I monofili utilizzati nella pesca al tocco rispondono esattamente a tre esigenze differenti, ossia quella di avere un monofilo per il mulinello, un monofilo per creare le lenze ed un monofilo per i terminali.
Monofili per il mulinello
Per il mulinello si sceglierà un monofilo a seconda del tipo di tecnica da praticare. Per pescare sottovetta si adotterà un monofilo di un colore opaco per aumentarne la visibilità e far comprendere al pescatore dove sta muovendo la lenza.
I diametri ideali sono compresi tra uno 0,22 ed uno 0,30 da scegliere a seconda dei gusti personali e delle esigenze peculiari della tecnica maggiormente adottata.
Il monofilo per pescare sotto-vetta deve presentare una rigidezza piuttosto elevata, per trasmettere prontamente la ferrata.
Chiaramente la rigidezza non dovrà neppure essere estrema, altrimenti il monofilo del mulinello non s'imbobinerebbe a dovere e creerebbe fastidiose parrucche.
Per essere sicuri che un monofilo sia adatto alla pesca al tocco, occorre estrarne una metrata dalla bobina e sottoporre a tensione una settantina di centimetri tirando con le mani. Il monofilo deve allungarsi in maniera non eccessiva. In tal modo saremo sicuri della bontà del monofilo. Inoltre è necessario che il monofilo presenti una memoria bassissima, ovvero non si deformi dopo un uso prolungato.
Nel caso in cui sarà necessario lanciare la lenza e quindi quando si pescherà a rodolon, col pendolino od a bandiera, allora sarà necessario un monofilo meno rigido, di diametro compreso tra lo 0,20 e lo 0,22 e non per forza colorato. La scelta ricadrà sui monofili utilizzati nella disciplina della Trota Lago.
Monofili per la lenza
Per costruire le lenza, ossia corone, spezzoni con pallettoni o spiraline, montature a bandiera od a pendolino, si adotterà un monofilo preferibilmente trasparente di diametro compreso tra lo 0,20 e lo 0,22. Anche tale filo dovrà essere piuttosto rigido in modo da trasmettere prontamente la ferrata al terminale.
Monofili per il terminale
Per i terminali si adotteranno monofili più sottili dello 0,20 sino ad arrivare a diametri sottilissimi in caso di acque cristalline o trote molto diffidenti.
La rigidezza del monofilo dovrà essere piuttosto elevata. Una buona alternativa ai classici monofili può essere rappresentata dall'utilizzo del Florocarbon, che presenta una maggiore resistenza all'abrasione rispetto al monofilo tradizionale e dunque viene rovinato meno dai denti delle trote.
I garisti adottano spesso il Fluorocarbon proprio per tal ragione, considerando le moltissime catture che vengono effettuate conseguentemente.
Una proprietà fondamentale che deve presentare il monofilo da terminale è una buona tenuta al nodo. Per testare tale tenuta si può effettuare un semplicissimo test. Si estrae dalla bobina una metrata di filo ed al centro dello spezzone estratto si crea un nodo. Quindi si tende il filo con le mani.
Se il filo resiste quasi come senza il nodo avremo una prima conferma della bontà del filo. Una seconda e definitiva conferma l'avremo rovinando il monofilo con i denti in prossimità del nodo. Se anche in tal modo il monofilo non si spezzerà immediatamente sotto trazione, allora avremo la sicurezza che si tratta di un ottimo monofilo.
Da quanto detto, s'evince che la montatura per la pesca al tocco è quasi sempre costituita da tre parti, ognuna delle quali presenta un monofilo peculiare e con diametro a scalare verso il basso. Ossia il monofilo del mulinello sarà più spesso di quello della lenza, che a sua volta presenterà un diametro maggiore rispetto al monofilo del terminale.
Quest'accortezza sarà molto utile in caso d'incaglio. In effetti si perderà solo la parte di montatura incagliate e non tutto il resto.
Quasi tutti i pescatori all'atto della scelta del filo, basano molta attenzione al carico di rottura dello stesso.
Questo mito è da sfatare, perché un test di laboratorio sul filo può essere solo ed esclusivamente indicativo e non garantisce che se un filo presenta un carica di rottura di 1 kg, consentirà di salpare un pesce di pari peso.
Questo perché i nodi riducono sostanzialmente la tenuta del monofilo ed in più un pesce può esercitare una tensione ben superiore al proprio peso se è molto muscoloso ed in più sfrutta anche la corrente per la fuga. Dunque nella scelta del monofilo, l'esperienza pratica rimane sempre la migliore maestra.