Mare in Scaduta con Canna Bolognese

Pesca alla Bolognese 7

La pesca in scogliera con la è una delle tecniche più belle ed emozionanti, anche per l’imprevedibilità delle catture e per le numerose incognite che nasconde.

Scegliere bene il giorno e soprattutto l’orario di pesca può essere determinante ai fini della riuscita della nostra battuta. Il momento migliore per pescare dalla scogliera, già l’abbiamo detto molte volte, si ha con il , fenomeno che si verifica quando grazie alla rotazione dei venti il mare, da mosso, torna calmo in breve tempo.

Le acque sono velate, l’onda ancora presente e la corrente è tale da consentire al pescatore di pasturare e pescare bene ed ai pesci di reperire cibo senza fatica.

Pesca alla Bolognese 5

Fino a qui tutto semplice, il difficile è capire quando inizia e quando finisce, specie per chi, come chi scrive, non abita sul mare. La tecnologia ci viene comunque in aiuto e le web cam delle località di mare ed i siti meteorologici possono fornirci con grande attendibilità tutte le informazioni necessarie per tentare di pianificare, almeno sulla carta, un’uscita con buone possibilità di riuscita.

Tanto per capirsi, sul sito www.ilmeteo.it, è possibile anche avere, per le località di mare, l’altezza dell’onda ora per ora ed incrociando questo dato con quelli relativi a venti e previsioni meteo generali tracciare un quadro complessivo necessario per capire quando dover partire per cercare di prendere la scaduta dall’inizio alla fine, particolare importantissimo in quanto se riusciamo a pescare per tutta la scaduta, le possibilità di cattura aumentano a dismisura.

La scelta dello spot

Non basta comunque essere sulla scogliera al momento giusto e pescare, se non scegliamo con grande attenzione il posto di pesca.

All’inizio della scaduta, con il mare ancora formato, quasi ovunque si può realizzare qualche cattura, ma con il procedere del fenomeno, solo i punti che manterranno un po’ di corrente ad uscire e di schiuma superficiale saranno in grado di garantire la cosa più importante, cioè la continuità di pesca con possibilità di realizzare qualche cattura fino al termine della scaduta.

Pesca alla Bolognese 4

Quindi meglio perdere dieci minuti per scegliere con grande attenzione lo spot che saltare sul primo scoglio utile ed iniziare a pescare.

Se conosciamo il posto, occorre memorizzare precedenti esperienze o nostre o di colleghi pescatori e sfruttare questa conoscenza, altrimenti sarà il nostro spirito di osservazione a guidarci in questa importantissima scelta.

Piccole insenature, scogli semi sommersi a distanza da riva con ai lati franate improvvise, punte di scogli che si protendono verso il mare sono tutti punti che generano corrente e schiuma, quindi da tenere bene in considerazione.

Cogliere l’attimo

Arrivati in scogliera occorre predisporre tutta l’attrezzatura in maniera razionale in modo da ovviare immediatamente a qualsiasi imprevisto senza perdere del tempo prezioso, perché il tempo perso in scaduta non si recupera più.

Pesca alla Bolognese 3

Scelta una posizione comoda dove poggiare i piedi, occorre allungare il guadino, che deve essere lungo, leggero e dotato di una testa che monta rete in nylon a maglia larga, indispensabile per non creare problemi in fase di risacca.

Normalmente si affrontano le scadute con bolognesi di sette metri ad azione strong, abbinate a mulinelli a bobina larga caricati fino all’orlo con dello 0.18 senza memoria.

Stabilita la montatura da impiegare, che generalmente è sempre la stessa, conviene montare due canne uguali con la stessa identica lenza, in modo da poter subito impiegare l’altra in caso di qualsiasi problema.

Un gilet multitasche aiuta molto nel razionalizzare le scorte, avere tutto a portata di mano e limitare gli spostamenti, sempre pericolosi sulle scogliere rese scivolose dalle onde. Anche l’abbigliamento deve essere scelto con cura: capi tecnici impermeabili, leggeri e traspiranti e scarponi con suola antiscivolo garantiscono di passare una bella giornata di pesca al riparo da ogni imprevisto.

