La dedicata alla trota lago ha avuto, nell'ultimo decennio, una importante e al tempo stesso sbalorditiva evoluzione; merito senza dubbio di nuovi materiali, di continui test sul campo e, perché no, anche dell'aumento della competenza tecnica dei pescatori.
Proprio nel settore trota lago, a differenza di altre tecniche di pesca, si è assistito ad un maggiore incremento delle“azioni”e dei modelli di canne.
Canna da Tremarella
Ma facciamo un po' di chiarezza, prima di entrare nello specifico. Per canne da “tremarella” si intendono canne ad azione “morbida” in grado di pescare agevolmente con grammature inferiori a 5 grammi; sono di fatto utilizzate nei laghi di piccole dimensioni e/o quando è necessario pescare a poca distanza da riva.
Canna per la Bombardina
Le canne da“bombardina” risultano invece indispensabili nei laghi medio-grandi, quando cioè è necessario lanciare piombi di peso variabile tra 8 e 12 grammi. Questo tipo di azione risulta indispensabile per pescare con i famigerati “razzetti”, durante i periodi più caldi dell'anno.
Le “Spingarde”
Le “pesanti” sono quelle necessarie per pescare a bombarda, con piombi di peso superiore a 15 grammi; questi attrezzi, malgrado quello che si possa pensare, sono solitamente dotati di cime comunque molto sensibili, che permettono di percepire le mangiate anche a notevole distanza.
L'Azione della Canna
Facilmente visibile anche dalla sua lunghezza; le canne da piombino non superano i 4 m, mentre quelle da “bombardina” sono caratterizzate da una lunghezza mediamente pari a 4,20 m. L'azione più pesante, ovvero quella che appartiene alle canne da “bombarda”, ha invece una lunghezza variabile tra i 4,40 e i 4,70m.
Riassumendo, si può quindi affermare come i tipi di azione siano essenzialmente due: parabolica e di punta. La parabolica è tipica delle canne adatte per pescare con grammature leggere o medio-leggere (fino a 10 grammi), il che facilita il movimento dell’esca imprimendo alla canna continue sollecitazioni.
Si tratta praticamente della pesca a tremarella, dove la morbidezza e la parabolicità della canna sono indispensabili per rendere più efficace il movimento dell’esca. Sotto sforzo, ovvero con una preda allamata, questo tipo di canna disegna una curva che coinvolge buona parte del fusto.
L’azione di punta è invece tipica delle canne da bombarda, in cui è necessaria una certa rigidità e un certo “nerbo” per poter lanciare grammature significative; in questo caso, sotto sforzo, si piegheranno solamente le ultime porzioni della canna.
Il “Modulo”
Lasciando perdere definizioni troppo teoriche, il “modulo” che va considerato è quello “elastico” del materiale, che corrisponde “alla capacità di quest'ultimo di tornare allo stato iniziale prima dello sforzo”. Praticamente, quindi, aumentando il modulo del materiale aumentano le prestazioni dello stesso in fatto di rigidezza e sensibilità mentre diminuisce il peso.
La Placca Portamulinello
Il posizionamento della placca è fondamentale per impugnare correttamente l'attrezzo e per pescare in maniera confortevole; in linea generale, una buona regola è quella di ubicarla ad una lunghezza dal manico uguale a quella del proprio avambraccio.
In realtà, basta fare alcune prove prima di posizionarla definitivamente: si allunga la canna e, con la placca e il portamulinello tra le dita fare alcuni tentativi fino a trovare la posizione più idonea. E’ importante sottolineare come il peso del mulinello aiuti a bilanciare il peso della canna; per questo fatto, un corretto posizionamento della placca è fondamentale.
Impugnatura
Il manico della canna è una parte molto personalizzabile; tanti pescatori preferiscono lasciarla “nuda”, altri la ricoprono con guaine di svariati colori.
E' semplicemente una questione di gusti; negli anni ‘90 la guaina era molto in voga, adesso invece la moda è quella di non utilizzarla. Va però precisato come, soprattutto negli ultimi tempi, le case produttrici “dotano” l’impugnatura della canna di strutture antiscivolo che ne aumentano il grip.
Anelli: Quali Scegliere?
Di ne esistono e ne vengono commercializzati svariati tipi, con differenze di prezzo molto significative tra loro. Avere anelli di buona qualità significa ottenere uno scorrimento del filo più fluido e più facile ed evitare sostanzialmente che con il passare del tempo il deterioramento dell’anello comprometta anche l'integrità del filo.
