Al bar, un simpatico paesano,
mi ha raccontato del mattino strano
che vede tutti gli anni, tanti amici,
partire, entusiasti e assai felici,
per una spedizione entusiasmante,
sul fiume o sull’acqua di un torrente.
Ha detto che la trota è una Regina
e tutti, la fatidica mattina,
pure di possederla, fan pazzie,
lasciando a casa mamme, mogli e zie!
Mi ha confidato che, per l’apertura,
qualcuno divorzia addirittura,
salvo a tornare poi con la sua sposa
appena la giornata si è conclusa.
Ha favellato di canne e mulinelli,
di prati, correntine e posti belli,
di corone e inganni raffinati
per catturare pesci blasonati…
Ha sciorinato esche complicate,
lombrichi e camole selezionate,
cucchiai e siliconici rotanti,
mosche ed insetti molto catturanti!
Si è dilungato sulle sensazioni
che da’ una trota e le fibrillazioni
che un pesce in canna ti può regalare
se solo tu lo lasci un poco fare!
Esagerando, ha messo a paragone
una pescata con la sensazione
del far l’amore, dividendo il letto,
con una dama di gentile aspetto…
Ha detto, inoltre, di fiaschi e di grigliate,
di polli e di salsicce rosolate,
di costolette, arrosticini a mazzi
di risa, di battute, frizzi e lazzi…
Tanto ha potuto che mi son deciso:
ho comprato una canna da torrente,
gilet, cestino e tutto l’occorrente,
e giunto il giorno, fin dai primi albori,
mi aggiungerò agli amici pescatori.
Che dite, prenderò qualcosa anch’io?
Se mi andrà male, farò a modo mio:
ho già messo da parte due guanciali,
quattro salsicce dentro gli stivali,
una robusta provola piccante
la ventricina e un rosso entusiasmante…
In armonia col mondo, in santa pace,
del dio Torrente ascolterò la voce:
e un’immersione, in mezzo alla natura,
sarà la festa della mia apertura!