I canali e i fiumi di grande o piccola larghezza costituiscono la larga parte delle acque preferite da questo divertente pesce. E' qui che la tecnica della pesca ai gardon con la canapa si rivela più efficace e divertente.
E' sempre con il grano di canapa innescata che si prendono in grande quantità i più grossi gardon e nelle acque stagnanti questa tecnica richiede una grande precisione. Nei fiumi, l'azione della corrente rende le cose più agevoli, ma le emozioni sono le stesse...
Si può pescare a canapa tutto l'anno, ma è durante la bella stagione che questa tecnica si dimostra più efficace, all'incirca da giugno a settembre.
La roubaisienne
La canna ad innesti, con una lenza a banniére (distanza vettino-galleggiante) corta è la sola tecnica utilizzabile: la ferrata deve avvenire immediatamente alla percezione della tocca e la fragilità dell'innesco non permette di lanciare.
Nei piccoli canali, ma anche nei grandi, quelli navigabili, la distanza di pesca ideale è tra i 5 e i 7 metri, una distanza che combina una profondità sufficiente alla possibilità di gettare in acqua i grani di canapa a mano. Al di là di questa misura si deve usare la fionda per pasturare.
Tuttavia, nei grandi canali navigabili, il gardon ha la tendenza a stazionare presso la riva, soprattutto in estate, dunque non vale la pena andarlo a cercare a 13 metri.
Finezza e leggerezza
Ciò vale per la maggior parte delle pesche, da cui deriva un assioma inevitabile: più la lenza è fine, leggera ed equilibrata, più le tocche e le catture saranno numerose.
Nelle acque ferme, calcoliamo un decimo di grammo per metro di profondità, non di più, nel fiume, dipende dalla forza della corrente, ma dobbiamo cercare sempre di pescare il più leggero possibile. Ben inteso che con una lenza più pesante si “sente” meglio ciò che si fa, ma questo vale anche per il pesce...
In acque ferme, un finale dello 0,06 o dello 0,07 è indispensabile. A secondo della dimensione del grano di canapa, un amo dal 18 al 20, rotondo, a filo sottile e gambo corto è perfetto. L'amo potrà sembrare grosso in rapporto al diametro del finale, ma è proporzionato alla dimensione dell'esca.
La cosa più importante è di avere un amo leggero e il gambo deve essere corto per non sporgere troppo.
Al momento dell'abboccata, il pesce aspira il grano, ma alla minima resistenza lo espelle. Conviene, dunque, equilibrare il galleggiante fino all'estremo realizzando una piombatura morbida e discreta.
Quando una lenza è mal tarata, si assiste sempre alla stessa scena: una mangiata timida e poi più niente. Infatti, il gardon comincia ad aspirare, ma arresta il movimento non appena sente la minima resistenza.
Per questo, occorre un galleggiante con la deriva in carbonio che assicura la stabilità, offrendo solidità e una minima possibilità di ingarbugliare. L'antenna in fibra, con una piombatura portata al limite dell'eccesso, consente una sensibilità ottimale.
Pasturazione di richiamo
Con la canapa, il segreto della regolarità delle tocche è la pasturazione di richiamo che deve essere regolare, precisa e leggera: ad ogni calata di lenza il pescatore deve dare quattro o cinque grani di canapa sempre nello stesso punto.
Regolari, perché se i lanci rallentano, i pesci si allontanano. Precisi, perché se i grani sono sparpagliati, i gardon si disperdono e la mancanza di concentrazione delle esche sul fondo attrae molto meno. Infine, il richiamo deve essere ben dosato: il più leggero possibile.
Questo è il principio fondamentale della pesca con la canapa.
Una volta che il pesce è sul posto, quello che lo rende redditizio è la competizione che si stabilisce fra i pesci per la conquista dei grani. Bisogna farne arrivare il giusto per avere il pesce sul posto e per mantenere la competizione fra pesci.
L'altezza di pesca
Senza dubbio, in una pesca basata sulla pasturazione di richiamo, praticata nella bella stagione, è frequente che il pesce salga a mezz'acqua. In questo caso la pesca diventa estremamente tecnica e bisogna ferrare in modo molto tempestivo. Il pescatore, inoltre, dovrà seguire il pesce durante il movimento di ascesa.
Al contrario, quando il pesce si terrà in prossimità del fondo, potrà essere frequente vedere delle tocche pescando radente a quest'ultimo, ma sarà molto meglio pescare appoggiati da 10 a 15 cm.
Ciò si spiega per il fatto che quando i gardon raccolgono i grani posati sul fondo, quelli presentati anche a pochi millimetri da esso risulteranno sospetti.
Una buona tecnica di adescamento permette allora di moltiplicare il numero delle tocche. Si devono, quindi, effettuare delle regolari, lente e leggere richiamate che spostino il galleggiante di qualche millimetro.
Una pesca di velocità
Chi scopre la pesca con la canapa è generalmente sorpreso dalla cadenza delle mangiate una volta che il pesce è sul posto: impossibile avere un ritmo più elevato con altre esche, nemmeno con il ver de vase.
