“Se in riva al fiume vedi qualcuno che ha fame non regalargli un pesce, ma insegnali a pescare.”
Mentre sto scrivendo questo pezzo fuori piove a dirotto, la Toscana è sotto una bomba d’acqua impressionante e, a Pistoia, le scuole sono già state evacuate e la protezione civile è in allerta! Enrico Rossi Presidente della Toscana annuncerà più tardi che sono caduti 225 mm di pioggia al nord e solo a Pistoia 80 mm in un giorno contro una media mensile di 93! Oltre trenta milioni di danni è la stima del disastro. Enrico Rossi afferma quanto segue.
“La nostra richiesta al governo è precisa: tenere fuori dal patto di stabilità le spese per la sicurezza del territorio. La Toscana non può essere continuamente ferita a causa del blocco degli investimenti. Non possiamo “affogare” per rispettare il patto di stabilità”. E io aggiungo, non solo la Toscana, ormai è sotto gli occhi di tutti che il territorio italiano ha bisogno di una seria restaurazione. Quindi datevi una mossa ed iniziate a governare come si deve il popolo italiano ha bisogno di sicurezza e stabilità, stavolta intesa come tranquillità di ogni singolo individuo che vede di fronte a sé solo un nero colore. Due cose fondamentali per andare mandare avanti una Nazione che non sopporta più abusi di potere e menefreghismo.
Quindi non so cosa accadrà da ora in avanti, una cosa è certa, i fiumi ed i torrenti, quest’anno avranno tanta acqua anche a primavera inoltrata perché oltre alla pioggia è caduta anche tanta neve, ma sono certo del fatto che, tra qualche mese saranno ridotti a rigagnoli e come sempre accade i Tg denunceranno la mancanza del liquido più prezioso.
Mi domando come possa accadere tutto questo e mi chiedo come sia possibile che l’ottusità del genere umano possa sottovalutare la preziosità dell’acqua e, invece di tenersela, la disperde a suo discapito in maniera più che palese. Il pezzo di Sergio Farina H2O reclama proprio questo con una visione futuristica e scherzosa, ma in quelle parole si sente la rabbia di un pescatore che, come tutti gli amanti di questa disciplina chiede corsi d’acqua sempre spumeggianti dove poter dare sfogo alla sua più grande passione. Il mese di maggio è il periodo dei risvegli dopo la forzata pausa invernale che, quest’anno, si è protratta per lungo tempo e i primi tepori si sono iniziati a sentire con il mese di aprile.
Ecco che tutto riprende vita, anche la natura inizia a farsi vedere sotto forma di colori che danno speranza, una speranza che per i pescatori vuol dire iniziare a catturare le prime trote importanti della stagione per poi ricadere nel “silenzio” estivo dove per prendere qualche pesce dovremo aguzzare l’ingegno e pescare nelle ore di poca luce dell’alba e del tramonto. Oppure migrare sui torrenti e laghi alpini di alta quota.
Un episodio particolare
L’immagine che dà il via al pezzo è targata 30 aprile 2012. Quel giorno, insieme a Lorenzo e l’operatore Andrea, avevamo deciso di partire alla volta di un torrente per realizzare un documentario di pesca per il canale Caccia & Pesca di SKY 235-236. Arrivati sul posto, lo spot principale era in piena forma, noi avevamo deciso di tentare risalendo un suo affluente, ma non fu così perché il sottoscritto mise in fretta gli “abiti tecnici” e tentò qualche lancio. Come se niente fosse, tre fario di taglia notevole si fecero subito vedere e l’operatore colse al volo l’occasione sfruttando il momento.
Lorenzo fece la stessa cosa e in meno di tre ore il filmato era fatto! Restammo inebetiti: non ci aspettavamo una reazione simile da parte di questi pesci che solo in rare occasioni si fanno vedere e questa era una di quelle. A questo punto, decidemmo di risalire anche l’affluente. Il corso d’acqua si presentava molto bene, i livelli erano giusti, ma nonostante questo le trote non mangiavano! Forse qualcosa era cambiato, il sole iniziava a prendere forza, la giornata troppo luminosa aveva rimandato in tana le trote. Questo fu quello che pensammo. I primi cento metri si risolsero con un niente di fatto. Poi, una prima trota stimata sui trenta centimetri si decise a mangiare il verme e si slamò.
