Storia ed Evoluzione del Cucchiaino Rotante

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Una delle esche più usate nello spinning è senza ombra di dubbio il cucchiaino rotante. Ma non solo, sono poche le esche artificiali da spinning che possono vantare una così elevata efficacia su un alto numero di specie di pesci predatori, in una varietà così elevata di ambienti e nelle acque di tutti i continenti.

A distanza di quasi ottant'anni dalla sua comparsa nel panorama della pesca sportiva, e nonostante negli anni le proposte del mercato in questo campo si siano fatte sempre più valide e variegate, questa semplice esca, ancora oggi, è il simbolo dello spinning alla trota in torrente.

Le origini dell'invenzione del cucchiaino rotante sono da ricercarsi negli anni a cavallo fra i due conflitti mondiali. In quel periodo spesso la pesca più che ricreativa era ancora un attività di sostentamento, e chi la praticava si costruiva da solo e con materiali di recupero buona parte dell'attrezzatura.

Nonostante sia difficile sapere con precisione se esistessero già delle esche simili prodotte per utilizzo personale da qualche ingegnoso pescatore, la paternità del più classico dei modelli di cucchiaino rotante è attribuita a monsieur Andre' Meulnart che nel 1938 deposita il brevetto del classico rotante mepps (acronimo di Manufacturieur d'Engins de Precision pour Peches Sportives). 

La maggior diffusione di questa esca però è stata garantita dall'americano mr. Todd Sheldon che, dopo aver importato i cucchiaini francesi costruiti artigianalmente, ne sviluppò la produzione in serie a partire dal 1956.

L'altro storico modello di cucchiaino rotante, caratterizzato dalla paletta che gira direttamente sull'asse e conosciuto come rotante Martin è invece una geniale realizzazione del polacco Stanislao Kuckiewicz Romika negli anni '40.

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Giusto citare poi, soprattutto per chi pesca in torrenti con forti correnti, il rublex Veltic (modificato), caratterizzato da una paletta simile al classico mepps comet ma piatta, con un corpo conico molto allungato che termina con l'aggiunta alla base di qualche piumetta.

Per dovere di cronaca bisogna però dire che questi cucchiaini “moderni” hanno degli antenati risalenti alla fine del 1800, quando, negli Usa molti ingegnosi pescatori sfornavano prototipi di esche artificiali di ogni foggia e misura.

I precursori del rotante moderno sono senz'altro la “WD lure” di William Chapman (1850 circa), che in realtà era una via di mezzo fra un rotante ed un ondulante, gli spinner di Julio Buel “JT BUEL lure” del 1852 (molto simili ad un classico rotante senza però una zavorra come corpo) e, più di tutte, il Brush “floating spinner” (brevettato il 22 Agosto del 1876) che ricorda in tutto e per tutto un cucchiaino rotante ma che aveva un corpo galleggiante in legno che ne limitava l'azione in superficie e la paletta che non era inserita in un cavalierino ma direttamente per la sua estremità sull'asse.

Il cucchiaino rotante è di per sé un artificiale abbastanza semplice nella sua composizione.

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Si tratta di un asse principale realizzato con un filo di acciaio rigido dove all'estremità inferiore è collegato l'amo (o più classicamente l'ancoretta).
Il corpo principale è una zavorra cava che viene inserita nell'asse principale, insieme a delle sfere rigide che servono a supportare la rotazione di quello che è il “motore” dell'esca:
una paletta in metallo, inserita su una “U” sempre in metallo (detta “cavalierino”) collegata all'asse e che ne garantisce la rotazione in acqua mediante l'attrito che l'acqua stessa esercita sulla paletta.

Nell'immagine sottostante si possono vedere le diverse parti che compongono un classico cucchiaino rotante...e lo stesso assemblato e pronto ad essere utilizzato.

Le variazioni sul tema di questo semplice schema costruttivo sono molteplici e molto variegate. La più famosa e importante è quella dei modelli Martin, in cui viene eliminato il cavalierino e la paletta viene inserita direttamente nell'asse del rotante e sagomata con una forma particolare divenuta inconfondibile.

Per l'appunto si possono differenziare i diversi tipi di rotante in base alla forma della paletta. Le pale tondeggianti sono dette “colorado”, quelle di forma un po' più allungata sono le classiche “francesi” o “indiana” , mentre quelle più strette ed allungate sono dette “willow leaf” (letteralmente “foglia di salice”) o “long”. Oltre queste come abbiamo accennato c'è poi la classica pala “martin”.

