Pellet Waggler: Scelta ed Utilizzo del Galleggiante Inglese per la Pesca con i Pellet

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Pellet waggler e speci-waggler sono i nomi con cui viene designato uno speciale galleggiante all'inglese che, come fa capire il primo dei due nomi, è particolarmente indicato per l'uso del pellet.

Nel presente articolo vengono illustrati alcuni utilizzi di questo tipo di waggler nei laghetti commerciali, dove in genere l'esca principe è appunto il pellet.

Nell'ampia gamma dei wagglers oggi disponibile sul mercato (in prevalenza su quello inglese, com'è comprensibile che sia, essendo l'Inghilterra la patria del Waggler Fishing) ne esiste uno speciale tipo chiamato pellet waggler o speci-waggler che è particolarmente adatto per la pesca con il pellet, l'ormai popolarissimo mangime in grani molto usato soprattutto nei laghetti di pesca sportiva.

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Nel presente spazio illustreremo alcuni utilizzi specifici per il contesto dei laghetti, suggerendo anche un paio di soluzioni tecniche utili in generale a rendere più efficace l'innesco del pellet.

Il classico

Il pellet waggler classico è costituito da un corposo cilindro di balsa (alcune ditte ne producono anche dei modelli in poliuretano, materiale un po' meno resistente, ma molto più leggero) e da un “peduncolo” di plastica infilato alla base.

Nel foro del peduncolo va fatto passare il filo del mulinello (meglio, però, inserire il “peduncolo” in un float adaptator, un apposito adattatore in gomma munito di girella utile a scaricare le rotazioni che il galleggiante compie nel lancio e nel recupero e che torcerebbero dannosamente la madrelenza) onde consentire il bloccaggio del waggler sul trave con il tradizionale bulk di piombi inglesi (i cosiddetti BB, AAA ed SSG).

Piombi che provvedono anche a tarare il waggler medesimo (per intero nel caso si usi un pellet waggler del tutto privo di piombo, solo in parte nel caso invece se ne usi uno di quelli già parzialmente piombati).

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Nei laghetti, di solito la pesca con il pellet waggler viene impostata ad una distanza da riva che va dai venti ai trenta metri circa e prevalentemente in superficie, o tuttalpiù a mezzo fondo.

Questo in virtù dell'abitudine che in questi ambienti hanno spesso i pesci di portarsi negli strati d'acqua superficiali in quanto attratti dalla pasturazione che li mette in forte competizione alimentare (un fenomeno che si verifica soprattutto nella stagione estiva, periodo di maggiore attività di questi pesci).

In una circostanza del genere, l'impatto un po' rumoroso del voluminoso pellet waggler sull'acqua contribuisce ad attirare, piuttosto che a spaventare, il pesce presente in pastura, abituato com'è ad associare all'elargizione di cibo il rumore prodotto da qualsiasi cosa che cade in acqua.

Ne è prova il fatto che, sovente, l'abboccata avviene pochi istanti dopo l'impatto del waggler sull'acqua, sviluppandosi inoltre con una certa violenza), e comunque può essere una buona tattica anche quella di recuperare per un brevissimo tratto il pellet waggler sull'area di pasturazione subito dopo aver pasturato, di modo da far ripetere al pellet innescato la calata assieme ai pellets fiondati come pastura, una tattica particolarmente valida in caso di pesci che mangiano con diffidenza.

Il mini-pellet waggler

La propensione che nella maggior parte dei laghetti il pesce manifesta a cibarsi delle esche gettate nel sottosponda ha suggerito l'idea di far costruire dei mini-pellet wagglers da impiegare proprio nella pesca sottoriva, sia a galla che sul fondo.

Si tratta di galleggianti da pesca, perfetti mini-pellet wagglers in poliuretano ed in balsa nelle misure 0,30 g e 0,50 g tra l'altro, molto richiesti anche per la pesca a galla con la roubaisienne.

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A dispetto della loro leggerezza e delle loro piccole dimensioni, questi galleggiantini all'inglese hanno un'ottima stabilità in acqua ed inoltre, nella pesca a galla, sono perfettamente in grado di reggere anche il peso di un pellet da 8 mm messo sull'amo (con un'adeguata dose di piombo in difetto, logicamente).

Questo grazie alla loro forma tozza, ma soprattutto al segnalatore ricavato dal corpo stesso del galleggiante a conferire a quest'ultimo una maggiore propensione al galleggiamento, proprio come nel caso dei classici pellet wagglers.

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Pasta di pellet sul pellet innescato

Un “trucchetto” molto efficace per rendere ancora più adescante il pellet innescato consiste nello stringere sopra quest'ultimo una manciatina di pasta di pellet (pasta che si può preparare sfaldando un po' di pellet del tipo morbido, oppure di quello duro e ammorbidito con un'opportuna bagnatura).

La pasta, infatti, rilascia in acqua un'intensa scia oleosa e odorosa che tende a provocare un immediato e irresistibile richiamo del pesce verso l'esca.

Nella pesca in laghetto è frequente imbattersi nel problema di sbagliare la ferrata, mancando il pesce o allamandolo sul corpo piuttosto che in bocca (allamatura assai precaria, alla quale nella maggior parte dei casi segue la slamatura della preda ancora in acqua).

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Il fenomeno può dipendere da vari fattori (mancata individuazione della giusta profondità di pesca, eccessiva concentrazione di pesce in pastura con conseguenti false abboccate prodotte dai pesci che si sfregano alla lenza, eccetera), tra cui c'è quello di un innesco eseguito in maniera impropria.

In quest'ultimo caso, abbiamo riscontrato che la posizione del pellet messo in deriva sull'amo mediante l'apposito anellino in gomma influisce moltissimo sulla dinamica della ferrata del pesce: infatti, tra i vari punti dell'amo in corrispondenza dei quali posizionare il pellet, ce n'è solo uno che permette di minimizzare le ferrate a vuoto.


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