Per anni croce e delizia, ad esclusivo appannaggio dell’agonista di pesca al colpo, fouilles e ver de vase, da qualche tempo ormai, hanno fatto la loro comparsa anche nel mondo della pesca a feeder, specialmente da quando numerose competizioni ad alti livelli vengono svolte su pesci come le breme.
Di cosa si tratta? Il ver de vase non è altro che una larva di chironomo, che vive ovunque ci siano acque pulite, non molto fredde e con pochissima o addirittura prive di corrente. All’occhio appare come un piccolo verme dal colore rosso rubino che risulta molto vivace quando è immerso in acqua. Nelle fasi di pesca viene utilizzato esclusivamente come innesco.
Anche il fouilles è una larva, una sorta di variante del medesimo chironomo, ma vive in acque decisamente più sporche e ricche di sedimenti organici che utilizza per il proprio nutrimento. Anche il fouilles è molto vivace in acqua, è del medesimo colore del ver de vase, ma è decisamente più piccolo e per questa ragione viene utilizzato per le fasi di pasturazione misto a terra di somma, di riviera o alla più conosciuta bentonite.
Abbiamo esordito dicendo “croce e delizia” in quanto sia l’uno che l’altro sono decisamente difficili da utilizzare, soprattutto per i novizi, e un errore nelle dosi o nella preparazione, spesso e volentieri, piuttosto che facilitare la pesca danno l’effetto contrario.
Nei successivi paragrafi vedremo come prepararlo e come utilizzarlo.
Il Fouilles
Il fouilles ci viene venduto in confezioni da mezzo litro o, al massimo, da un litro e viene conservato, ancora “incollato”, all’interno di fogli di giornale bagnati e conservati al fresco.
Nelle competizioni dove è permesso il suo utilizzo, di solito viene effettuato il controllo esche e di conseguenza, la prima operazione che dovremo effettuare, sarà quella di trasferirlo, con molta delicatezza, dal foglio di giornale all’interno dell’apposita matrioska. Solo dopo il termine dell’operazione di controllo, come per tutte le altre tipologie di esche, potremo andare a lavorarlo.
Prendiamo un normale secchio graduato nel quale, solitamente, impastiamo il nostro sfarinato, e sempre con accurata delicatezza, facciamoci scivolare dentro la massa di fouilles ancora decisamente viscida e appiccicosa.
A questo punto, muniti di un sacchetto di bentonite, una sorta di terra finissima e disidratata comunemente reperibile in commercio, spolveriamo il nostro fouilles con una trentina di grammi della suddetta polvere per mezzo litro e attendiamo qualche minuto.
Le larve, pian piano, semplicemente per mezzo del loro movimento, cominceranno a cospargersi di bentonite la quale, da subito, andrà ad asciugare la parte “appiccicosa” e farà sì che la palla informe iniziale si trasformi in un soffice tappeto di singoli vermicelli ben divisi tra di loro e decisamente più vivaci di prima.
Un paio di rapidi movimenti rotatori del secchio in modo da scollare le ultime larve e il gioco è fatto, ora spetta a noi decidere come eseguire la pasturazione.
Fasi di pasturazione
Data la ridottissima dimensione e la sua innata propensione a salire dal basso verso l’alto e la delicatezza, non sarà facile decidere come veicolare in acqua in prezioso fouilles per far sì che sia davvero attirante.
I modi più comuni sono due: sfuso in pastura e a palline incollate con la bentonite. Nel primo caso, di lancio in lancio, ne prenderemo semplicemente un pizzico e lo inseriremo all’interno del feeder misto allo sfarinato.
Questa operazione va fatta di volta in volta e senza schiacciare in modo deciso la pastura in quanto, vista la loro natura, deperiscono molto in fretta a contatto con sostanze acide (pastura) e soprattutto scoppiano e diventano inutilizzabili se compressi con decisione.
L’utilizzo del fouilles sfuso è da preferire per la pesca in spot dove abbondano pesci piccoli e il numero conta più della taglia. Qualora invece la nostra esca sia destinata a pochi pesci e ben più sostanziosi, dovremo andare a bagnare con l'erogatore il misto di fouilles scollato e bentonite in modo da creare piccole palline di composto (simili al pongo), che andremo a lanciare tramite il feeder laddove decideremo di pescare.
Con questo sistema, le larve, costrette dentro la terra, non avranno modo di muoversi liberamente e sarà il pesce che dovrà andare a disgregare le nostre palline per liberare il nutrimento, peculiarità questa dei pesci un po’ più di taglia.
Ver de vase
Passiamo ora all’innesco e di conseguenza al ver de vase. Leggermente più grande del fouilles si adatta meglio alle operazioni di innesco, ma anch’esso va lavorato con estrema cura e delicatezza.
Durante la pesca è bene conservarlo in un recipiente con acqua fresca che di tanto in tanto andremo a sostituire e va innescato su un amo dal 18 al 22 dotato di gambo a filo sottile in modo da non lederne la vitalità. Nella maggioranza dei casi è preferibile utilizzare più fili alla volta.
Se la pesca è lunga e la potenza del lancio tende a deteriorare l'innesco, è sempre meglio accoppiare i tre o quattro fili di ver de vase ad un piccolissimo vermetto o ad un bigattino o addirittura ad un pinkerino.
Questa facile escamotage ci permetterà di giungere in pesca comunque muniti di un’esca, anche nel caso in cui il delicato chironomo venisse strappato o deteriorato durante il lancio.