Anche durante i mesi invernali al contrario di come la pensano in molti, è possibile praticare la , basta andare nei posti giusti. A chi piace la pesca da terra la può praticare con successo per buona parte dell’anno.
Ovviamente ci saranno mesi più proficui rispetto ad altri, ma per il vero appassionato qualche bel pesce è sempre disponibile ad abboccare. Soprattutto per coloro che sono molto eclettici le catture non mancheranno.
In questo pezzo parleremo di orate invernali, di una pesca fatta di sacrificio, ma di tante catture di taglia. Pescheremo con i bigattini come pastura e come esca.
Queste larve sono assai gradite dagli sparidi e, se d’estate non fanno la selezione, non possiamo dire la stessa cosa per quanto riguarda il periodo invernale.
Infatti in detto periodo anche l’acqua del mare è fredda, soprattutto quest’anno perché durante i mesi di novembre e dicembre le piogge e le nevicate abbondanti hanno causato forti piene fluviali, e l’acqua dolce che è entrata in mare ha fatto sentire il proprio effetto.
E se da una parte non ci siamo goduti appieno i mesi più belli per tentare la cattura di grosse spigole in foce, cerchiamo almeno di rimediare con le orate.
Una tecnica per veri appassionati quindi, fatta di levatacce e tanti sacrifici. Un pezzo dedicato ai pescatori con la “P” maiuscola e a tutti quelli che intendono diventarlo.
GLI SPOT
La scelta dello spot ricadrà su tutti quelli che presentano una buona profondità. Per buona profondità intendiamo fondali che vanno dagli otto ai venti metri.
Inoltre, questi siti devono essere anche ricchi di cibo in modo da garantire ai pesci un habitat ideale per superare l’inverno.
TECNICHE DI PESCA
Gli alti fondali, spesso caratterizzati da una corrente importante dovuta ai movimenti di marea, impongono al pescatore l’obbligo di una tecnica mirata a combattere questo “imprevisto”.
Pescheremo a ledgering con pesanti pasturatori che potranno raggiungere anche i 100/120 grammi di peso caricandoli con dei bigattini in modo da assicurarsi sempre una buona pasturazione nella zona di pesca.
La pesca con il feeder può essere risolutiva in molte situazioni poiché, la fuoriuscita delle larve in corrente, attirano in loco gli sparidi sempre alla ricerca di cibo.
DA SAPERE
Pescare con il feeder è tutt’altro che facile, tutto sta nella precisione del lancio poiché in certi casi la pasturazione è fondamentale. Dovremo quindi riuscire a lanciare il feeder sempre nel solito raggio d’azione. Per fare ciò è consigliabile prendere un riferimento sulla sponda opposta o un’ombra di qualcosa che riflette sulla superficie.
Per quanto riguarda la distanza, una volta presa quest’ultima, chiuderemo l’archetto faremo giungere la zavorra sul fondo e dopo aver messo in trazione la lenza, faremo un segno con un pennarello speciale che potete trovare nei negozi di pesca, sul filo uscente dal mulinello. In questo modo gli errori saranno ridotti al minimo.
La scelta della canna
Come abbiamo detto sopra, pescheremo in zone caratterizzate da una buona profondità, quindi soggette a spinte di corrente anche sostenuta.
Impiegheremo zavorre pesanti, che dovranno essere lanciate con canne specifiche altrimenti rischieremo l’immediata rottura dell’attrezzo. La scelta ricade sulle , ottime quelle con il cimino a baionetta in carbonio, ultra sensibile e molto resistente.
L’unica pecca quella di essere un po’ scomodo se vogliamo giungere sul posto con la canna già armata di tutto punto. Una canna con casting massimo di almeno 120 grammi.
Vanno molto bene, comunque anche quelle con vetta telescopica, a patto che quest’ultima sia sensibile, altrimenti rischieremo di vedere molto male le abboccate delle sospettose orate.
I mulinelli
Non occorre un attrezzo particolarmente di pregio, ma dotato di alcune caratteristiche importanti che andremo ad elencare.
La dimensione è molto importante, infatti non possiamo impiegare un mulinello troppo grande e pesante, ne risentirebbe l’intera bilanciatura dell’attrezzatura, ma nemmeno troppo piccolo, abbiamo bisogno di nylon per raggiungere distanze talvolta importanti.
