Chi pesca le trote in laghetto, non può non dedicarsi alla pesca alla tremarella, che risulta essere la “regina” tra tutte quelle utilizzate in pesca.
La canna corta e sensibile come se fosse il prolungamento del braccio, una lenza semplicissima e contatto diretto con la mangiata rappresentano davvero l'essenza della pesca alla trota in laghetto. Vediamo ora tutto quello che c’è da sapere su canne, mulinelli, lenze e modalità di pesca.
Le , devono essere morbide e sensibili al punto giusto da poter scorgere impercettibili mangiate,ma allo stesso tempo “decise e con una buona riserva di potenza” se c’è da fare velocità e la sua lunghezza si aggira di solito tra i 3,60 ed 4 metri.
A questa abbineremo un mulinello compatto e leggero di taglia 2500/3000, ed in questo caso non fa nessuna differenza se frizione anteriore o posteriore visto che in questa tecnica, è praticamente inutile nel 99 % dei casi.
Per quanto riguarda la lenza, quella da cui partire è semplicissima, ma soino tutte le varianti apportabili a questa a determinare il fatto di riuscire a prendere più o meno pesci nel medesimo spazio temporale.
Per costruire la lenza da cui partire facciamo passare la madrelenza, in questo caso del 0.16/0.18, all’interno di un piombino tipo “short” da 3 grammi. Fermiamo il piombino con una girella tripla rolling”e terminiamo il tutto con un finale da 60/70 cm del 0.16 e con un amo a gambo sottile adatto per l'innesco di esche in rotazione del numero 7/8.
Piombo o No?
In commercio esistono piombini da trota lago di tutte le misure e di tutte le forme, “nudi” o incapsulati in plastica, con astina o senza ed ognuno di questi ha un’azione ben precisa, sia durante l’affondamento che durante il recupero, non esiste una vera e propria regola sul loro utilizzo, starà a noi trovare il giusto compromesso durante le varie fasi.
A grandi linee possiamo riassumere che un piombino short opporrà affonda più velocemente di uno slim e per la stessa ragione però se recuperato tenderà a risalire più difficilmente. In fase di stallo durante una lenta mangiata, sempre il primo, opponendo maggiore resistenza, sarà più facilmente avvertito dal pesce.
Per quanto riguarda invece l’incapsulamento o meno del piombo, è chiaro che applichiamo ad esso un qualunque materiale con peso specifico minore diminuirà di conseguenza il peso specifico totale dell’attrezzo e quindi la sua potenzialità d’affondamento.
La Lunghezza del Terminale
Anche modificare la lunghezza della utilizzata, in funzione dell'avanzare della giornata e del cambio di comportamento dei pesci, risulta un particolare tecnico di fondamentale importanza.
Possiamo partire da 40 – 60 cm di 0,16-0,18 nella pesca iniziale in gare e passare a 60 – 80 cm di 0,16-0,14 nella pesca libera o nelle fasi centrali di una manifestazione agonistica. Poi, di conseguenza, ci affineremo e ci allungheremo arrivando anche ad utilizzare 110/130 cm dello 0, 12 o dello 0, 10 quando c’è da fare ricerca estrema, quando il terminale sottile ci consente maggiore naturalezza e morbidezza all’esca e al suo movimento.
Gli Ami
Possiamo iniziare anche con un numero 6 se c’è da fare pesce, per poi passare ad un numero 7/8 innescando un caimano bianco o due camole e appena il pesce comincia a non mangiare più scendere ancora di due misure per arrivare ad un numero 10 per inneschi singoli.
Gli devono essere sempre leggeri, a filo sottile ed adatti all'innesco di esche che devono poi ruotare alla minima sollecitazione.
Azione di Pesca
Una volta innescato, lanciamo la lenza alla massima distanza raggiungibile e non appena il piombo toccherà l’acqua chiudiamo l’archetto e iniziamo immediatamente il recupero alternando periodi di recupero veloci e caratterizzati da movimenti a “tremare” della canna a più brevi e lineari, fino a quando il piombo non avrà raggiunto l’ultimo cm di acqua disponibile.
Il pesce infatti spesso mangia anche sotto i nostri piedi, con esca in emersione e piombo fuori dall’acqua o quasi.
Con un'azione del genere si esplorano le fasce superficiali del laghetto e quindi, in soldoni, si pesca a galla. Se la fascia d'acqua scelta è quella giusta quasi sicuramente avremo un'abboccata, altrimenti sarà il caso di cercarle più in basso,semplicemente rilanciando e contando fino a 3 prima di partire con il recupero.
Ripetiamo le medesime operazioni aumentando di volta in volta i secondi di discesa. Non appena troveremo la fascia d'acqua in cui stazionano le trote non faremo altro che ripetere il conteggio del lancio andato a buon fine e saremo sicuri di passare di nuovo da quelle parti.
La mangiata sarà facilmente avvertibile sulla vetta della canna, molte volte decisa e ben assestata alla quale è bene rispondere con un altrettanto decisa ferrata e con un recupero immediato.
Specie in ricerca durante le gare o anche nelle pescate per diletto, a volte la mangiata si avverte molto meno decisa e fatta di piccoli accenni e vibrazioni sui quali dovremo fare molta attenzione, accompagnandola ta senza far calare la lenza e quindi la zavorra verso il fondo e ferrare solo al momento della massima trazione.