Gli ami per la pesca al tocco in torrente sono generalmente di notevoli dimensioni, sia che si peschi liberamente sia che si peschi in gara.
Questo per diversi motivi. Innanzitutto perché chi pesca le trote selvatiche per poi liberarle, è molto premuroso nei confronti del pesce e per arrecargli meno danno possibile, preferisce utilizzare un amo piuttosto grande che, con una pronta ferrata alle prime tocche, rimanga infilzato nella parte anteriore della bocca.
Il rovescio della medaglia di un amo grande è che se si ritarda la ferrata e l'amo si conficca nella parte profonda della bocca, si rischia di arrecare danni irreversibili al pesca nel tentativo di slamare.
Il consiglio in tal caso è recidere il filo del terminale e lasciare l'amo della bocca della trota.
Un'altra ragione per cui spesso si usa un amo di notevoli dimensioni è che un'esca classica è il lombrico innescato per intero, che chiaramente richiede un amo grande.
Inoltre nelle gare di pesca, per essere veloci e ferrare prontamente alle prime tocche, si utilizzano ami piuttosto grandi. Per ami grandi intendiamo misure del 4 o del 5.
Ami più piccoli vengono adoperati se si utilizzano esche come la camola oppure insetti, come precisato nel capitolo dedicato alle esche.
Per il pesciolino è invece obbligatorio ricorrere ad ami molto grandi.
Ma quali caratteristiche deve presentare un amo adatto per la pesca al tocco? Oltre ad una punta affilata precisamente, ad un ardiglione non troppo accentuato, una caratteristica fondamentale che deve presentare un amo, soprattutto se lo si vuole adottare per calzare dei vermi, è la marcata strozzatura a gomito tra punta e curva, che impedisce all'esca di scivolare verso l'ardiglione.
Altra caratteristica piuttosto importante è la paletta, che dovrà presentare una dimensione piuttosto contenuta, in modo tale da le esche possano oltrepassarla senza rovinarsi.
Anche lo spessore dell'acciaio dev'essere calibrato in rapporto alla misura dell'amo ed in più sarà piuttosto accentuato qualora si debbano salpare le trote, come avviene in gara oppure più sottile qualora si utilizzassero esche delicate.
Amo storto
Gli ami possono anche essere stortiti in prossimità della punta, in modo da aumentare le possibilità di penetrazione.
Per storcere ami piuttosto spessi e grandi, basterà utilizzare una pinza e piegare lateralmente la parte della punta.
In tal caso bisognerà fare attenzione solamente a non rovinare accidentalmente la punta con la pinza.
Se, al contrario, è necessario stortire ami sottile o di piccole dimensioni, allora è opportuno ripartire la piega in almeno tre punti del profilo, in modo da non snervare l'amo e farlo diventare fragilissimo.
Baffetto ferma-esca
Qualora si inneschino i vermi, è di fondamentale importanza prevedere un baffetto ferma-esca nella legatura dell'amo. Il baffetto può essere creato principalmente in due modi: o attraverso un crine di cavallo, come di vedrà nel paragrafo successivo in cui si presenta l'amo valsesiano, oppure attraverso un pezzatto di monofilo lasciato fuoriuscire verso l'alto nella legatura dell'amo.
Il baffetto garantirà, assieme alla strozzatura dell'amo, un'aderenza perfetta del verme all'amo, anche nei casi in cui sia richiesta un'esca in vorticosa rotazione.
Amo valsesiano
L'amo valsesiano è un amo montato secondo i dettami dell'antica e celebre scuola di pesca della Val Sesia. Sostanzialmente consiste in un amo che viene fissato al monofilo del terminale, attraverso un filo di seta incollato. Al tutto viene applicato un crine di cavallo maschio, che funge da baffetto ferma-esca.