Un buon compromesso è uno di taglia 4000, anche se la taglia, comunque, varia secondo l’azienda produttrice. Occorre comunque un prodotto che abbia una buona capacità di bobina almeno 200 metri di 0,25.
Nylon
Il mulinello deve essere caricato con del nylon di qualità. Impiegheremo monofili particolarmente adatti per la pesca in acqua salata.
Una delle caratteristiche principali che devono avere questi nylon è sicuramente quella di resistere all’abrasione e alla corrosione del salmastro.
Si consiglia l’acquisto di bobine da 1000 metri, in modo da avere sempre una buona scorta di filo.
Accessori importanti
Sia che si peschi da un comodo muro di una diga foranea che da una più scomoda scogliera, abbiamo bisogno di un treppiedi per posizionarci le canne in pesca, almeno due.
Questo indispensabile accessorio deve possedere gambe telescopiche di una lunghezza superiore al metro, in modo da poter fissare il “cavalletto” in tutte le postazioni. Si consiglia di acquistare dei treppiedi in alluminio perché questo metallo non subisce l’ossidazione una volta a contatto con l’acqua. Un accessorio che potremo impiegare anche per la pesca a surf casting.
I pasturatori
Pescheremo a feeder e lo faremo con dei pasturatori particolarmente mirati all’occasione.
Impiegheremo soltanto quelli a forma di parallelepipedo o “saponetta” come si dice in gergo, in modo da avere una buona stabilità sul fondo anche in caso di forte corrente. Si consiglia di acquistare dei pasturatori che abbiano una forma molto compatta in modo da annullare il più possibile l’attrito della forza della corrente.
E’ assolutamente sconsigliato l’uso di feeder cilindrici perché ruoterebbero sul fondo rendendo vana la pasturazione e l’azione di pesca.
Trucchi e malizie
Tutte le volte che ci troviamo di fronte zone di pesca caratterizzate da una forte corrente, abbiamo l’inconveniente che la forza di quest’ultima svuoti subito il feeder.
In commercio esistono dei feeder realizzati dalla ditta Stonfo con la particolarità di poter agire sull’apertura e chiusura dei fori. In questo modo potremo decidere l’apertura dei fori in base alla corrente.
Se al momento non si dispone di questi pasturatori, possiamo chiudere i fori avvolgendo del nastro isolante.
Realizziamo la lenza
La costruzione della lenza per esercitare questo tipo di pesca è semplice e veloce.
Sulla lenza madre dello 0,25 andremo ad inserire un anti-tangle rigido e fornito di girella con moschettone dove andremo ad attaccare il feeder.
Di seguito inseriremo una salva-nodo in gomma. Tramite una girella semplice del n. 14 collegheremo il terminale di almeno 120 dello 0,14 cm alla madre lenza. Un amo del n. 14 completerà il tutto.
DA SAPERE
Può capitare che i movimenti di marea formino dei giri d’acqua particolarmente turbolenti creandoci dei problemi al terminale facendolo avvolgere su se stesso creando dei garbugli. In queste situazioni ci rimane molto difficile stare in pesca.
Per far fronte a questo inconveniente ci conviene creare una brillatura ricavata da un intreccio con del nylon di diametro importante, almeno uno 0,25, dove poi ci sistemeremo il terminale, in questo caso di lunghezza pari a 70/100 cm.
Bigattino & C.
Come abbiamo detto in apertura, impiegheremo i bigattini come esca e come pastura, preoccupandosi di curare al massimo l’innesco e la pasturazione.
Ci teniamo a precisare che la pesca in mare è molto fallace, quindi dobbiamo dare tutto per avere la meglio su questi difficili pesci. Si consiglia, quindi di portarsi a presso sempre almeno un’esca alternativa.
Ottimo il verme americano, un anellide assai apprezzato dalle orate e da tutti gli altri pesci di mare.
Dato che non ci sarà la minutaglia a rovinarci l’esca, si consiglia di acquistare americani di piccole dimensioni ed innescarli per intero con l’ausilio dell’apposito ago reperibile nei negozi di pesca.