In questo periodo i pesci, soprattutto i barbi se ne stanno in corrente e in luoghi dove il cibo è assicurato e la temperatura dell'acqua è fresca, quindi dobbiamo concentrare l'attenzione in tutti quegli spot caratterizzati da fondali ricchi di ostacoli sommersi, primi fra tutti i massi.
Lo spot per eccellenza è caratterizzato da una morfologia sconnessa dove scalini e massi taglienti la fanno da padrone, ma i pesci di taglia sono lì, quindi dobbiamo ingegnarsi per pescare, riducendo le perdite dei pesci e... degli accessori per realizzare la lenza.
Una lenza molto semplice, ma studiata nei minimi dettagli...
Risulta difficile parlare di una sessione a feeder dove il feeder non viene utilizzato. Il rendimento costante e l’efficacia semplice del ledgering sono indissolubilmente legate all’uso di una fonte di pasturazione molto vicino all’innesco, il che consente la massima precisione, rispetto ad altre tecniche, nel presentare i due elementi in questione (esca e pastura) sempre nel punto di massima produttività, basta seguire alcune piccole regole su meccanica della pastura e lunghezza del terminale specie in uno spot con la presenza della corrente.
Pescando in un fondale molto accidentato e farlo usando feeder e pastura è altamente sconsigliato. Nello spot oggetto dell’articolo le percentuali di incaglio e conseguente perdita della zavorra sono vicino al 50%, mentre la pastura viene rapidamente dispersa dalla corrente.
Se pensiamo che con due canne si ricarica il feeder ogni 20’ circa ecco che in 8 ore di pesca siamo vicini ai 50 lanci, il che vuol dire perdere più di venti pasturatori.
Al di là del costo si lascerebbero sul fondo una quantità di plastica e piombo non sostenibile per uno spot così circostanziato e dalle dimensioni limitate. Ecco che è doveroso attingere ad altre forme di pasturazione, per garantirci una fonte di richiamo efficiente nei pressi del rig, che andiamo a prendere in prestito da altre tecniche di pesca, quali il carp fishing.
La costruzione della montatura segue un ragionamento preciso che porta ad assemblare un sistema pescante il più pratico e funzionale possibile se rapportato al tipo di fondale. Se le probabilità di incagliare la zavorra sono così elevate è molto facile che l’innesco abbia una grande probabilità di occultarsi nelle fessure e negli spazi che si trovano fra un sasso e l’altro.
Vero che barbi e carpe sono abituati a “stanare” il cibo in questa tipologia di ambiente, ma se esca ed amo non sono in posizione ottimale il rischio altissimo, dopo quello che l’esca non venga individuata, è che venga aspirata male con la conseguente inefficienza di rotazione e auto ferrata.
Purtroppo da riva non possiamo controllare il posizionamento della montatura, ma possiamo costruirla per fare in modo che questa possibilità sia ridotta al minimo.
Partiamo con il posizionare sulla lenza madre uno stopper in gomma di misura adeguata al diametro della lenza stessa. A seguire infiliamo una girella scorrevole munita di sgancio rapido o quick change alla quale assicurare il terminale meglio se dotato di conetto anti tangle. Segue una generosa perlina di battuta prima di legare la girella con moschettone alla quale andremo a legare il piombo (meglio se plastificato) munito della corta sicurezza fornita da un attacco di diametro minore rispetto a quello della lenza madre.
Il termine “di sicurezza” è coniato per indicare il salvataggio del terminale, anche con pesce allamato, in quanto questo spezzone di diametro ridotto è quello che si deve rompere in caso di incaglio, una sorta di fusibile onde evitare di non sapere quale sarà il punto di rottura, evitando quindi di lasciare sul fondale alcuni metri di filo, e soprattutto di portare a riva il pesce una volta ferrato pur perdendo la zavorra che, per ottimizzare al meglio tutta la montatura, può essere costituita anche da un sasso di peso adeguato.
Nello specifico ci sono alcune proporzioni di cui tenere conto. Lo spezzone di nylon di diametro minore deve essere di circa 20 cm, in questo caso parliamo di uno spezzone dello 0,25 a fronte di una lenza madre dello 0,40. Il terminale, a lenza stesa, deve essere lungo tanto da sopravanzare la zavorra di altri 20 cm, questo per avere la certezza che lo stesso lavori sul fondale e non sollevato.
L’ultimo problema è costituito dal fatto che, se non applichiamo un altro piccolo accorgimento, durante la discesa il piombo può portare anche l’innesco a infilarsi dove non deve a causa dell’effetto trascinamento innescato dalla massa della zavorra.
Onde evitare la cosa serve posizionare lo stopper in alto ad almeno 50 cm sopra la girella di collegamento del tratto più sottile che lega il piombo. Se attacchiamo all’amo un sacchetto in PVA pieno di pellets o boilies, in fase di volo dopo il lancio, per effetto della differenza di peso e soprattutto di massa fra piombo e sacchetto, questo tenderà a trascinare indietro il terminale verso lo stopper più alto e ad affondare più lentamente rimanendo verso l’alto durante la calata sul fondale, in questo modo l’amo andrà ad appoggiarsi sui sassi dopo il piombo evitando di intanarsi per effetto della forza impressa in rapida discesa e sfruttando massa e dimensioni del sacchetto come una sorta di salvagente bilanciato.
A PVA sciolto le probabilità che l’innesco sia in posizione ottimale sono altissime, in ogni caso controllando gli inneschi ogni 20’-30’ si evita di stazionare ore sul fondo senza essere realmente in pesca.
Il sacchetto in PVA può essere sostituito da un lungo stringer del medesimo materiale con una dozzina di boilies o pellets, è sufficiente avere l’accortezza di infilare lo stringer sull’amo formando due asole su entrambe le estremità.
Lo stopper in alto non ha solo la funzione di bloccare il terminale perché non vada troppo in alto durante la discesa ma, in fase di combattimento a causa della lenza madre sottoposta a maggiore tensione, permetterà al terminale di andare verso l’alto spostando il pesce dalla zona a rischio.
Con questo tipo di montatura, una volta individuata la giusta linea di pesca a bordo gradino, non abbiamo significatamente abbassato il numero degli incagli la cui percentuale è rimasta attestata intorno al 50%, ma abbiamo portato vicino al 90% la percentuale di recupero del terminale integro e quasi annullato completamente il numero dei pesci persi.
Ultima raccomandazione è quella di controllare, dopo ogni combattimento o incaglio, lo stato della lenza madre sopra la girella della zavorra, al minimo accenno al tatto di usura o di nylon spellato basta alzare lo stopper, tagliare un paio di metri di lenza e rifare due nodi per essere subito in pesca.