Negli ultimi anni si è affacciata nel panorama della pesca sportiva Italiana una nuova tecnica che piano piano si è ritagliata un suo spazio ed è attualmente nella sua massima fase espansiva nel nostro Paese. Stiamo parlando, ovviamente, del Trout area game.
Sul fatto che si tratti di una nuova tecnica molti si pronunciano molto scettici, ma cerchiamo prima di farci un'idea e poi trarre delle conclusioni.
Con il termine “trout area” si intende una disciplina sviluppata in Giappone della pesca a spinning ultraligth, dedicato alla cattura delle trote nei laghetti di pesca sportiva, ovviamente con attrezzature ultra leggere e utilizzando come esche solo piccoli ondulanti ed esche rigide in genere, rigorosamente armate di ami singoli e senza ardiglione.
Quali sono allora le peculiarità del Trout Area?
Innanzittutto il target: la trota è l'unica specie insidiata (ovvio che in certi laghetti ove vengono immessi anche altri pesci si potranno avere anche catture sporadiche di altre specie);
Le attrezzature: Canne solitamente sotto i due metri (in piedi 6'8”) con casting weigth da 0,5 a massimo 5 grammi (questo è anche il range di peso dei mini spoon), mulinelli di taglia ridotta solitamente 1000/2000 e fili sottilissimi (nano trecciati o fluorocarbon 0,14-0,16);
Il rispetto della preda: Nel trout area vige il no-kill totale. La trota non viene mai toccata con le mani. Si utilizzano dei guadini con rete in silicone o gommata in modo da non asportare il muco che ricopre le scaglie del pesce. Per le catture di piccola taglia si usa invece un particolare slamatore detto “releaser” che consente, grazie all'uso di ami senza ardiglione, di liberare il pesce dagli spoon senza estrarlo interamente dall'acqua.
Gli ambienti: Il trout area si pratica nei laghetti artificiali, il termine “area” infatti sta proprio ad indicare la zona circoscritta delle sponde dei laghetti.