Quando si parla di carpe diventa impossibile non ricondurre il pensiero al mais ed al pellet, due delle esche più idonee e comuni per la cattura di tali ciprinidi.
In questo articolo studieremo l'utilizzo di entrambe, confrontandone le caratteristiche intrinseche ed i modi corretti per sfruttarle al meglio.
Credo che non esista luogo abitato dalle carpe dove il mais ed il pellet non garantiscano al pescatore ottime catture. In tutte le zone siano esse in Italia o in altri Paesi europei, ho potuto convincermi sempre della resa eccezionale di queste due esche, anche se le abitudini locali si concentravano su altre fonti alimentari.
Ciò sta a significare che le carpe hanno una predilezione totale sia per il mais che per il pellet, tanto da rispondere con successo ad un pescatore che li sappia ben utilizzare. Nonostante tutto è doveroso conoscere alcuni aspetti che servono ad aumentarne la resa. Come sempre nella pesca, infatti, agire curando i particolari è alla base del successo.
Varietà
Come prima cosa bisogna sapersi orientare nella scelta dei differenti prodotti offerti dal mercato. Come spesso abbiamo detto in passato, quando un oggetto suscita particolare interesse, tutte le aziende ne ripropongono mille varianti che, però, non sempre garantiscono la resa migliore. Anche nel campo delle esche, specie per quanto concerne il mais ed il pellet, vale la stessa regola.
Chiunque frequenti negozi di pesca avrà visto tantissimi tipi di mais, da quello naturale a quello aromatizzato e colorato, a quello formato gigante, fino ad arrivare al piccolo e morbido destinato all'innesco nella pesca al colpo.
Passando al pellet, invece, la questione si complica ancor di più. E' possibile trovare prodotti contraddistinti dal colore, dalla dimensione, dal peso specifico, dalla capacità o meno d'affondamento, dall'utilizzo degli ingredienti ma, soprattutto, dalla differente resistenza al discioglimento in acqua.
In questa giungla d'offerte, il vero pescatore deve essere in grado di scegliere i prodotti migliori alla circostanza, mischiando insieme le giuste conoscenze di base con tanta esperienza pratica.
La preparazione per l'utilizzo
Per sfruttare a pieno le nostre esche bisogna trattarle con l'acqua appena prima dell'utilizzo.
Mentre il mais va sciacquato abbondantemente una volta estratto dal barattolo per una pura questione di pulizia, che ci aiuti a maneggiarlo meglio ed a lanciarlo facilmente con la fionda durante la pasturazione, liberandolo dalle sostanze zuccherine che lo rendono appiccicoso e poco maneggiabile, il pellet merita un approfondimento maggiore.
Quest'ultimo, in effetti, può essere tranquillamente utilizzato così come esce dalla busta, almeno per quanto concerne la pasturazione. Indipendentemente da questo, però, è consigliabile ammorbidire il pellet da innesco facendogli assorbire un po' d'acqua nebulizzata attraverso un vaporizzatore.
Questo trattamento serve per ottenere un boccone più morbido e più facile da inserire sull'amo, soprattutto tenendo conto del tipo d'innesco che sarà spiegato nel paragrafo seguente.
L'innesco
Parlare dell'innesco porta ad aprire un mondo vasto e complesso, dato che ogni esca può essere applicata all'amo in tanti modi differenti.
Nonostante questo, spiegherò solamente un unico procedimento per ognuna delle due che stiamo trattando, dando la preferenza al metodo che più di tutti gli altri mi ha regalato soddisfazioni ed ampie garanzie di successo.
Partendo dal mais mi soffermo su uno degli inneschi più tradizionali e conosciuti, e decisamente più funzionali. Si tratta d'inserire il chicco in modo che l'amo rimanga parzialmente scoperto e con la punta esterna pronta a conficcarsi nell'apparato boccale del pesce.
Come si può notare dalla foto, basta prendere il chicco e trafiggerlo circa al centro del corpo, lasciando la parte tronca verso il basso. Questo innesco garantisce, oltre ad una perfetta allamatura della preda, una buona tenuta del boccone durante le ferrate andate a vuoto.
Passando al pellet, invece, esca che in molti casi viene inserita attraverso montature “hair-rig”, gommini e attacchi vari, quindi non direttamente innescata sull'amo, noi utilizzeremo la strada più semplice.
Personalmente ho semplificato tantissimo l'innesco del pellet utilizzando un amo con determinate caratteristiche (che vedremo più avanti), riuscendo ad “incastrare” a pressione al proprio interno un pellet da 4 mm di diametro, senza ricorrere a nessuna complessa diavoleria.
Anche in questo caso la foto mostra perfettamente l'innesco, che deve essere portato a termine con un pellet ammorbidito con dell'acqua, come spiegato precedentemente, in modo che la punta dell'amo possa perforarlo lievemente senza spaccarlo.
Gli ami consigliati
Ciò che accomuna le due esche in questione è sicuramente l'amo. Quest'ultimo deve essere senza ardiglione e possedere un filo metallico robusto. Allo stesso tempo bisogna optare per una forma a curva larga e gambo di lunghezza media.
Scegliendo una misura pari al numero sedici o quattordici, in base al modello ed alla marca scelti, sarà possibile innescare correttamente sullo stesso amo sia il mais che il pellet da 4 millimetri.
Tutte le caratteristiche appena elencate sono particolarmente importanti per l'utilizzo del pellet innescato a pressione. Come accennato nel paragrafo precedente, infatti, è indispensabile che l'amo sia “su misura” per ospitare l'esca con una leggera pressione.
Il pellet da 4 millimetri, infatti, dovrà inserirsi nella curva dell'amo senza alcun gioco, permettendo alla punta dell'uncino di conficcarsi leggermente sotto la superficie ammorbidita dall'acqua. Tutto ciò assicurerà la tenacia dell'esca una volta in pesca e l'allamatura della preda.
I galleggianti appropriati
Per quanto concerne i segnalatori non è necessario essere particolarmente selettivi, almeno in fatto di forma. Le caratteristiche salienti devono essere sostanzialmente due.
La prima riguarda la robustezza del galleggiante, dal momento che serve per catturare pesci combattivi ed impegnativi come le carpe.
La seconda, invece, è insita nell'antenna segnalatrice che deve assolutamente essere in plastica cava e di diametro generoso. Ciò serve per sostenere esche voluminose come il mais ed il pellet, soprattutto tenendo conto che con certi inneschi bisogna lavorare a pari fondo e mai appoggiando tanto nylon a terra.
Esche e stagioni
Per ottimizzare al meglio la resa di queste due esche bisogna ricordarsi che, anche se entrambe garantiscono ottima resa per tutto l'anno, ognuna ha un periodo favorevole.
Mentre il mais, visto lo scarso potere nutritivo che lo contraddistingue, trova massima espressione in estate ed in primavera, quando le carpe necessitano di cibi più leggeri e digeribili, il pellet si esprime meglio con le basse temperature.
I grassi e le proteine che contiene, aiutano i pesci a svernare, garantendo sostanze importanti e grande valore energetico.