Il Corretto Utilizzo dei Cereali come Esca per la Pesca al Colpo

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Il mais non è l’unico cereale che piace ai pesci. Ce ne sono altri come grano, farro, orzo e kamut che possono interessare i pescatori dediti ai ciprinidi.

Durante i periodi caldi, uno dei problemi più difficili da risolvere è quello dello strapotere della minutaglia che, in molti casi, impedisce di pescare con diversi tipi di esche. La prima fra tutte queste è il bigattino, ma talvolta anche l'innesco di orsetti, vermi anche di grossa taglia e altre esche di origine animale è quasi impossibile. Perfino con i caster e con il pellet, a volte, è complicato giungere sul fondo.

Ci sono posti nei quali le alborelle corrono al minimo tocco dell'amo innescato sulla superficie dell'acqua, in altri i cebacek con quella bocchina dura ed appuntita tritano qualsiasi cosa da mangiare capiti a loro tiro. E poi ci sono persici sole, scardoline eccetera che non si fanno certo pregare per ingoiarvi l'esca.

Tutto questo accade prevalentemente nei laghi, compresi i carpodromi nei quali il gestore non si è preoccupato di immettere qualche predatore per limitare il numero dei “piccoletti”.

Quando accade questo, bisogna arrangiarsi in qualche modo e si devono fare i conti anche con i regolamenti particolari di ciascuna delle strutture nelle quali andiamo a pescare. In alcune non sono permessi i pellet che sono un buon viatico per scansare alborelle & C. e poi bisogna tener conto anche di quei laghi nei quali, pur non essendoci il problema dei pesciolini, non si possono usare i bigattini e nemmeno i caster e il pellet.

I metodi per aggirare l'ostacolo esistono. Ad esempio, possiamo pescare con il pastarello, oppure innescando la pasta alimentare cotta, ma il sistema che va per la maggiore è l'innesco del mais, usandolo anche per la pasturazione.

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Esca a buon mercato, pulita, facile da usare ed innescare, queste sono le chiavi del successo di questo cereale che ormai i pesci conoscono talmente bene da essere ben accetto in tutte le stagioni.

Ma “cereali” non vuol dire solo mais e per chi è sempre alla ricerca di novità e non si ferma alla prima esca che trova provando soddisfazione anche nel trovare qualcosa di diverso, suggeriamo di provare con altri cereali, quelli più comuni e che abbiamo sottocchio ogni volta che andiamo al supermercato nello scaffale dei legumi secchi.

Ci stiamo riferendo all'orzo perlato, al grano, al farro e a tutti gli altri cereali che questa volta, invece che per la zuppa di verdure, utilizzeremo per far abboccare dei pesci. Tutti i ciprinidi si nutrono di cereali, soprattutto quelli di taglia maggiore, sono ricchi di carboidrati, contengono un po' di proteine e, soprattutto, rappresentano davvero una buona alternativa alle esche classiche.

Riteniamo che grano, orzo e simili, permettano di fare una pesca un po' più raffinata che non la classica da carpodromo con il mais. Non sono esche, per intenderci, da massacro, ma per una pesca selettiva, per scegliere e mirare a quel pesce in particolare, difficile da prendere, perché vuole una lenza delicata, magari molto leggera, con un amo ed un'esca piccola che non può essere un bigattino perché verrebbe annientato all'istante dalle fameliche alborelle.

La preparazione

La comodità del mais è proverbiale: che sia di quello alimentare o, meglio ancora di quello preparato appositamente per la pesca, basta aprire il barattolo, “pescarci” dentro e innescare.

Tutto questo non vale per gli altri cereali. Dunque bisogna prepararseli prima della battuta di pesca e, tutto sommato, questo non è un gran male perché ci dà la possibilità, nel caso si ritenga utile di dare un tocco personalizzante a queste esche.

