Quando si parla di costruzione di un trave la prima regola è che deve avere lo stesso diametro dell’ultimo pezzo di filo imbobinato, sia esso lenza madre o shock leader, e che i braccioli siano di un diametro inferiore ad entrambi, il tutto per evitare che in caso d’incaglio, ceda il filo in bobina invece del finale.
La seconda regola è che la distanza tra uno snodo e l’altro sul trave non superi la lunghezza dei braccioli. Questo deve essere verificato sia partendo dal piombo che dall’aggancio del calamento per scongiurare garbugli sia in fase di lancio che di recupero.
La terza ed ultima regola è che non si devono lasciare possibili fonti di groviglio per i braccioli in fase di costruzione, quindi tutti gli eccessi di filo vanno rasati a zero con il trim e i ganci in testa e in fondo ricoperti di guaina termosaldante.
L’importante è imparare a fare i nodi giusti e non scorsoi, e vedrete che non si verificherà nessun problema di cedimento.
Calamento base a tre ami
Per quanto riguarda la scelta del calamento, ci sono molte variabili che la influenzano. E’ opportuno quindi standardizzare il più possibile e giocare non sulla lunghezza dei travi, ma su quella dei braccioli che montiamo.
Il calamento tipo diventa quello da 200-250 cm a tre vie che ci consente qualsiasi soluzione intermedia.
Calamento lungo
E’ il trave che adottiamo non solo per ricercare il pesce di galla o mezzofondo, ma anche da utilizzare come calamento da ricerca in cui non si vede muovere nulla in quanto sonda una zona più ampia.
Può misurare da 250 a 400 cm e necessita di un side laterale leggermente appoggiato in modo da non creare garbugli sui braccioli.
Tre ami corto a bandiera
Completa la serie dei travi base quello corto che viene utilizzato in varie situazioni. È l’ideale in presenza di mare formato e saraghi, ma risulta perfetto anche in mare calmo.
La sua lunghezza varia da 100 a 150 cm ed è corredato da 3 a 5 braccioli in base allo scopo che deve raggiungere.