Il Pesce Gatto Americano, noto anche come Channel, è una specie d’acqua dolce originaria del bacino del Mississippi che si è stata introdotta in Europa nel secolo scorso, diffondendosi poi progressivamente. Oggigiorno, in molti corsi d'acqua della nostra penisola è presente questa tipologia di pesce molto divertente anche perché oltre ad essere vorace diventa anche di dimensioni importanti.
Il momento migliore per pescarlo è proprio prima del periodo invernale poiché non è abituato alle basse temperature, quindi entra in una sorta di letargo per tornare ad essere attivo in tarda primavera con le prime piene fluviali e giornate più miti.
Vediamo insieme le esche l'attrezzatura e gli approcci migliori per tentarne la cattura.
Ami e trecciato
Dopo aver scelto una canna molto robusta (ottima una specialist con TC da 1.25/1.50 lb) e un mulinello altrettanto importante caricato con del nylon a bassa elasticità, di diametro compreso fra lo 0,26 e lo 0,30, è il momento di preparare il basso lenza.
Il “free line fishing” prevede di legare l’amo direttamente alla lenza madre, l’assenza di zavorra nel lancio è compensata dal peso dell’innesco. Si tende a preferire di interporre fra lenza madre e terminale una robusta girella. Questo ci permette di creare un ipotetico punto di rottura in modo da avere la certezza, in caso di combattimento fallito, di perdere solo il terminale senza il rischio di lasciare in bocca al pesce, oltre all’amo, svariati metri di filo.
L’uso di un terminale trecciato, da 10 lb a 15 lb, ci regala altri vantaggi: una maggiore morbidezza, un’alta resistenza all’abrasione ai piccoli denti dei channel ed il fatto che, a palla confezionata, il trecciato ha minore propensione a “tagliare” l’innesco favorendo il distacco dello stesso.
Per ultimo, considerata la morfologia della bocca di un channel, il palato molto duro e l’assenza di parti molli estese serve solo una cosa: ferrare con molta forza, non è raro, vista la quantità dei pesci presenti, che l’allamata avvenga da fuori, sul corpo del pesce, vivamente consigliato quindi l’uso di ami barbless o dall’ardiglione schiacciato.
Approcci alternativi
Il free line fishing è il modo più brutale per approcciare diversi spot e i suoi abitanti. Se non avete voglia di fare tiro alla fune o se, semplicemente, volete provare a incontrare qualche pesce che non sia un channel, ci sono delle valide alternative.
La bolognese permette di intercettare carpe, cavedani e i grossi cefali del basso corso dei fiumi in autunno. Partite dal presupposto che se l’esca arriva sul fondo con molta probabilità sarà ghermita da un ictaluride baffuto, quindi largo spazio a montature che lavorino staccate dall’orgia sul fondale oppure che entrino in pesca favorendo la lenta calata dell’innesco, spesso gli altri pesci pattugliano proprio i primi strati dell’acqua vuoi per le alte temperature ancora tipicamente estive vuoi per la furiosa concorrenza al piano terra.
Stesso discorso dicasi per la roubaisienne, in ogni caso, se scegliete il galleggiante, canne e lenza adeguati, veder saltare vetta o sottovetta non è mai un bello spettacolo.
Anche una robusta match rod da 4,50 può avere un senso, specie se il vento prende d’infilata il fiume, con l’ulteriore vantaggio di poter sondare zone di pesca lontano da riva alla ricerca dell’incontro con pesci di taglia.
Un feeder inteso nel modo più classico offre la possibilità di scandagliare zone di pesca diverse, potendo optare fra i vari tipi di zavorra in relazione al tipo di pasturazione scelto. Unica cosa da evitare è il method, con i channel in piena attività il rischio che si corre è quello che il pesce ingoi tutto il method e non solo l’innesco.
Innescare il pastarello
Tornando al “free line fishing, diciamo subito che per ottimizzare la tenuta dell’innesco è necessario seguire alcune piccole regole. Partendo da un normale mix commerciale dolce o salato, uniamo una parte di farina di pesce (300/400 g ogni 2 Kg di sfarinato).
La farina di pesce aumenta la tenacità dell’impasto rendendolo maggiormente elastico e conferisce un marcato aroma attrattivo molto gradito ai pesci. L’aggiunta di macro particelle aumenta l’appetibilità del composto, quindi largo spazio all’uso di spezzati e particles.
Nelle varie sessioni dedicate a questo pesce abbiamo usato una pastura bianca a base di pane e farina di formaggio. A questa abbiamo aggiunto appunto della farina di pesce, del mais tenero al gusto “trout pellet” e qualche manciata di pellets da 3mm alla farina di halibut.
Ovviamente l’arricchimento è riservato solo all’impasto che useremo da innesco mentre per quello eventualmente da usare come richiamo si può economizzare e usare la stessa pastura arricchita con il mangime conosciuto come “Raggio di Sole” per economizzare l'uscita di pesca visto che ne servirà molta di pastura.
Per preparare l’innesco valutiamo bene la bagnatura dell’impasto, da eseguirsi in più fasi, lavoriamo per qualche secondo lo stesso con le mani poi prepariamo una palla piatta con il palmo della mano.
Al centro della palla collochiamo l’amo quindi stringiamo con forza per compattare il tutto. Nel caso l’azione di pesca non si svolga nel sottoriva e quindi se necessitiamo di lanci più lunghi aumentiamo la percentuale di legante e, per dare ulteriore uniformità alla palla, bagniamoci leggermente la mano e lisciamo la superficie prima del lancio.
Pastura sì, pastura no
Di solito, quando si arriva in loco, si cerca la cattura veloce, senza badare alla taglia dei pesci. Dopo un paio d’ore di lotta senza quartiere con ogni genere di channel, l’obiettivo da ricercare è quello di alzare la taglia dei commensali.
Si può arrivare allo scopo in vari modi, non ultimo quello di ingrandire il volume dell’innesco secondo l’equazione boccone grosso= channel grosso. Non sempre è così. I channel arrivano velocemente sulla pastura, spesso seguendo solo il rumore della palla e, se sono particolarmente attivi, proprio i più piccoli sono i più veloci.
Nelle ultime uscite è capitato di catturare gli esemplari più grossi lanciando fuori dalla zona pasturata, o nella stessa zona diminuendo se non cessando del tutto l’azione di pasturazione integrativa rispetto a quella fornita dalla palla.
Spesso un lancio a caso in una zona “vergine”, magari più staccata da riva, produce le catture più interessanti, quasi a porre l’accento sul fatto che la mancanza di un tappeto attirante regali maggiori probabilità di ferrare il pesce della giornata se non quello dell’anno.
Alternativa da tenere presente quando la “monotonia” di catture medie diventa pesante da sostenere è quindi quella di cambiare zona o cessare del tutto la pasturazione a mano.