Un anello è costituito generalmente in pietra dura, con una parte interna in cui scorre il filo ed una parte esterna composta dal telaio e dai sostegni.
La differenza tra gli anelli è principalmente legata al materiale di realizzazione; i più costosi, ma anche i più resistenti e qualitativamente migliori sono i cosiddetti “SiC” (diminutivo di carburo di silicio), caratterizzati da materiale più duro, liscio e levigato.
Altro fattore molto determinante è il peso: con gli anelli in SiC il peso del “montaggio” diminuisce, liberando la canna da pesca da pesi superflui.
Quindi, abbiamo la possibilità di scegliere tra molti prodotti, passando da anelli che costano 0,50 euro ad anelli da 20 euro (al pezzo)! A questo punto, dopo la legatura, la canna costerà significativamente di più e avrà acquistato un valore aggiunto.
La scelta della giusta tipologia di anelli, a parità di canna, potrà far variare le sensazioni in pesca; praticamente, non ci sembrerà di avere in mano la stessa canna.
Altra distinzione fra le tipologie di anelli è quella relativa alla lunghezza del gambo: gli anelli a gambo corto mantengono il filo più vicino alla canna, mantenendo il filo “in asse” soprattutto nelle parti apicali della canna.
La tipologia a gambo lungo consente di mantenere il filo più staccato, particolare questo molto importante in caso di pioggia o forte umidità in quanto evita che il filo si “incolli” al corpo della canna. Un anello a ponte corto mantiene praticamente intatte le caratteristiche di rigidità e prontezza che la canna aveva prima del montaggio.
Per quanto concerne la disposizione degli anelli, la regola fondamentale da seguire è una soltanto: il diametro degli anelli deve decrescere verso la cima della canna.
Questa “banalità”, facilmente intuibile, consente di fatto di avere un’ottima distribuzione del peso, unitamente a facilitare lo scorrimento del filo che fuoriesce dal mulinello.
Parlando di misure, per le canne da piombino si parte con anelli di diametro compreso tra 6 e 8 mm, mentre per le canne da bombarda si può arrivare tranquillamente anche a 16.
Altro discorso molto importante è la distanza tra loro; in questo caso, la soluzione giusta è quella di “scalare”, ovvero diminuendo la distanza verso il cimino in modo da assecondare nel migliore dei modi la curvatura della canna.
Per quanto riguarda il numero di anelli da utilizzare non esiste una regola fissa, dipende dal tipo di canna; attualmente il numero medio varia da 11 a 14. A parte gli anelli fissi, sulle cime si utilizzano i cosiddetti “scorrevoli”, ovvero anelli legati su tubetti di carbonio che di fatto scorrono sul cimino e si posizionano alla distanza prefissata; questo particolare è di fondamentale importanza per ottenere una curva armonica e senza spigoli.
Montare la Canna in Spina, Cosa Significa?
In poche parole vuol dire seguire la naturale piega della canna, ovvero l'attrezzo si piega secondo la direzione delle fibre di carbonio; tale fatto è fondamentale soprattutto nelle prime sezioni, quelle che si flettono di più. Sicuramente seguire la spina è un dettaglio importante.
Il Montaggio
Per la legatura degli anelli si utilizzano di solito fili pre-impregnati che hanno il vantaggio di conservare la loro colorazione iniziale anche quando li andremo a laccare.
L'anello deve essere posizionato sul corpo della canna e fissato con una normale colla a caldo; successivamente andrà eseguita la legatura con un filamento.
Attenzione: se si sceglie di utilizzare dei fili non pre-impregnati, sarà necessario posizionare del nastro tra il carbonio della canna e l’anello perché con il passare del tempo il colore del filato potrebbe scurirsi e perdere le iniziali caratteristiche di brillantezza.
Le legature, una volta effettuate, devono essere smaltate e rifinite, normalmente si utilizza una colla “bicomponente”, ovvero formata da due diversi materiali che si uniscono al 50%, che deve essere stesa sulla legatura mediante un piccolo pennello.
L’asciugatura deve avvenire in un ambiente non umido e su particolari strutture dette “girarrosti” che permettono alla canna di girare su se stessa evitando alla colla di formare grumi o gibbosità.
Ultimamente, soprattutto nel caso di numerose legature, viene impiegato il “fornetto”. Una volta stesa sulle legature una particolare resina, le legature vengono fatte asciugare in una particolare scatola provvista di una luce azzurra che polimerizza la resina.
Questo metodo è notevolmente più veloce.