Visto che la precisione di pesca deve essere mantenuta anche con un ritmo elevato di tocche, ecco che la pesca con la canapa diventa un'eccellente scuola di velocità.
Una pastura semplice ed efficace
Si può fare una bella pescata di gardon con la canapa anche senza una pasturazione iniziale, ma anche solo con i grani liberi. Detto questo, un po' di buona pastura permette di far arrivare i pesci più velocemente. Il principio della pastura è lo stesso sia che si peschi a canapa, a ver de vase o con il bigattino. Essa ha la funzione di vettore delle esche e di stimolo per i pesci a mangiare l'esca scelta.
Dunque, la canapa cotta e macinata costituisce la componente essenziale della composizione. Meglio evitare la canapa tostata che attira i piccoli pesci e contribuisce a distribuirli su tutto lo spessore d'acqua.
Non vale la pena di prepararne un secchio pieno: da 500 a 600 grammi di pastura asciutta sono sufficienti per una sessione di pesca. Ecco una ricetta semplice ed efficace: 60 cl di canapa macinata, 40 cl di pane scuro, 20 cl di pane bianco, 20 cl di biscotto, 20 cl di farina di mais, 15 cl di cocco (da evitare in caso di corrente)
Il procedimento corretto
Mettere la canapa macinata in una casseruola con due litri di acqua e 20 g di zucchero vanigliato. Portare ad ebollizione e far ritirare fino ad ottenere una sorta di farinata densa. Quando l'acqua è in buona parte evaporata, mischiare la canapa cotta ancora bollente con le altre farine. L'acqua di cottura residuale deve permettere la bagnatura della pastura.
E' la bagnatura a caldo delle farine che rende tenace la pastura evitando l'aggiunta di PV1 o di altri ingredienti collanti. Per pescare nelle acque più correnti, bisogna aumentare la quantità di pane bianco diminuendo, fino ad eliminarlo del tutto, il pane scuro insieme, naturalmente, al cocco.
Una quindicina di palle grandi come una noce sono sufficienti ad attirare molto rapidamente i gardon sul posto inducendoli a mangiare la canapa.
Preparazione dei grani per l'innesco e la pasturazione
Ammollare la canapa circa otto ore in acqua tiepida (300 grammi sono sufficienti per una sessione di pesca). Sciacquare i semi e mettere in una casseruola coprendo di acqua fredda e aggiungendo due cucchiaini da caffè di zucchero.
Cuocere a fuoco basso fino a che la maggior parte dei semi si apre e sporge il germe. Portare allora ad ebollizione per due o tre minuti. Tuffare i semi in acqua fredda per fermare la cottura, sciacquare abbondantemente e conservare in frigo coperti con acqua fredda.
Per una conservazione un po' più lunga, salare i grani, ma è meglio preparare sempre i grani freschi perché tengono meglio all'amo.
Per i neofiti, il problema principale di questa pesca è di innescare i grani. Il metodo più comunemente praticato è di far passare l'amo al di sotto del germe, attraversare il grano e far uscire la punta dalla parte opposta del germe.
Un altro modo è quello di infilare l'amo nel “dorso” del grano e di rendere la punta parallela al germe. Il primo metodo rende le mangiate più facili da ferrare, diminuisce il numero delle ferrate a vuoto e permette una ferrata più lenta. Il secondo impone una pesca più precisa e più tecnica, ma si vedono molte più mangiate. Dunque, è meglio sforzarsi nell'effettuare questo innesco.
Attenzione: è sempre meglio avere un bel germe bianco che sporge dal grano per l'innesco!
Dunque, se avete acque ben popolate di gardon o scardole, ma anche di piccole carpe e carassi, vi si offre l'occasione per provare una delle pesche più divertenti che pratichiamo in Belgio.
Giusto o sbagliato
Qualche trucco e astuzia per pescare meglio con la canapa
1) Evitate di mettere fouillis o pinkies per richiamare il pesce. Troppo spesso, i praticanti occasionali con la canapa mettono anche il fouillis, ver de vase o bigattini nella pastura. Da evitare: Il gardon sembra disturbato dalla coabitazione di esche vegetali e animali.
2) Evitate di pasturare troppo Abbiamo notato che troppo nutrimento o troppi grani nuocciono all'emulazione necessaria per far mangiare il pesce. Bisogna dare parsimoniosamente per avere modo di correggere il tiro se ci accorgiamo di pasturare troppo o troppo poco.
3) Richiamare regolarmente In una pesca tutta basata sul richiamo, se si perde la cadenza, si perde il pesce. Bisogna essere regolari, dunque, come un orologio svizzero. La canapa che si getta in acqua è più indispensabile di quella messa sull'amo!
4) Schiacciare l'ardiglione Per guadagnare tempo prezioso e innescare con efficacia, si può schiacciare l'ardiglione dell'amo. Al contrario delle esche animali che sono mantenute dall'ardiglione, non si corre il rischio di perdere il grano.
5) Schiacciare i grani per pasturare Quando il pesce è ben presente sul posto, potete schiacciare con le dita i grani di canapa da pasturazione per far fuoriuscire bene il germe. Poiché i gardon preferiscono i grani muniti di un bel germe bianco, mangeranno per primi quei grani.