa importante a mettere in attività quei pesci che, fino a quel momento erano piantati sul fondo.
Quindi la parola d'ordine è quella di non mollare, ma continuare, magari cambiando spot, possiamo raddrizzare una giornata iniziata in modo negativo dal punto di vista alieutico perché l'essere a pescare in mezzo alla natura deve farci sentire dei privilegiati.
Pescare selvatiche vuol dire sfidare pesci veri, che hanno maturato nel tempo una innata astuzia. Non sarà facile, ma proprio per questo dobbiamo mettere in campo tutta la nostra esperienza.
Individuare i momenti di attività
Marzo è comunque un mese che ci traghetta lentamente verso la primavera, quindi anche le temperature subiscono, dalle minime alle massime, forti escursioni termiche, quindi, anche l'acqua del torrente, se non è viziata troppo dal disgelo, risentirà di questi sbalzi termici, favorendo anche qualche schiusa che metterà in attività le trote.
Questo me lo ha insegnato la pesca a mosca. Si tende ad essere più attenti quando ci si concentra su un unico obiettivo, del resto pescando a verme talvolta non ci facciamo nemmeno caso alle schiuse e ai pesci che bollano. Invece, quando l'obiettivo è quello di catturare la prima trota della stagione “a secca” l'ingegno e la vista si aguzzano delimitando le zone e scorgendo il pesce in attività.
Se le condizioni meteo rimarranno stabili nel tempo, potete rimetterci l'orologio con la schiusa perché, più o meno partirà sempre nello stesso lasso temporale e, se noi saremo lì, le catture arriveranno di sicuro. Anche pescando a verme.
Una valutazione importante
Durante tutti questi anni passati a pescare in torrenti e fiumi esposti più o meno a temperature ed agenti atmosferici diversi, ho notato che se non abbiamo il fondale del colore giusto possiamo pescare anche un'intera giornata con temperature miti, ma le catture saranno per lo più sporadiche.
A colpo d'occhio un corso d'acqua che ha un fondale “maturo” , di colore marrone tendente al vinaccia, sarà sicuramente da prendere in considerazione. Sicuramente sotto a quel sottile strato di alghe la fauna bentonica prolifera, vive, si muove. Al contrario di un corso d'acqua con ciottoli levigati, puliti, vitreo dove vedere una larva è un'impresa! Questo corso d'acqua, magari in questo periodo soffre delle basse temperature, l'acqua è fredda, “inospitale” , diventerà buono con il passare del tempo e, se ci starete attenti, vedrete lentamente “maturare” il fondo. Ecco, quello sarà il momento giusto per tentare!
Il tratto giusto
Il senso dell'acqua e del pesce qualifica il pescatore qualunque sia la tecnica che impiega. La differenza la fanno queste due qualità più o meno innate dentro ogni individuo. L'esperienza e la conoscenza dello spot faranno il resto. Puoi essere bravo quanto vuoi, ma se sbagli approccio e strategia sei “fottuto”. La scelta del tratto di torrente da battere è fondamentale e viene dettata dall'esperienza, dallo storico, dal tempismo.
Nelle giornate miti, dove il risveglio è dietro l'angolo, meglio scegliere un tratto dove le zone di corrente sono superiori alle postazioni più profonde. Infatti, le trote si sposteranno in queste zone attirate dal cibo portato dal torrente. Anche nelle zone più profonde, le troveremo nella parte finale dove l'acqua è più bassa. Però, questo accadrà solo in precisi momenti della giornata quando accade quello di cui sopra. Questi sono tratti ottimi per essere affrontati nelle ore calde del giorno.
Come pescare
Questi momenti sono effimeri, proprio come gli insetti che mettono in attività i pesci. Spesso, finita la schiusa, abbiamo qualche altro minuto per catturare qualche pesce, poi sarà deserto totale!
Pescheremo a risalire impiegando una leggera otto metri ad azione progressiva mulinello a bobina chiusa caricato con dello 0,20 di colore bianco o giallo in modo da avere sempre sotto controllo visivo la scesa della lenza verso valle. Alla lenza madre collegheremo con un nodo di sangue uno spezzone di nylon dello 0,16 lungo circa 120 cm dove legheremo un amo del n. 8 privato dell'ardiglione. A circa 25-30 centimetri fisseremo degli stick di misura adeguata, consiglio quelli di 1,75 mm perché essendo di diametro sottile “passano” meglio tra i ciottoli del fondale. Ne metteremo tanti quanto basta per far fare all'esca una passata naturale.
Esche & Inneschi
Il lombrico di terra sarà l'esca che andremo ad utilizzare. Cercheremo di impiegare vermi di taglia media. Consiglio il veronese mezzano un verme che si presta molto bene ad essere innescato su ami del n. 8. Provare per credere!