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Ma di questo parleremo dopo, vediamo prima quelle che sono le regole principali per la cottura. Innanzi tutto, consigliamo vivamente di mettere a bagno in acqua tiepida la quantità desiderata di grani almeno il giorno prima della cottura. Questo permetterà ai semi di imbeversi accorciando sensibilmente i tempi di cottura che può essere effettuata in modo classico, cioè con la bollitura in una pentola ed abbondante acqua, oppure, nella pentola a pressione, perché in pochi minuti si raggiunge l'obiettivo.

Si consiglia di usare i semi al naturale, ma c'è anche chi sceglie di elaborarli un po' e, prima della cottura, si può dare il primo tocco aggiungendo dolcificanti, primo fra tutti lo zucchero, o un po' di sale che permette di conservare meglio i semi cotti. Questi, infatti, hanno la tendenza a fermentare molto rapidamente, soprattutto in estate e il sale rallenta questo processo, almeno per un paio di giorni, e non è che disturbi più di tanto i pesci, anzi!

Se si sceglie di aggiungere del sale, comunque, meglio farlo a cottura quasi ultimata perché farlo subito, peggio ancora, immergere i semi in acqua già salata provoca un indurimento del tegumento e tutti sanno che un'esca dura non ha lo stesso gradimento di una bella morbida.

In ogni caso, la scelta di preparare un seme più duro, può essere una buona strategia per una pesca veloce o quando le ferrate a vuoto sono numerose e si vuole evitare il fastidio di reinnescare l'amo per la perdita dell'esca.

In ogni caso, il grado di cottura dei semi va attentamente monitorato per evitare che scuociano, soprattutto l'orzo perlato che, avendo un tegumento sottilissimo, cuoce in poco tempo e diventa inservibile se scotto.

Un altro metodo

La cottura controllata è sicuramente il miglior metodo per ottenere esche perfette, ma c'è modo di evitare di stare davanti al fornello controllando di tanto in tanto l'evoluzione della cottura. In questo caso, ci vuole un thermos piuttosto capiente dentro al quale si mettono i semi ammollati per un giorno in acqua tiepida. A questo punto si aggiunge acqua bollente e si chiude il tutto.

Dopo alcune ore i semi saranno cotti e pronti all'uso. Certo, non si può pretendere che abbiano il perfetto grado di cottura come si ottiene al fornello, ma ci si può stare. Optando per questo metodo, bisogna curare attentamente di non caricare eccessivamente il thermos perché i cereali in ammollo raddoppiano il loro volume e quindi...

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Colorazione e aromatizzazione

Sconsigliamo questa pratica in cottura. Colorare in cottura significa avere una colorazione più intensa e brillante, ma anche rischiare di fare dei pasticci e molto sporco.

Aromatizzare in cottura, invece, significa perdere parte del potere aromatizzante della sostanza impiegata per evaporazione, oltre che spandere per casa profumi che possono essere pericolosi per la propria incolumità. Le mogli e le mamme hanno una certa sopportabilità che non va oltre la vaniglia. Già con il “tuttifrutti” si corrono dei rischi, ma se usate degli aromi al pesce o simili, una mutilazione è il minimo che può capitarvi.

Dunque, per tutti questi motivi, meglio aromatizzare i cereali mettendo un po' di aromatizzante o di colorante nel contenitore dei grani cotti, con la loro acqua di cottura, quando quest'ultima è fredda, chiudendo ermeticamente. Nel giro di qualche ora saranno colorati ed aromatizzati.

Ovviamente, per un maggior effetto, raccomandiamo sostanze a base alcolica evitando quelli a base oleosa che non si diffondono in acqua.

La pasturazione

I cereali possono essere utilizzati per la pasturazione esattamente come si fa per il mais. Si può usare un solo tipo di cereale, ma anche più cereali mischiati, anzi, a dire il vero, al mix possono essere aggiunti altri semi, come ad esempio, la canapa cotta e il miscuglio può essere aggiunto tranquillamente alla pastura per potenziarne gli effetti, ma l'uso migliore è quello di metterlo in acqua così com'è.

Ora, il problema è come impiegarlo, perché è praticamente impossibile fiondarlo, dato che i cereali vanno tenuti nella loro acqua di cottura perché non si asciughino. Il sistema migliore è quello di pasturare con la coppetta, ma anche qui bisogna mettere in atto un piccolo trucco, poiché i grani bagnati rimangono appiccicati alle pareti dello scodellino.

