Dovo aver analizzato gli ambienti in cui vive e le sue caratteristiche morfologiche, andiamo ora a vedere quali sono le stagioni più redditizie per insidiarlo.
Partiamo dal presupposto che la pesca del luccio è praticabile tutto l'anno, nel rispetto dei periodi di chiusura, variabili da regione a regione. Quello che andremo ad analizzare quindi è il differente approccio in base alla stagione.
A seconda del periodo climatico e quindi delle condizioni meteo, le abitudini di questo predatore possono cambiare parecchio e, soprattutto, il luccio si può spostare da una zona all'altra del fiume o del lago, e cambiare, anche di molto, profondità di stazionamento.
Il luccio si riproduce nei mesi tra gennaio ed aprile (periodo variabile a seconda di diversi fattori) e nel pre-frega e post-frega, compie delle migrazioni che possono arrivare anche a diversi chilometri.
Questi spostamenti stagionali fanno si che il luccio possa “sparire” dalle zone in cui lo abbiamo pescato fino alla fine dell'anno, per poi riapparirvi 1, 2 o 3 mesi dopo.
Analizzando il rendimento dei mesi dell'anno dovremmo tenere ben presente che il periodo di divieto imposto da regioni e province, non sempre coincide con l'effettivo periodo di riproduzione del luccio, quindi dovremo essere noi, con il nostro buon senso, a decidere se posticipare o no l'apertura (o anticipare la chiusura) della pesca.
Come analizzato nel capitolo precedente, il periodo d' accoppiamento varia a seconda della temperatura dell'acqua, dell'andamento climatico delle stagioni, del livello idrometrico del lago o del fiume e di altre variabili meteorologiche stagionali. Non è raro, purtroppo, catturare delle femmine piene di uova anche un mese dopo l'apertura, soprattutto se la stagione è stata molto fredda.
La cosa migliore è raccogliere il maggior numero possibile di informazioni sul posto dove andremo a pescare per cercare di capire se, a stagione aperta, ci siano ancora lucci in frega oppure no. In questo ci verranno in grosso aiuto i social network, dove inevitabilmente vedremo foto di catture effettuate nell'immediato post-frega e potremo così dedurre se la deposizione delle uova è terminata o no.
Di solito prima e durante gli spostamenti del pre-frega il luccio si alimenta di più del solito, al contrario, nel post-frega, la sua attività di predatore può diminuire o essere intermittente, finché non si ristabilisce nelle consuete zone di caccia e riprende pian piano la sua attività a pieno ritmo.
Queste considerazioni sono fondamentali per capire il rendimento dei diversi mesi dell'anno e delle stagioni. Parlando grossolanamente di rendimento dei diversi mesi dell'anno, avremo in grandi linee, questa situazione: massimo rendimento nell'autunno: ottobre, novembre e dicembre.
Periodo di chiusura per la riproduzione in inverno (molto variabile da regione a regione e da stagione a stagione). Ottimo rendimento nella primavera (post-frega). Basso rendimento nell'estate. In realtà bisognerebbe valutare i mesi migliori analizzando in maniera specifica il periodo in relazione all'ambiente e alle temperature medie stagionali.
Quindi non si può parlare di periodi migliori se non li si contestualizza in un determinato ambiente e in una determinata situazione climatica.
L'analisi dei mesi che andrò a fare più avanti è quindi grossolana, e va aggiustata di caso in caso. Per esempio se un lago è situato ad un'altezza di 1000 mt/slm e le temperature sono sotto le media stagionale è facile aspettarsi un ritardo della stagione di pesca anche di un mese o due, e viceversa.
Partiamo dal periodo teoricamente peggiore, l'estate. Quando la colonnina di mercurio inizia a salire sopra i 25° e le acque iniziano a scaldarsi, lentamente, in nostro amico esocide (animale che predilige le acque fredde con temperature intorno ai 15°) inizierà a spostarsi alla ricerca di acque più fresche.
Nei laghi si sposterà nelle acque più profonde e nelle zone meno soleggiate, nei fiumi può spostarsi in acque correnti e nelle buche.
Questo periodo viene contrassegnato come poco produttivo, ma in realtà il luccio in estate si alimenta regolarmente. Quello che cambia in maniera sostanziale è la zona in cui staziona.
Soprattutto i grossi lucci, in estate, diventano spesso irraggiungibili, perché si vanno a rintanare in buche profonde o zone atipiche, ed è proprio questo fattore che ne rende difficile la cattura.
Al contrario, nei mesi caldi, è facile l'incontro con i “pinelli”, lucci fino a 40 / 50 cm che meglio si adattano alle acque calde e soleggiate.
