Ci sono esche che si sposano perfettamente tra loro, offrendo la possibilità di eseguire una pasturazione mista in grado di attrarre facilmente le prede a tiro di lenza; questo è il caso dei bigattini alternati alla canapa.
Non è certo un segreto che il bigattino sia l’esca più utilizzata dai pescatori, sia in fatto d’innesco che di pasturazione. Nonostante ciò, quando ci rechiamo a pescare, è opportuno richiamare i pesci aiutandoci con differenti forme di pasturazione.
Spesso è opportuno ricorrere agli sfarinati, al pellet o, addirittura, al mais. In base al periodo dell’anno e al genere di preda che vogliamo insidiare, è possibile scegliere una fonte alimentare piuttosto che un’altra.
Non molti pescatori, però, soprattutto in Italia, conoscono il grandissimo potenziale dei semi di canapa bollita. Questo prodotto, molto più utilizzato come ingrediente delle pasture che come “soggetto” proprio per pasturare, si sposa benissimo con un richiamo fatto a base di bigattini sfusi e lanciati con la fionda.
I più grandi fautori della pasturazione a base di semi di canapa sono, da sempre, i pescatori inglesi. Indipendentemente da ciò, anche nelle acque italiane è possibile ottenere grandi risultati, richiamando i ciprinidi con una pasturazione alternata di canapa e bigattini, innescando poi quest’ultimi all’amo.
I semi di canapa, che allo stato naturale si presentano duri come sassi e galleggianti in acqua, una volta bolliti, si aprono rilasciando l’olio contenuto all’interno, ammorbidendosi notevolmente ed acquistando un buon peso specifico che ne permette l’affondamento in acqua.
Peso specifico similare
Differentemente da altre esche come il pellet o il mais, la canapa ha un peso specifico molto più prossimo a quello dei bigattini sfusi. Anche se rispetto a questi ultimi è comunque più pesante, la differenza è veramente minima se paragonata a quella delle altre esche menzionate precedentemente.
Ciò agevola la precisione durante la pasturazione alternata, permettendo al pescatore di avvicendare fiondate di bigattini ad altre di canapa, senza dover variare la tensione degli elastici della fionda tra il lancio dell’una e dell’altra esca.
Inoltre, pescando in acqua corrente, una volta valutata la spinta della massa liquida, è possibile lanciare sia i bigattini che la canapa nello stesso punto, dato che l’effetto della corrente produrrà uno spostamento verso valle identico per entrambe le fonti alimentari.
Tutto ciò permette di concentrare il richiamo molto facilmente, evitando di allargare troppo la zona pasturata, rischiando di disperdere le prede in lungo e in largo.
Ottimo potere nutritivo
Sia la canapa che i bigattini offrono un ottimo potere nutritivo per le prede, aspetto che rende queste esche molto ricercate da qualunque genere di pesce.
Se, in più, consideriamo che all’apporto proteico delle larve la canapa aggiunge un’ottima dose di oli e grassi, possiamo essere certi che l’istinto di nutrimento dei pinnuti, specie di quelli più pesanti, che sono sempre alla ricerca di cibi ricchi, porterà a tiro di lenza una buona concentrazione di prede.
Un altro aspetto molto importante da considerare è che la pasturazione a base di canapa e bigattini rende bene in qualsiasi periodo dell’anno. In effetti, sia che si tratti dei mesi freddi che di quelli caldi, queste due esche hanno sempre un’ottima resa, differentemente da altre fonti di pasturazione che variano decisamente il loro potenziale attrattivo in base alle stagioni e, conseguentemente, alle temperature dell’aria e dell’acqua.
Canapa: dalla cottura all’utilizzo
Quando acquistiamo la canapa bollita, questa è conservata in un barattolo di latta sigillato all’interno del quale i semi vengono imprigionati insieme all’acqua e agli oli rilasciati dagli stessi dopo la bollitura.
