Come Pescare le Trote in Torrente in Acque Di Coda

“Loro non hanno bisogno del progresso, ma solo di essere tutelate da esso.”

Dopo un marzo difficile, ma ricco di catture anche molto interessanti, adesso ci dobbiamo scontrare con aprile che, sicuramente ci farà penare se non dedichiamo molta attenzione alla scelta dello spot. E' il momento di privilegiare i torrenti che si trovano a bassa quota con acqua non “viziata” dallo scioglimento della neve, oppure quelli che mantengono una temperatura e portata idrica costante nel tempo: risorgive e tail water. Sono le tail water l'argomento principale di questo pezzo.

Tail water, acqua di coda, un concetto che trova le sue origini negli USA dove sono molti i fiumi interessati da opere idrauliche anche di grandissima importanza, ma che, al di sotto di esse, l'acqua scorre con un deflusso minimo vitale calcolato a dovere e imposto dalle autorità in modo serio. Tutto questo fa vivere il corso d'acqua in maniera esemplare dove insetti, trote e altre forme di vita proliferano senza problemi. Torniamo in Italia, però, dove le regole sono assai diverse, anzi dove non ci sono regole, dove ognuno fa come vuole, dove ancora nessuno è riuscito a quantificare il famoso deflusso minimo vitale, dove le trote selvatiche continuano a vivere seguendo uno dei concetti di evoluzione darwiniana che recita più o meno così: “non è la specie più forte a sopravvivere, ma la specie più predisposta al cambiamento”. Anche perché il flusso di corrente al di sotto delle dighe non è mai uniforme, ma può variare con sbalzi importanti che mettono a dura prova anche la più selvatica delle trote. Fortunatamente, ci sono anche delle eccezioni, acque di coda che mantengono un flusso di corrente omogeneo dove le trote crescono, diventano selettive, difficili e quindi affascinanti da affrontare.

Ambienti particolari

Le tail water sono apprezzate da molti pescatori di selvatiche perché sono spot molto tecnici da affrontare con qualsiasi tecnica di pesca. Tocco, mosca o spinning, qui ci scontriamo con pesci selvatici che vivono la quotidianità al riparo delle correnti, delle schiume, stazionano in postazioni talvolta impossibili da raggiungere a causa della corrente, oppure impossibili da pescare nel senso che, magari l'esca riusciamo a lanciarla nel punto giusto, ma a causa di correnti indomabili, non riusciamo a tenerla in zona, quindi risulta vano ogni tentativo.

Ecco perché in questi spot ci sono trote selvatiche e anche di buone dimensioni, perché oltre all'abbondanza di cibo, esiste anche una notevole difficoltà nell'affrontare lo spot. Quindi cerchiamo di sfruttare al meglio tutte quelle postazioni che esso ci offre nel migliore dei modi senza lasciare nulla al caso.

Parliamo di tecnica

Sono ormai diversi anni che frequento questi spot e gli appunti di viaggio mi dicono che una corona molto aperta sorretta e guidata da una teleregolabile di dieci metri può fare la differenza. In questi spot si pesca a passare con corone relativamente leggere, comunque sottodimensionate rispetto al flusso di corrente.

Questo perché siamo di fronte a pesci che sono abituati a stare in correnti sostenute, dove anche la pasturazione naturale scende veloce. Loro, stanno in postazioni ben precise dove con il minimo sforzo hanno la massima resa. Spesso, ci facciamo ingannare dalla corrente superficiale, veloce tipica di questi spot, quando poi al di sotto di essa il flusso diventa più tranquillo, magari perché “rotto” da qualche masso che noi non vediamo e che crea una postazione di caccia ottimale. L'errore più ricorrente è proprio quello di pescare troppo pesante, dove non serve!

Esche

Trote selettive, correnti veloci e lenze leggere impongono una giusta selezione di esche se vogliamo fare la differenza. Non esiste tecnica senza strategia. Possiamo essere molto preparati tecnicamente, ma se non sappiamo come si comportano i pesci e, soprattutto dove pescarli, tutti gli sforzi risulteranno vani.

Personalmente consiglio, in questi casi, l'uso di lombrichi di terra medio-piccoli facilmente reperibili in commercio. Non sottovalutiamo il fatto che in questi ambienti il cibo non manca, i pesci sono molto selettivi, quindi l'utilizzo di un vermetto calzato su un amo del n°8 privato dell'ardiglione è quello che ci vuole. Inoltre, le trote difficilmente tengono la mangiata quindi l'esca deve essere innescata quasi interamente sull'amo e la ferrata deve arrivare tempestiva appena sentiamo la tocca.

Azione di pesca

Dovendo impostare la battuta di pesca in passata, la realizzazione di corone abbastanza lunghe diventa d'obbligo. Per guidare correttamente una corona in passata dobbiamo agire a canna alta: anche se l'azione di pesca avviene a pochi metri la teleregolabile deve stare a ore 11 con il filo leggermente in tensione e guidato verso valle.

In questo modo possiamo agire anche al di fuori della portata della canna. Sono operazioni difficili che richiedono un po' di esperienza, ma se vogliamo fare la differenza dobbiamo impegnarci al massimo per una corretta azione di pesca. Le corone per pescare in questo modo devono essere lunghe almeno 110-120 centimetri. I pallini di peso rapportato al flusso di corrente dovranno essere posizionati sullo spezzone di lenza dello 0,20mm. Alle due estremità legheremo due girelle, semplice e tripla. Su quest'ultima legheremo il terminale dello 0,16 in fluorocarbon di 30 cm con amo del n. 8 privato dell'ardiglione. Partiremo con i primi due pallini ad una distanza di 2 cm circa per arrivare ad una massima di 6 cm.

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