Una serie di consigli per tutti gli appassionati di che si vogliono cimentare nei mesi più freddi con il grande predone venuto dall'est.
Il siluro è oggi presente in numerosi corsi d’acqua italiani ed europei e grazie alla sua notevole capacità di adattamento lo possiamo insidiare in quasi tutti i fiumi del piano, nei piccoli canali, nelle rogge ed anche in alcune cave.
Nei mesi freddi, la difficoltà maggiore per il pescatore è sicuramente l'individuazione dello spot migliore che normalmente si identifica nelle zone caratterizzate da buona profondità, in cui la corrente rallenta e forma ampi giri d'acqua.
Per avere successo occorre dedicare del tempo alla ricerca dello spot e soprattutto non lasciare mai nulla al caso.
Le buone postazioni si riconoscono da alcuni particolari inconfondibili: la conformazione della sponda, la presenza di un pennello di pietre o sabbia oppure i giri d'acqua e le zone che presentano ostacoli semi sommersi che rallentano la velocità dell’acqua creando interessanti postazioni di caccia ed anche zone di permanenza per il pesce foraggio.
In inverno è molto importante tenere in considerazione la temperatura dell'acqua, (In Po arriva anche intorno ai 7 gradi) ed in caso di basse temperature dovremo pescare il siluro sempre in prossimità del fondo impiegando montature ed anche inneschi adatti a questa situazione in quanto il nostro baffone in questa stagione stazionerà incollato sul fondo per tutto l'arco della giornata, azzerando completamente l'attività di caccia in superficie.
L'azione di pesca
Trovata dopo un'attenta azione di scouting la postazione ideale per la nostra battuta di pesca invernale in fiume, e valutato il giusto posizionamento delle canne, dovremo accertarci che ci sia lo spazio sufficiente e che questo sia sgombro da piante ed ostacoli pericolosi in fase di lancio, di recupero ed in qualsiasi altra operazione da eseguire.
Dopo aver studiato ed analizzato attentamente lo spot, pianteremo i picchetti avendo l'accortezza di disporli vicini a dove posizioneremo la nostra postazione di attesa in modo da arrivare velocemente sulla canna per una pronta ferrata.
Una delle cose più importanti è poi capire quanta zavorra ci serve per pescare bene sul fondo. Per farlo è consigliabile avere con noi piombi di peso variabile da 100 a 300 grammi che dovrebbero essere sufficienti garantirci il corretto posizionamento.
Per vincere la battaglia con il nostro avversario ci vuole un'attrezzatura molto robusta in tutte le sue componenti, compresa la minuteria.
Le canne idonee per la pesca da riva dovrà avere una lunghezza compresa tra un minimo di 4 ad un massimo di 5 metri con una potenza di lancio non inferiore ai 300 grammi.
Il mulinello dovrà essere molto robusto e capiente per contenere almeno 200 metri di treccia con un carico di rottura intorno ai 50 kg.
Gli ami da utilizzare sono ad occhiello nelle misure comprese tra il 2/0 per l'innesco dei vermi ed il 10/0 per gli inneschi di grossi pesci vivi, mentre per le ancorette sono quelle comprese tra le misure 1/0 e 4/0 a seconda della dimensione dell'innesco.
L'impiego del “morto”
Abbiamo detto precedentemente che nella stagione invernale il siluro staziona e caccia sul fondo e quindi dovremo essere in grado di offrirgli una presentazione delle vicina a quest'ultimo.
Affronteremo lo spot utilizzando almeno due canne per altrettante tipologie di innesco portate in pesca contemporaneamente.
Utilizzeremo quindi un terminale in kevlar,o in nylon di dimetro vicino a 1 mm oppure in multifibra, ma in tutti i casi avremo un terminale super resistente e con un carico di rottura sempre di oltre 50 kg.
Monteremo quest'ultimo o con due ami singoli, oppure un amo ed un’ancoretta, il primo legato scorrevole sul terminale in modo da permetterci di adeguarne la lunghezza in base alla grandezza dell’esca, il secondo amo o ancoretta legati invece in maniera tradizionale.
Le esche migliori sono il pesce morto (meglio se un pesce presente abbondantemente in zona) ed il calamaro intero.
Per l’innesco infileremo il primo amo nella bocca, mentre il secondo vicino alla coda avendo l’accortezza di tenere ben teso il terminale tra i due ami, infine applicheremo un fermo di gomma per evitare all’ardiglione di disinnescarsi.
L’innesco del calamaro è di identica fattura, foreremo il calamaro nella parte superiore vicino alla testa con il primo amo facendolo fuoriuscire incontrando i tentacoli, il secondo amo verrà regolato sulla lunghezza del calamaro e bloccato saldamente alla testa.
Per staccare la nostra esca dal fondo in modo da renderla più naturale nella presentazione e più catturante possiamo inserire sul terminale un “floatter” sul terminale a circa 20 cm dall’esca.
L’ impiego del “vivo”
Diciamo subito che le specie come le breme ed i barbi rappresentano un pasto abituale per i siluri in quanto specie molto diffuse negli ambienti di pesca classici per il siluro e quindi sono ottime esche, ma di difficile reperibilità in inverno, a meno che non si decida preventivamente di passare alcune ore a pescarle direttamente sul posto oppure se ne abbia una scorta in una vasca.
L’esca viva la possiamo presentare in due modi: una con la classica montatura a fondo impiegata anche per l’esca morta e l'altra invece impiegando il galleggiante realizzando una montatura molto semplice: galleggiante o boa scorrevole sulla lenza madre con una portata da 200 a 300 grammi, un piombo da 150/200 grammi ed una buona girella con moschettone.
Per effettuare un innesco buono e duraturo del pesce vivo occorre causare meno danno possibile all’esca, quindi occorre molta cautela durante l'innesco, avendo cura di posizionare ami ed ancorette appena puntati sotto la pelle.