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Altro elemento molto variabile è il corpo principale, solitamente di forma cilindrica (mepps), a goccia (martin) o conica (veltic) ma spesso di forme fantasiose; svasate, tondeggianti a fuso e chi più ne ha ne metta.

Altre varianti sono i “tandem”ossia dei rotanti con due palette inserite una dopo l'atra nell'asse del cucchiaino e ditanziate da palline rigide per garantire la rotazione. Questo espediente ha consentito di aumentare visibilità e vibrazioni prodotte iun acqua.

Le misure in cui si possono trovare questi artificiali sono varie e vanno da circa un grammo fino a oltre 20-30 grammi per i modelli dedicati ai grossi predatori come il luccio. Per il torrente quelli più utilizzati vanno da un grammo ai 9-10 grammi.

Il rapporto fra la dimensione ed il peso del cucchiaino possono essere espressi anche in funzione della misura della pala, che per i modelli da torrente va dallo “00” (circa un grammo) al “3” (circa 7 grammi) per i modelli stile mepps mentre i martin indicano col numero sulla paletta il peso del cucchiaino. 

Come funziona un cucchiaino rotante? Beh meccanicamente l'attrito che si produce fra l'acqua e la paletta durante il recupero fa si che la paletta giri vorticosamente sull'asse dell'artificiale. Ciò è possibile perchè la paletta grazie al montaggio sul cavalierino o sull'asse e l'utilizzo di perline e/o conetti in metallo o materiale rigido crea con l'asse stesso un angolo che ne consente la rotazione.

Il bilanciamento fra dimensione della paletta e peso del corpo è fondamentale perchè una paletta troppo grande creerebbe un movimento rotatorio troppo ampio che porterebbe in rotazione tutto il cucchino mentre un corpo pesante non inficia la rotazione ma causa un affondamento troppo rapido.

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La differenza nelle vibrazioni prodotte dalle varie forme delle palette risiede pertanto nell'angolo di rotazione. Una pala “colorado” crea un angolo di circa 60° col corpo del cucchiaio, una pala “comet” di circa 45/55° mentre una pala allungata si attesta sui 30/40°. Più è ampio l'agolo e più è ampia la rotazione, con una frequenza più bassa.

Un principio di base per la scelta di quale modello utilizzare può essere fatta mettendo in relazione le caratteristiche delle acque che affrontiamo con quelle dei vari tipi di rotante.

Acque veloci richiedono pale allungate, forme del corpo coniche o simili e un discreto peso del corpo stesso. Le piane a corrente lenta invece sono il regno delle pale rotondeggianti e dei corpi cilindrici. 

Ovviamente qualsiasi rotante può essere usato ed essere efficace in qualsiasi tipo di acque, la cosa fondamentale è “stare in pesca”, riuscire cioè a presentare, senza che sia alterata l'azione, il cucchiaino nelle zone di caccia delle trote.

Per quanto riguarda i colori c'è poco da dire. O meglio diciamo poco perchè ci sarebbe davvero troppo di cui parlare. I colori principali sono quelli di pala e corpo che possono essere uguali o a contrasto.

I colori classici sono argento, oro, bronzo, nero, giallo/arancio fluo. Sia con pallini neri/rossi/blu sia a tinta unita. I corpi invece sono spesso del colore del metallo con cui son costruiti, senza ulteriori colorazioni se non delle righe rosse. 

Nei modelli col corpo in piombo (martin e veltic) solitamente il corpo viene colorato perchè questo metallo, a differenza ad esempio dell'ottone, lo scurimento avviene rapidamente e renderebbe buona parte dell'artificiale poco attirante.

Al giorno d'oggi, ovviamente, il mercato offre colorazioni di qualsiasi tipo su tutti i modelli di cucchiaini rotanti.

Perchè una trota (o un altro predatore) attacca un cucchiaino rotante? In passato era forte la convinzione che venisse scambiato per un insetto o per un piccolo pesce. 

Al giorno d'oggi invece, assodato il fatto che un predatore non attacca un esca artificiale solo per fame, si considera il rotante un esca di reazione, un esca cioè che viene attaccata d'istinto ed in velocità, secondo meccanismi istintivi di predazione, difesa del territorio o risposta impulsiva ad uno stimolo visivo/uditivo/di percezione delle vibrazioni.

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