Si parla di pesca corta quando mettiamo in atto un’azione di pesca a breve distanza da riva, sia a vista che non, che si effettua con grammature contenute e di peso generalmente inferiore ai 5 grammi.
Si tratta di un sistema di pesca assolutamente vincente nei laghetti di dimensioni medio-piccole o nei laghi più grandi quando le trote sostano a poca distanza da riva e sono facilmente raggiungibili con lanci che non superano i 20 - 25 metri.
Nel mondo agonistico la pesca a piombino è molto utilizzata e, anche su campi gara di grandi dimensioni, non è raro vedere nelle rastrelliere almeno un paio di canne montate con il “piombino”, visto che in caso di passaggio di gruppetti di trote vicino a riva, questa tecnica di pesca è in grado di farci cestinare più pesci di altri e quindi prendere il largo in classifica.
A differenza di quanto succede per le bombarde, i piombini non sono dotati di un indice di “galleggiabilità”e quindi la loro maggiore o minore velocità di discesa verso il fondo è dovuta in primo luogo alla loro forma, che ne determina una idrodinamicità differente, e poi alla velocità di recupero che andremo ad imprimere.
In linea generale, i piombini si raggruppano in due categorie : gli “short” e gli “slim”.
Per quanto riguarda i primi, short significa corto, quindi una zavorra di aspetto concentrato e che in acqua scende velocemente verso il fondo.
Si tratta di un attrezzo molto adatto alla pesca invernale e quindi utilizzato per pescare a contatto con il fondo, oppure anche per recuperi piuttosto veloci su trote molto aggressive, sia in partenza delle gare che con pesci a mezz’acqua, grazie soprattutto al fatto che durante il recupero, gli short tendono a tenere la fascia d’acqua scelta, non tendendo quasi per niente a risalire.
Gli “Slim”, che in inglese significa magro o in questo caso letteralmente lungo, presentano invece una forma più sottile e allungata, con un comportamento più morbido e una discesa sul fondo più lenta tanto da diventare insostituibili o quasi per pescare negli strati superficiali dell’acqua.
All'interno di questi ci sono poi i “superslim”, di grammatura mai superiore ai 3 grammi e di forma molto allungata; molto utili nella pesca a galla e per insidiare pesci svogliati. Si adoperano nella stagione autunnale, caratterizzata sempre da pesci a galla e molto apatici, per effettuare una strisciata lenta e a pelo d’acqua.
Restando in tema di pesca di superficie, dobbiamo per forza prendere in esame i “vetrini”, caratterizzati da un maggiore galleggiamento rispetto alle zavorre tradizionali, grazie al fatto che il loro peso specifico è inferiore a quello del piombo di circa il 40%, per cui in acqua affondano più lentamente.
Per fare un paragone con le zavorre di piombo si deve considerare che un vetrino da 4 grammi si comporta all’incirca come un piombino della stessa forma da 2 grammi di peso in quanto a velocità di discesa. La trasparenza del vetro con cui sono costituite queste zavorre le rende, inoltre, invisibili in acqua. Ottimi in autunno per pescare a galla.
Il Sonar e la Catenella di Stick
Altro tipo di zavorra, entrata negli ultimi anni prepotentemente in voga, è costituita dai sonar: si tratta di cilindretti di piombo forati e scorrevoli, di peso variabile tra 0,2 e 1 grammo, con cui si costruiscono delle catenelle composte da più elementi.
I cilindretti che compongono il sonar non sono a contatto, ma sono separati da piccole molle o da pezzetti di plastica che oltre ad allungare la montatura, distribuiscono il peso su un tratto maggiore di lenza madre.
Si tratta quindi di una piombatura molto versatile e personalizzabile, adatta a diverse situazioni di pesca, dalla ricerca estrema alle partenze su tanto pesce e certamente deriva dalla catenella di stick, tanto cara agli agonisti delle province di Biella, vercelli e Novara, veri esperti nel suo utilizzo.