 
 

Galleggianti, lenze e pasturazione

Come galleggiante si hanno sostanzialmente due opzioni: la classica pallina rossa piombata o un galleggiante tradizionale da almeno 2-3 grammi, o sferico – ellittico o a forma di pera rovesciata più o meno pronunciata.

Se per tanti anni ho impiegato la pallina adesso, grazie anche al confronto con alcuni amici sono giunto alla conclusione che quest’ultima ha la sua validità soprattutto pescando in bassi fondali con poco piombo e molto distribuito, mentre il galleggiante, magari abbinato ad una spallinata più o meno lunga a seconda della profondità, della corrente presente e della velocità con cui si intende raggiungere il fondo, rappresenta la scelta ideale in tutte le altre situazioni, tanto da diventare insostituibile dove il fondale supera i 3 metri.

Pesca alla Bolognese 6

Il galleggiante, se scelto nelle forme sopra menzionate, grazie anche alla deriva che deve essere in carbonio, risulta molto stabile in acqua ed in corrente, consentendo anche di operare in lieve trattenuta.

Oltre a canne, galleggianti e lenze, l’altro particolare da tenere bene in considerazione è la pasturazione che deve essere effettuata con molta attenzione, avendo cura di gettare le larve tra la schiuma della risacca in modo che sia questa a trascinarli verso la linea di corrente ad uscire che stiamo sfruttando con la nostra lenza.

Contrariamente a quanto si possa pensare la pasturazione non deve essere mai massiccia, ma moderata e continua: solo l’arrivo di tanto pesce magari di branco (ad esempio grosse occhiate) può essere l’occasione di forzarla un po’. Una quindicina di larve ad ogni lancio possono rappresentare la giusta dose per partire.

Pesci & azione di pesca

L’approccio alla scogliera con mare in scaduta è tipico: trovata la giusta posizione sulla scogliera si monta la canna e si inizia a pescare appoggiando la lenza sotto i nostri piedi e verificando dove conduce la corrente di risacca.

Pesca alla Bolognese 1

Fatti due o tre lanci (a volte, come è capitato a noi l’ultima volta, si vede anche la mangiata) e capito il tutto si inizia a pasturare e da lì inizia la giornata di pesca. Se le mangiate arrivano occorre essere in grado di sfruttare al meglio questa situazione, quindi evitate di perdere tempo, utilizzate lenza madre e terminali che vi permettano di sfruttare l’azione strong della vostra bolognese e forzate i pesci appena potete, in modo da non permettere ai saraghi, una volta abboccato, di intanarsi.

Ogni lancio 10 – 15 larve sotto i piedi fino a quando la corrente è presente, poi quando cala, la linea di pesca può allontanarsi, specie se si opera su una franata di scogli. Un segnale importante su dove pescare ce lo offre anche la schiuma che si forma ad una certa distanza da riva e vi rimane senza sparire, rigenerandosi di continuo.

Pesca alla Bolognese 2

Normalmente in superficie si possono notare anche detriti che si spostano in modo ciclico, facendoci capire che lì c’è un giro d’acqua dove pian piano vanno a finire tutti i bigattini lanciati in acqua come pastura e non mangiati dai pesci.

Saraghi di diverse specie, spigole, occhiate, cefali, orate e qualche gradita sorpresa che è in grado di offrirci sempre la pesca in scogliera sono le prede più ricercate dai tanti appassionati che praticano questo tipo di pesca.

L’ultima raccomandazione, che poi si rifà al titolo dell’articolo, è quella di riuscire sempre ad essere pronti a sfruttare al meglio e senza intoppi il periodo temporale che caratterizza la scaduta di mare, una sorta di attimo fuggente, che deve essere colto al volo.

Pesca alla Bolognese 3 Pesca alla Bolognese 4 Pesca alla Bolognese 5 Pesca alla Bolognese 1 Pesca alla Bolognese 2 Pesca alla Bolognese 6 Pesca alla Bolognese 7

Articoli correlati