Dopo aver visto una breve introduzione sulla pesca a feeder, ed aver parlato delle origini della tecnica e delle attrezzature di base (canne e mulinelli) oggi entriamo nel vivo del microcosmo feeder parlando proprio degli accessori che rendono unica la pesca a legering: i pasturatori.
Nonostante la semplicità di questi piccoli accessori sia spesso disarmante, e anche il concetto che ne sta alla base sia apparentemente ovvio, ci sono voluti anni per affinare forme e tipologie, tant'è che ancora oggi ci si deve aspettare sempre che il mercato sforni dei feeder semplici ma “rivoluzionari” allo stesso tempo.
Cos'è un feeder? Il termine italiano forse aiuta di più anche i profani della tecnica a capire immediatamente di cosa stiamo parlando: Pasturatori, ossia dei piccoli contenitori che possono essere collegati alla nostra lenza per fornire alle nostre prede una discreta quantità di pastura proprio in prossimità dell'amo innescato.
Chi si avvicina alla pesca a feeder però si renderà subito conto della grande varietà di forme, pesi e dimensioni delle varie tipologie di pasturatori offerta dal mercato.
Abbiamo detto quanto il legering sia una tecnica polivalente, che ci consente di insidiare un altissimo numero di specie ittiche. Ovviamente anche le esche varieranno in funzione delle prede e di conseguenza anche i tipi di pasture.
Ma l'utilizzo di diversi tipi di esche non sono l'unica ragione che spiega tanta varietà fra i diversi tipi di feeder. Anche le peculiarità dell'ambiente di pesca influiscono parecchio, e ad esempio la pesca in acque ferme necessità di determinate forme mentre quella in corrente di altre, oltre che di un differente bilanciamento dei pesi e diverse dimensioni.
Altra necessità che porta a delle forme particolari è la distanza di pesca, pertanto un feeder per utilizzare come pastura ad esempio dei bigattini può avere una forma se per la pesca a breve/media distanza e una forma molto diversa per la pesca a grandi distanze.
Vista la grande vastità di forme e tipologie è spesso difficile, soprattutto per i neofiti racapezzarsi nella scelta del giusto feeder. Vediamo insieme una rapida carrellata delle principali categorie di pasturatori:
Block-end: Si tratta della tipologia più classica, ha origine dai primi feeder realizzati artigianalmente da dei bigodini per capelli, si tratta sostanzialmente di piccoli contenitori cilindrici con dei fori e con le due estremità chiuse.
Da un lato il pasturatore è tappato in modo fisso, dall'altro il tappo si può aprire e chiudere facilmente per consentire di inserire la pastura all'interno.
L'attacco alla lenza avviene tramite un gancetto, un elastico o un astina in plastica. Possono essere piombati sia sull'estremità chiusa in modo fisso sia su un lato lungo del cilindro.
Nel primo caso si avrà un feeder da poter scagliare a grande distanza, nel secondo invece un pasturatore meno aerodinamico ma più stabile in acqua.
La forma può essere cilindrica o schiacciata a seconda che si tratti di un feeder da acque ferme o di un feeder da acque con forti correnti.
Open-end: Si tratta di una diretta derivazione dei pasturatori chiusi, ottenuta semplicemente eliminando alle due estremità i “tappi” di chiusura. Quello più classico è un semplice cilindro di plastica con un piombo schiacciato fissato per lungo e dei fori per favorire la fuoriuscita della pastura.
Questi pasturatori sono nati per migliorare e velocizzare la fuoriuscita di pasture derivate da sfarinati o da mix di sfarinati e bigattini e/o mais.
L'attacco alla lenza è solitamente fissato o direttamente ad una estremità o al piombo, per mezzo di un elastico, di un gancetto o di una astina in plastica.
Cage feeder: Come dice il nome stesso si tratta di “gabbiette” metalliche (originariamente ottenute da pezzi di rete per la recinzione dei pollai!) con un aggancio per la lenza e un piombo. Sono un particolare tipo di open end feeder, e massimizzano l'utilizzo di pasture sfarinate, soprattutto in acque con corrente.
Method feeder:Potremmo definire i method feeder una ulteriore evoluzione degli open end feeder, estremizzata per consentire ai pesci grufolatori più smaliziati e di maggior taglia di usufruire con maggiore immediatezza della pastura.
In sostanza si tratta di una lastra di piombo solitamente con forma a goccia, con un tubicino che consente il montaggio in-line del pasturatore, e delle appendici che favoriscono il trattenimento della pastura sul feeder.
L'esca viene presentata in mezzo all'agglomerato di pastura ed è immediatamente accessibile ai pesci.
Ne esistono varianti realizzate con una sorta di “molla” di filo metallico fissata a spirale su un piombo scorrevole di forma allungata.
Pellet feeder: l'avvento del legering anche in ambienti commerciali come i laghetti privati ed i carpodromi ha portato allo sviluppo di tecniche ad hoc per tali ambienti. Fra queste l'utilizzo come esche dei pellet.
Per poter veicolare come pastura queste esche sono nati i method feeder, ossia dei pasturatori in-line (cioè col filo che ne scorre all'interno e non fissati per una estremità) con solo metà del corpo coperto in modo da consentire di trattenere i pellet inumiditi e di rilasciarli poi in acqua.
Sticky maggot feeder: Si tratta di una variante dei pellet feeder con dei fori sulla parte coperta del pasturatore ed è pensato appositamente per l'utilizzo dei bigattini incollati.
Floating feeder: Sono pasturatori open end che ad una estremità presentano una “cupola” di materiale galleggiante che consente l'utilizzo del feeder nella pesca dei pesci sospesi, garantendo la possibilità di pasturare dall'alto e non esclusivamente sul fondo.
Prossimamente approfondiremo il discorso su queste differenti categorie di feeder vedendo le peculiarità di utilizzo di ogni tipologia.