L’Autunno, con l'arrivo di periodi di piogge anche intense, i fiumi si gonfiano alzandosi di livello fino a sporcarsi. Per l’appassionato di pesca al siluro inizia un periodo che può essere ricco di notevoli soddisfazioni.
Prima di iniziare a trattare l’argomento occorre fare una premessa ben precisa e cioè che il comportamento dei siluri durante una piena, nel tempo è cambiato notevolmente, e con questo anche la loro attività predatoria che raggiunge gli apici in momenti ben precisi.
In queste situazioni i nostri siluri tendono principalmente a cacciare nelle prime ore dell'arrivo dell'acqua, per poi avere una fase intermedia di bassa attività probabilmente dovuta al fatto di essersi cibati in abbondanza, per poi riprendere durante la fasi di calata del fiume, un po’ come fanno le trote in torrente quando un violento temporale alza e sporca la acque.
Il fiume che sale….
Quando l’acqua a causa delle piogge inizia a salire e di conseguenza a sporcarsi sempre di più, il siluro può sfruttare questo importante vantaggio per andare a prendere di sorpresa le proprie prede, agevolato dall'intorbidirsi delle acque ed al radunarsi dei pesci foraggio.
La durata del periodo di caccia dipende molto anche dalla temperatura dell’acqua: con acque particolarmente fredde può essere molto intensa con pesci in caccia ovunque, ma solo per un breve periodo, e quindi in questi casi è obbligatorio riuscire a cogliere il momento giusto per essere in pesca.
Se invece l’acqua ha una temperatura sopra i 15 gradi, tipica del periodo del primissimo autunno, i pesci se ne stanno in caccia anche per un periodo molto più lungo ma con un’attività molto meno intensa che nel caso precedentemente descritto.
Quando poi la piena ha raggiunto il suo apice e il fiume rimane per un po’ su alti livelli, i pesci hanno mangiato in abbondanza e le prede possibili sono isolate e nascoste nei posti più impensabili, diminuendo di fatto le possibilità di predazione. Questo è il momento più difficile per l’appassionato pescatore di siluri, che deve solo aspettare che il fiume inizi a calare.
Il fiume che scende……
Questo è il momento migliore in assoluto soprattutto per la qualità del gesto tecnico di pesca: il fiume lentamente torna nel propro letto, le golene si svuotano ed i pesci foraggio sono costretti, dal diminuire del livello delle acque fuoriuscite dal letto del fiume durante la piena, ad uscire e tornare nelle acque fluviali vere e proprie.
Spesso scelgono di farlo proprio all'ultimo minuto, e quasi sempre in punti ben conosciuti sia dai pescatori….che dai predatori, a cui non par vero riuscire a sfruttare con grande facilità quella che per loro è una grande occasione di cacciare e quindi nutrirsi con il minimo sforzo possibile.
Terminali ed esche
Pescando con il vivo, indispensabile naturalmente pescare alla boa. In questo caso i terminali utilizzati sono i classici per la pesca alla boa con amo ed ancoretta regolabili ed un piombo di circa 100 grammi, la lunghezza standard è di circa 1/1,50 metri di kevlar o treccia con un carico di rottura di 100 kg.
Il terminale più adescante è quasi sempre quello senza piombo e quindi con l’esca completamente libera di nuotare in superficie. Utilizzando quest’ultimo, molto spesso è possibile sentire il siluro che attacca l’esca quasi fuori dall’acqua con il tipico risucchio, ancor prima che l’avvisatore segnali l’abboccata.
A spinning….
In condizioni del genere consigliamo, specie pescando dalla barca, di provare i posti migliori magari insistendo un po’ed evitando quindi quelle lunghe derive che spesso tutti i pescatori eseguono. Meglio andare a privilegiare un minor numero di posti, ma sfruttarli con più calma con barca all'ancora.
Molte volte, un passaggio rallentato induce il siluro ad attaccare il nostro artificiale. Agendo in deriva con il fiume alto e veloce, l'azione spesso è troppo svelta.
Un altro consiglio da seguire è quello di utilizzare artificiali che abbiano un buon nuoto a basse velocità di recupero, tipo siliconici o minnow snodati.