Corpo robusto, fusiforme e leggermente compresso, il tonno rosso è un pesce di taglia notevole, che può superare i 50 anni di vita e arrivare ai 700 kg per oltre 3 m di lunghezza.
La bocca non molto ampia è provvista di un’unica serie di piccoli denti conici, presenti anche sulle ossa interne del palato. La colorazione è blu scura sul dorso, grigio-argentea sui fianchi.
Il tonno predilige acque temperate e subtropicali ed è sensibile ai cambiamenti termici e di salinità; è una specie pelagica che vive in mare aperto, a profondità anche superiori ai 500 m, ma si avvicina alla costa nelle stagioni calde, e alterna periodi in cui vive in branco e periodi di relativo isolamento.
La Pesca a Drifting
È la tecnica maggiormente utilizzata per la pesca al tonno, e viene effettuata mediante pasturazione dalla barca, in deriva oppure ancorata, che impiega esclusivamente sardine.
La cosiddetta “strisciata”, ovvero la pasturazione preliminare, consiste nel lanciare in acqua una certa quantità di sardine spezzate, mentre la barca risale la corrente. Si arresta quindi il natante e si comincia a buttare in acqua una sardina alla volta, alternandone alcune intere a molte sminuzzate.
Sono necessarie almeno tre canne scelte in base al sistema di combattimento che si vuole utilizzare (con la sedia di combattimento o il sistema stand up), diverse per lunghezza, azione e conformazione del piede.
La potenza deve essere scelta in base alla stazza delle probabili prede, dalle 30lb per i tonni di branco, fino ad arrivare alle 50-80 per i tonni giganti.
I mulinelli adeguati per potenza alle canne, devono essere solidi e presentare una discreta capienza, capace di offrire una riserva di monofilo anche nelle situazioni più difficili.
Per i terminali si usa il nylon, meglio se al fluorocarbonio, con un carico di rottura da 100 a 200 lb a seconda della mole delle prede. Anche l’amo varia tra le misure 7/0 e 10/0 in acciaio e perfettamente affilato.
Per l’innesco il sistema più usato è quello di mettere sull’amo una sola sarda montata a pancia in su, perché in questo modo scende verso il fondo assumendo lo stesso assetto di quelle libere impiegate come pastura.
Traina con gli Artificiali
È una tecnica utilizzata per la pesca di tonni in branco dai 20 ai 50 kg. La presenza di pesce è segnalata in primis dai gabbiani, a volte in mangianza, a volte in cerca di prede, oppure dalle chiazze di olio di sardina ben visibili perché l’unto in mare lascia una macchia omogenea e limpida.
Un valido aiuto è rappresentato dall’ecoscandaglio, che indica con precisione a quale profondità e dove stanziano i branchi di pesce, le cigliate, le secche e le batimetriche.
Per la traina con gli artificiali si usano in genere i minnow muniti di paletta pronunciata, e quindi affondanti, o artificiali che nuotino in superficie come i kona head, trainati ad una velocità tra i 6 e i 12 nodi.
Se il mare lo permette si possono calare dei teaser, una serie di polpetti montati in linea senza amo, che fungono da richiamo per i predatori. Se il mare è mosso è possibile ricorrere ad artificiali attrattori, dotati all’interno di sferette mobili, da utilizzare sulle canne più corte.