Se la canapa è di primissima qualità, il procedimento di bollitura subito è avvenuto direttamente dentro lo stesso barattolo che ci troviamo in mano, in modo che tutte le sostanze ed i principi nutritivi dei semi siano rimasti all’interno dell’involucro ed il prodotto non abbia perso alcuna delle sue qualità; anzi, con il passare del tempo i semi avranno avuto il modo di assorbire nuovamente le sostanze sprigionate durante la cottura, aumentando poi il potere attrattivo a contatto con i pesci.
Una volta aperto il barattolo e versata la canapa in una bacinella che la conterrà per tutta la sessione di pesca, sarà necessario sciacquarla abbondantemente con acqua, in modo di lavarla e renderla meno appiccicosa alle mani ed alla fionda che dovrà lanciarla in acqua.
Soprattutto nei mesi più caldi dell’anno, però, una volta lavata, è buona regola mantenere la canapa all’ombra, meglio se riparata da un panno umido che le permetta di preservare una temperatura costante.
Questo alimento, infatti, come tutti quelli ricchi di oli e grassi, è molto delicato e mal sopporta il caldo e le alte temperature, seccandosi e deteriorandosi in pochi minuti se esposto al sole.
Macinare la canapa
Abbiamo parlato della pasturazione a base di canapa e bigattini prendendo in esame quella classica e cioè effettuata con la fionda. Nonostante tutto è possibile gettare in acqua le esche anche con la coppetta, chiaramente se la pesca viene svolta con la roubaisienne, oppure aggiungere queste due esche all’interno di una pastura che, poi, in un secondo tempo, le veicolerà in acqua.
Se consideriamo queste due soluzioni è possibile “trasformare” i semi di canapa in una poltiglia triturata, macinandoli con il “Bait Crusher”. Il vantaggio di macinare i semi di canapa sta semplicemente nel rendere l’alimento ancora più fine, ammorbidendolo ulteriormente ed estrapolandone al massimo gli oli.
In questo modo è possibile accrescere il potere attrattivo nei confronti dei pesci, velocizzando oltre ogni limite i tempi nei quali il richiamo aromatico deve svolgere la propria funzione.
Un segreto sulle fionde
Come ho accennato in uno dei precedenti paragrafi, la precisione e la facilità d’esecuzione durante la pasturazione ha un’importanza notevole. Per questo motivo, se decidiamo di pasturare con bigattini e canapa sfusi, utilizzando la fionda, è consigliabile prestare attenzione ad un aspetto importante.
Il fondello della fionda, da molti spesso trascurato, svolge una funzione primaria nel facilitare una pasturazione precisa ed una rosata di esche compatta e raggruppata. Il nostro consiglio è quello di utilizzare due fionde differenti, una per il lancio delle larve ed una per quello dei semi. Tali fionde devono differire principalmente per i fondelli.
Quella per i bigattini deve avere un fondello morbido e traforato, per facilitare il lancio dei cagnotti che in questo modo otterranno meno resistenza in aria e viaggeranno verso l’acqua in modo più compatto.
Il fondello della fionda per la canapa, invece, deve essere di materiale sempre morbido, ma non bucato. Ciò permette di gestire meglio la canapa durante la manipolazione in quanto umida, evitando che durante il lancio si appiccichi, come accadrebbe con un fondello bucato, disperdendosi in aria.
Bigattini “ubriachi” per l’innesco
Un altro piccolo accorgimento, questa volta però che non riguarda la pasturazione bensì l’innesco, è quello di scegliere alcuni bigattini tra i più grossi e freschi per trattarli con l’acqua.
Una volta scelte le larve basterà metterle in una vaschetta insieme ad un po’ d’acqua, appena sufficiente a bagnarli, ma non a farli annegare. Il segreto è di coprirli appena, ma non di sommergerli completamente. In questo modo i bigattini berranno il liquido assumendo la capacità di galleggiare in acqua.
A questo punto, innescandoli all’amo, sarà possibile bilanciare il peso dell’insidia ottenendo un boccone naturale e più idoneo a trarre in inganno le prede, anche quelle più grandi e smaliziate.