Rockfishing e Grosse Prede

Rockfishing

Comunemente definita “pesca dalle rocce”, il rockfishing è un insieme di tecniche (pesca a fondo, teleferica, balooning), che mira alla cattura di grossi predatori dalla costa, sostanzialmente differente dal “light rock fishing”.

Lo scenario ideale in cui si svolge una battuta di rock, è rappresentato da scogliere la cui battigia si trova ad alcuni metri sul livello del mare, e da fondali misti che si degradano velocemente.

Per il Rock Fishing l’obbiettivo è la cattura del grosso predatore ed ogni tecnica possibile è valida per raggiungere lo scopo.

Tipiche prede che si possono insidiare sono carangidi (ricciole e leccie), tunnidi, e grossi sparidi (dentici, orate e saraghi), caratteristiche dei fondali spesso ostili che imporranno al pescatore l’utilizzo di attrezzature molto robuste e di alta affidabilità e resistenza.

Si consigliano canne robuste ripartite con C.W. di 4-8 oz e di lunghezza compresa fra i 3,60 m e i 4,20 m, finali in ottimo fluorocarbon, ami zerati e “minuteria” da pesca a traina. I mulinelli, proporzionati alle canne, devono essere affidabilissimi e capienti, con frizioni graduali facilmente accessibili e con un buon rapporto di recupero.

Le condizioni ottimali per praticare il Rock Fishing sono quelle con mare mosso o in scaduta che di solito scatena l’aggressività e l’appetito delle grosse prede.

E’ una tecnica prevalentemente diurna e dà scarsi risultati di notte: le ore migliori sono quelle dell’alba e del tardo pomeriggio fino a tramonto inoltrato.

Le esche utilizzate nel Rock Fishing si possono dividere in due categorie: per il rock “leggero” e per il rock “pesante”, ma molte esche classiche, come la sardina, fanno parte di entrambe le categorie.

 
 

Per il rock leggero utilizzeremo vermi (tremoline, bibi, verme americano, murriddu), sarde a tranci o a filetti, gamberi, murici, paguri, mitili (cozze), granchi, tranci di seppia o calamaro.

Per il rock pesante si impiegano: sarda a tranci o intera, piccole seppie intere, piccoli polpi, salpe e occhiate (vive o morte), piccoli cefali (vivi o morti), grossi murici e grossi bibi.

La pastura viene comunemente impiegata in questa tecnica, sia per attirare pesci esca, sia per creare un ambiente attirante attorno alle nostre esche..

Uno dei problemi maggiori di chi pratica il rockfishing, è rappresentato dalla possibilità di rimanere incagliati durante l’azione di pesca, soprattutto nella fase di recupero.

In questi casi, se le condizioni meteo marine ce lo permettono, possiamo adottare uno stratagemma utilizzando dei piombi modificati e alleggeriti, che consentirà loro di risalire più velocemente, riducendo il rischio di restare agganciati al fondo.

Basterà inserire la zavorra all’interno di comuni sugheri da reti di posta, allargando il foro centrale per consentire l’alloggiamento del piombo al suo interno. I Roccotop e gli Sporten sono i modelli che ben si prestano a tale soluzione.

L’impiego di un piombo modificato, risulta vincente nella pesca dei saraghi, dei dentici a fondo, e in tutti i casi in cui, indipendentemente dall’insidiosità del fondale, desideriamo catturare prede sospettose o diffidenti.

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