Entrambe partono dal concetto di distribuire maggiormente il peso della zavorra sulla lenza madre, in modo da avere un’azione di pesca più morbida e lenta, adatta a stimolare l’aggressività delle trote.
Nonostante le due montature siano simili, occorre tenere a mente che esiste però una notevole differenza tra la montatura costituita da sonar e quella costruita con gli stick: i primi sono scorrevoli, mentre i secondi si fissano sul filo come i normali pallini.
Per comodità di realizzazione, la catenella di stick è realizzata su uno spezzone di filo di generoso diametro (0.20-0.22 mm) compreso tra due girelle: questo accorgimento permette di cambiare montatura senza dover buttare la precedente.
Le misure di piombi più utilizzate variano da 14 ai 20 mm : con pesci svogliati a pelo d’acqua impiegheremo stick più piccoli e maggiormente distanziati tra di loro, per pescare invece più in profondità, basterà avvicinare i piombi tra loro oppure sceglierli di maggior peso.
Le Azioni di Pesca
La più classica è la famosa “tremarella” inventata e sviluppata da Gino Soffritti: questa tecnica consiste nel far avanzare l’esca in costante rotazione, a zig-zag e a scatti nella fascia d’acqua prescelta.
L’avanzamento sussultorio dell’esca durante il recupero è ottenuto imprimendo alla canna delle continue sollecitazioni con il polso e l’avambraccio, che ne fanno muovere e vibrare il cimino e gli ultimi pezzi della canna; l’intensità del movimento dell’esca dipende quindi direttamente dall’intensità della vibrazione che il pescatore imprime alla canna.
Questo modo di recuperare avviene solamente con la canna, mentre il mulinello ha lo scopo di raccogliere e recuperare il filo in eccesso, mantenendo in contatto il piombo con la cima della canna. Molto adatta in presenza di pesci attivi e negli strati superficiali.
Un altro sistema di recupero, adattabile sia all’inverno quando pescheremo sul fondo, che in altre stagioni, è quello del “salterello”, che a differenza della tremarella risulta meno frenetico e più lineare.
In questo caso, la strisciata avverrà muovendo la canna dal basso verso l’alto, inserendo qualche accelerazione breve e improvvisa. In questo modo l’esca procede “a salti”, alternando movimenti lineari e lenti a movimenti improvvisi e più veloci.
Certamente si tratta di un modo di pescare più lento e lineare è maggiormente catturante nei periodi freddi o quando i salmonidi stazionano in prossimità del fondo.
La canna sia la componente fondamentale per poter trasmettere in maniera efficace e continua le sollecitazioni all’esca; le canne da piombino sono caratterizzate da un’azione morbida e quasi parabolica e per la loro capacità di flettersi e piegarsi sotto l’azione del pescatore.
Per semplificare le cose diciamo che è possibile ridurre la scelta a tre azioni fondamentali: la prima, adatta a lanciare grammature dai 2 ai 2,5 grammi, molto morbida e ad azione quasi parabolica, particolarmente utilizzata dagli agonisti nelle fasi di “ricerca” per la sua massima sensibilità.
La seconda, ad azione leggermente più rigida della precedente, è invece adatta a lanciare piombini di 3-3,5 grammi; l’azione è chiaramente meno parabolica e meno morbida.
La terza è invece adatta a lanciare piombi da 4-5 grammi; la sensibilità permane, ma la canna risulterà più rigida delle precedenti ed adatta anche alla partenza di una gara su tanto pesce.
Assolutamente determinante sia pescando a galla che a mezz’acqua o sul fondo è la lunghezza dei terminali. Pescando fondo il finale non deve mai superare i 60-70 cm in modo da permettere all’esca di non staccarsi troppo dallo stesso.
Per insidiare trote a mezz’acqua non si devono superare gli 80-100 cm mentre con trote a galla e apatiche il terminale può arrivare anche ai 120 cm.