Il miglior sistema è quello di raccogliere un po' d'acqua dalla superficie una volta che lo scodellino è giunto a destinazione. Questo fa sì che i grani si stacchino dalle pareti e basta piegarlo lateralmente perché tutto il contenuto si riversi in acqua.

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La lenza

Pensiamo che si sia intuito che la pesca con i cereali è una pesca abbastanza raffinata e di precisione. Non che le altre specialità della pesca al colpo siano rozze, anzi, tuttavia, quella con i cereali, è una specialità che richiede un po' più di preparazione rispetto ad altre.

Il galleggiante, ad esempio. Meglio scegliere dei modelli con antenna abbastanza grossa piuttosto che quelli con un'antenna fine in plastica piena o in fibra di vetro. I migliori in assoluto per la pesca con i grani sono i galleggianti con antenna in plastica cava, quelli a filo interno, per intenderci.

Questo tipo di antenna ha una particolarità tecnica che è utilissima. Il galleggiante va tarato nel modo seguente: con l'amo innescato con un grano di cereali (questo vale anche per la pesca con il mais), si mettono pallini di piombo fino a che l'antenna va in taratura “a bolla”, cioè spunta dalla superficie dell'acqua solo l'apice.

Successivamente si misura il fondo in modo che l'amo (e solo lui!) tocchi il fondo. In questo modo, l'esca è appoggiata al fondo (ma senza avere appoggio di finale a terra) e non grava più sul galleggiante che, privato di questa leggera zavorra, mostrerà un po' più di antenna rispetto a prima.

La porzione di antenna che esce dall'acqua, di solito da mezzo ad un centimetro, rappresenta l'appoggio sul fondo. Al minimo affondamento o al più piccolo sollevamento dell'antenna deve seguire la ferrata.

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E' evidente, quindi, che in questa pesca ciò che deve essere privilegiato è la stabilità della lenza che si può ottenere con una piombatura bassa realizzata con un pallino del n°9 al nodo del finale e da un bulk a tarare circa 15-20 cm sopra.

Anche il finale deve essere corto: 20 cm con fili dallo 0,09 allo 0,11 se si cercano carassi o scardole, salendo fino ad uno 0,14 qualora nel mirino ci siano le carpe. Anche l'amo segue la stessa logica e se fino ad ora abbiamo detto che pescare con il mais o con un altro tipo di cereale cambia poco, nel caso dell'amo ciò non vale.

Si deve tenere presente che nel caso del mais peschiamo con un'esca piuttosto grossa e pesante dentro la quale è facile celare un amo nascondendolo completamente alla vista del pesce. Non è così nel caso di orzo, grano, eccetera. Intanto, l'esca più piccola pretende una amo di misura ridotta (dal n° 20 al 16) e poi è quasi impossibile nasconderlo all'interno.

Per questo, visto che il colore di questi cereali tende al chiaro, è consigliabile utilizzare ami nichelati, possibilmente opachi, a gambo medio-corto e curva rotonda innescando un chicco, ma anche due, trapassando trasversalmente la cariosside. Naturalmente, raccomando l'uso di ami di provata robustezza per le carpe.

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Quando

Se dovessimo prendere ad esempio quello che accade con il mais, verrebbe da pensare che anche tutti gli altri cereali possano essere usati più o meno sempre. In realtà, come abbiamo detto in apertura, il fatto che i ciprinidi, soprattutto le carpe, si prendano anche in pieno inverno con il mais dipende dal largo uso che si fa in ogni stagione di questa esca.

Non è così con gli altri cereali, almeno fino a che queste esche non saranno di uso comune, per cui indichiamo con quella estiva e d'inizio autunno le stagioni d'elezione. Si tratta, tuttavia, di provare, perché, soprattutto con gli inneschi misti tipo un chicco di grano con un bigattino, o altri più o meno fantasiosi, anche d'inverno, in carpodromo, possiamo avere delle gradite sorprese.

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