Questo ci dette la forza di andare avanti per arrivare di fronte ad una corrente che si frangeva sotto ad un’enorme parete rocciosa, spot spettacolare per tentare qualche bella trota. Per farvela breve, nel giro di mezz’ora uscirono quattro over size una più bella dell’altra. La più grossa fissò la misura a 63 centimetri. Un vero record per un corso d’acqua appenninico! Eravamo al settimo cielo tanto da telefonare ad un nostro compagno di pesca impegnato in un altro spot distante diversi chilometri da noi e anche lui aveva fatto una gran bella pescata. Ecco che ci fu una giusta riflessione e arrivammo alla conclusione che avevamo beccato il primo giorno utile di risveglio! Se volete vedere il rilascio di questa bella trota andate su You tube e digitate questo testo (Trota fario Appennino cm 63 cattura e rilascio!!!) Ovviamente fu l’unico giorno in cui si fecero vedere così tante trote di taglia!
Approcci di primavera
In condizioni di acqua alta e chiara, possiamo andare sul torrente quando vogliamo nel senso che non importa essere sul greto all’alba, possiamo arrivare anche con più calma. Infatti, i pescatori a mosca insegnano, nel senso che non è raro iniziare a vedere qualche lanciatore che volteggia la coda alle dieci del mattino e cattura anche qualche bella trota che si porta in superficie ad apprezzare la schiusa che si sta formando in quel momento. In questo periodo, con livelli ottimali, possiamo trovare pesci in attività anche durante le ore più calde, momento in cui la fauna bentonica inizia l'attività e a schiudere.
Le schiuse di maggio sono importanti perché anche la taglia degli insetti è di buone dimensioni, infatti, riescono a far uscire di tana anche trote di taglia importante. Tutto questo gioca a nostro favore perché solo in rarissimi casi ho visto trote che rifiutano un verme durante la schiusa. Quindi, massima attenzione a quello che accade intorno a noi. Occhi puntati sulla superficie dell’acqua per scorgere qualche bollata. I pesci, con l’acqua, alta perdono le inibizioni, non è raro vedere a un metro da noi una trota in attività.
Leggere difficoltà
Acqua alta, chiara e pesci selvatici in attività, ma non per tutti! La pesca sul selvatico richiede tanto senso dell’acqua e del pesce e solo dopo aver acquisito la prima di queste doti potrete arrivare alla seconda. Pescare con lenze leggere vuol dire riuscire a presentare al pesce l’esca nel modo più naturale, però si incontrano alcune difficoltà, inutile negarlo. Pescare con una corona di quattro grammi in un’acqua che va da otto è la sensazione più bella del mondo, almeno per chi scrive.
Se si riesce a forare la vena di corrente giusta e siamo capaci di entrare in passata sentendo il fondale con l’ultimo pallino della corona, sorreggerla, vedersela passare davanti e improvvisamente stopparsi sotto il peso della trota con il braccio che in sintonia con il cervello ferra senza esitare, riusciremo nel tempo a catturare pesci selvatici mai visti prima. Quindi, meditate su questo. Il torrente va sempre risalito, in questo modo potremo sviluppare un’azione di pesca più completa anche perché avremo meno difficoltà nel gestire una zavorra leggera. Il sistema migliore per pescare a corona leggera è quello di tenere la canna alta per guidare la zavorra in corrente, trattenerla sensibilmente per poi riaccompagnarla, abbassare la canna nei punti di maggiore corrente e stendere la corona per poi risalire e finire la passata. Capisco che non sarà facile, ma se, come dicevo prima, collegate il cervello al braccio, con il tempo tutto apparirà più semplice.