A questa situazione fanno eccezione i laghi di montagna e alcuni fiumi, le cui acque si mantengono molto fredde anche in estate. Con un pò di esperienza e molta pratica è possibile raggiungere i nostri tanto sognati Big Pike anche in estate, ma bisogna tener presente che (con l'eccezione dei fiumi e dei laghi di montagna) andremo a tirar fuori dei pesci da buche o termoclini molto profondi, sottoponendo la nostra preda ad uno shock termico notevole, che unito a quello batimetrico, può essere spesso letale.
Il mio consiglio è quello di limitare la pesca estiva agli ambienti più freddi come laghi e fiumi di alta quota, e alle ore più fresche della giornata. Oppure, se si pesca in acque calde, di indirizzare la nostra azione di pesca nello strato superficiale dell'acqua, utilizzando esche di superficie come jerk, crank galleggianti e hard bait metalliche di piccole e medie dimensioni.
La primavera: marzo inoltrato, aprile, maggio (e giugno). Sono solitamente dei mesi ottimi per insidiare l'esocide, ma con un rendimento intermittente.
C'è il rimescolamento delle acque causato dall'aumento della temperatura, ci sono gli spostamenti (a volte chilometrici) del post-frega, c'è quindi un riambientamento del luccio da una zona all'altra.
Teniamo presente che nella maggior parte delle regioni la pesca del luccio nel mese di marzo è ancora chiusa. In questo periodo di transizione l'individuazione del luccio può essere complessa, e l'umore del nostro predatore può rivelarsi assai apatico. Non è raro in questo periodo vedere i lucci inseguire le nostre esche senza attaccarle, o prenderle a colpi di becco senza addentarle.
E' un periodo questo, dove la pesca del luccio è molto tecnica. Dobbiamo capire dove cacciano e quali sono esca e tipo di recupero più appropriati per far scattare l'istinto predatorio e quindi un'abboccata decisa.
L'autunno: settembre, ottobre, novembre.
E' la stagione TOP per la pesca del luccio, sia come numero di catture che come taglia l'autunno è in grado di regalare le più belle sorprese. Di solito questa stagione è caratterizzata da un crescendo di attività man mano che il freddo aumenta.
Il mese di settembre spesso si comporta come un mese estivo, soprattutto quando le temperature sono sopra la media stagionale, ma la situazione cambia rapidamente con l'arrivo dei primi freddi e delle prime piogge autunnali. I mesi di ottobre e novembre sono invece caratterizzati da un alto rendimento che cresce e si stabilizza con l'avanzare della stagione.
L'acqua si raffredda e il luccio inizia ad alimentarsi prediligendo grosse prede. E' il momento delle grosse esche siliconiche, imitazioni di trote e altri pesci, shad colorati e creature in gomma di dimensioni ragguardevoli, fino a 30 cm di lunghezza ed oltre, se vogliamo fare una selezione nelle dimensioni delle nostre prede.
L'inverno. Il mese invernale di dicembre e gennaio.
Anche in questo caso bisogna verificare i periodi di divieto regionali e provare ad accertarsi che per qualche motivo i nostri esocidi non abbiano anticipato la frega (evento abbastanza raro, riferito al mese di gennaio).
Il freddo caratterizzerà le nostre uscite di pesca. L'abbigliamento pesante e tecnico sarà il nostro più fido alleato in questo periodo, dove non sarà raro passare intere giornate di pesca a temperature sotto lo zero.
Per quanto riguarda la pesca la situazione è più o meno la stessa dei mesi autunnali, con la differenza che in alcuni ambienti, dove le temperature scendono abbondantemente sotto lo zero, il luccio tenderà a cercare acque più calde, allontanandosi dalla superficie, dove la temperatura dell'acqua è prossima allo zero.
In queste situazioni estreme si replica al contrario quello che avviene in estate, quando l'acqua superficiale è troppo calda e il luccio cerca riparo in profondità, nelle acque fresche sottostanti il termoclino.
Il luccio tenderà a cercare in profondità temperature più miti, prossime ai 10 / 12°C e per fare ciò si dovrà allontanare dalla superficie di una certa misura, variabile in base all'ambiente in cui si trova.
Anche in questo caso, come in estate, pescando molto profondi, c'è il rischio di sottoporre la nostra cattura a uno shock termico e batimetrico notevole, meno rischioso di quello estivo, ma sempre potenzialmente letale.
Per esperienza ho notato che a differenza della situazione estiva, lo shock termico invernale, da una temperatura calda (10 – 15°C) ad una fredda, prossima allo zero, non provoca particolari disagi al nostro luccio.
D'altro canto, lo shock batimetrico dovuto alla depressurizzazione veloce ha il medesimo rischio “luccio gasato” sia in inverno che in estate.