La da riva per molto tempo è stata un po’ una tecnica occasionale nel senso che le catture avvenivano per lo più pescando altri pesci, come ad esempio tentando di insidiare aspi o grossi lucci in ambienti con la presenza accertata anche del predone venuto dall’Est.
Con il passare del tempo gli appassionati si sono accorti che poteva veramente crearsi una sorta di tecnica specialist ed anche le aziende hanno iniziato a costruire canne ed artificiali adatti proprio a questa tecnica che definire estrema potrebbe davvero rappresentare un eufemismo…….
Tuttavia lo , è una vera e propria caccia che deve tenere conto delle abitudini di questo grosso predatore, normalmente adagiato sul fondo melmoso dei grandi fiumi del piano e di molti canali e interessato al movimento solo negli orari più a ridosso della tarda sera e della notte oppure in presenza di acque alte e velate che molto spesso in primavera e anche in tardo autunno quando le buone piogge smuovono le portate e creano delle piene tutto sommato non disastrose, caratterizzano gli habitat di questo pesce.
Proprio in queste condizioni, la pesca del siluro si fa molto più interessante e stimolante con una presenza costante in caccia dei grossi esemplari che si collocano in tratti di fiume dove gli argini o le prismate rocciose, offrono un riparo ai piccoli pesci che spesso si imbrancano e che dunque possono essere predati anche sotto il primo strato superficiale, con grandi sciacquii e possenti scodate.
Normalmente però questo tipo di pesca deve essere praticata con l’artificiale che deve lavorare a stretto contatto del fondo, cercando il pesce nelle grosse buche oppure sotto i piloni dei ponti che creano sbarramenti intermedi e che permettono una sufficiente quota di mangianza meglio localizzata lungo le pareti di cemento, dove il siluro si posiziona staccato da terra per cacciare con tranquillità.
Certamente da non sottovalutare anche i numerosi spot di schiuma biancastra che si possono facilmente individuare in superficie, specialmente nei pressi delle città, laddove una certa forma di scarico alimenta grandi quantità di pesce foraggio in sospensione, in un tipo d’acqua non del tutto ottimale e cristallina e quindi molto adatta a celare i predatori in caccia.
Il siluro, predilige proprio questo tipo di ambiente e si mantiene proprio a contatto di queste correnti d’uscita e anche lungo la scia che si crea nel fiume, attaccando un po’ ovunque e molto spesso in buona frenesia alimentare.
Da non sottovalutare, poi, gli incroci d’acqua caratterizzati dagli inserimenti di piccoli e medi affluenti (anche cittadini) che spesso entrano con un elemento liquido di diversa colorazione e/o temperatura, creando una lingua d’acqua in contrasto e dunque alimentando sempre la presenza di mangianza, quale anche i cavedani che in stagione si mantengono in corrente e bollano in superficie.
Tuttavia, il periodo caratterizzato dai cambi di luce e poi quello notturno rimangono in assoluto quelli di maggior movimento del siluro, che protetto dall’oscurità ed avvantaggiato delle proprie doti sensoriali, quali i lunghi barbigli e la linea laterale, preda indisturbato.
In questo contesto, si gioca generalmente sul pesante, utilizzando spesso grossi ondulanti appesantiti con una piombatura a monte per lasciarli lavorare bene a contatto del fondo, o scegliendo direttamente quelli di tipo doppio come i padelloni della martin tipo ardito doppio metallo che pesano molto e offrono un elevato contrasto alla corrente, dunque lavorando bene con discreta lentezza.
Non sono assolutamente da sottovalutare, poi, i minnows dotati di timone di profondità in grado di scendere bene verso il fondo (3-4 mt.) e anche “raspare” con la paletta l’alveo, sollevandone delle piccole nuvole di sabbia (rapala barra magnum 11 cm. 20 gr. – rapala magnum 14 cm. 36 gr. – rapala sliver 13 cm. 17 gr. – rapala deep tail dancer 11 cm. 22 gr.) Naturalmente molto validi anche i grossi artificiali siliconici montati su pesanti testine piombate.
Le canne devono essere robuste ed adatte a combattimenti prolungati e forti ed i mulinelli devono essere robusti ed affidabili. Avere a che fare con un grosso siluro agganciato pescando da terra non è uno scherzo.
Tanto per farvi un esempio potremmo tranquillamente impiegare canne e mulinelli destinati alla pesca a spinning…dei tonni!
La pesca a spinning dalla barca, che magari tratteremo in futuro, consente al pescatore di affrontare molti più spot e soprattutto di farlo “dalla parte giusta”, oltre a consentire un recupero molto più agevolato, grazie al fatto di avere dalla nostra la mobilità della barca che ci aiuta molto in caso di ferrata di un grosso esemplare che si lascia andare in corrente.