Scuola Nodi: i più Importanti nel Surfcasting

Nodo

Nella pesca, i nodi fanno parte del bagaglio tecnico obbligatorio che ciascun angler deve possedere. Entriamo nel dettaglio per capire quali sono le differenze che fanno preferire certi nodi ad altri, e quali sono i passi fondamentali da compiere per la realizzazione.

Prima di tutto dobbiamo distinguere tra quelli che hanno funzione di giunzione, altri adatti ad essere eseguiti su occhielli e altri ancora che servono a fermare ami dotati di paletta o bloccare qualcosa su qualsiasi filo.

NODI DI GIUNZIONE

Servono a unire due fili tra di loro, e devono avere la caratteristica di essere molto resistenti ma allo stesso tempo molto filanti e contenuti nella dimensione, in modo che possano passare negli occhielli della canna quasi senza essere avvertiti.

Hanno la funzione di unire lo shock leader alla lenza del mulinello.

Tra i nodi di giunzione più comuni:

– nodo Albright, serve per unire lenze di spessore diverso, ideale quindi per collegare lo shock leader alla lenza madre. Si crea un’asola con la lenza più grossa, si fa passare all’interno quella più sottile, quindi si compiono svariati giri all’interno dell’asola.  Dopo aver infilato il capo della lenza sottile di nuovo nell’asola, non rimane che umidificare e tirare forte

– nodo di sangue, è indicato per unire lenze di spessore simile o con differenza di diametro minima. Grazie alla sua particolare resistenza, viene sfruttato dai più esperti per unire la lenza madre dei mulinelli rotanti, accidentalmente rotta in punto “centrale”.

Si avvolgono uno di fronte l’altro i capi delle lenze che ci interessa “saldare” per circa 7-8 passaggi, poi si crea uno spiraglio al centro della treccia, e si fanno passare i capi del filo, uno che va dall’alto verso il basso, e l’altro nel senso opposto

– doppia giunzione uni, è utile per unire fili di diametro uguale o nettamente diverso. Si realizza facendo attenzione di fare solo 2 volute nella lenza più grossa, e 4 in quella più sottile, altrimenti il nodo diventerebbe troppo grande.

Si sovrappongono le lenze creando un’asola e vi si passa il capo della lenza all’interno per 4 volte, sempre facendo attenzione che anche l’altro filo sia inglobato tra le spire. Si bagna e si stringe forte. Successivamente si esegue lo stesso procedimento con l’altro filo e infine si accostano i due nodi

– nodo Champion, è molto usato fra chi pratica il long casting perché consente di fare una giunzione contenuta nelle dimensioni con fili di spessore molto diverso.

Per realizzare questo nodo bisogna formare una pallina riscaldando con una fiamma la lenza più grossa; poi si esegue un nodo uni che avrà come “fine corsa” l’ingrossamento creato con la fiamma

– nodo slim beauty, è indicato per unirelenze di diametro molto diverso. Si fa un doppio nodo semplice sulla lenza più grossa, si tira fino ad ottenere la classica forma ad 8.

Al suo interno si fa passare il filo sottile che si attorciglia per 6-7 volte verso l’alto, poi si ferma con le dita e si ritorna indietro per altre 3 volte, facendo passare il capo nella prima spira che si è formata sopra il nodo ad 8. Si tira l’estremità della lenza sottile e si accostano per bene le spire.

 
 

NODI ESEGUITI SU QUALSIASI TIPO DI OCCHIELLO

Sono impiegati per legare ami con occhiello e girelle. Devono possedere doti di tenuta ma anche di compattezza in modo da non creare punti di appiglio per i terminali.

Tra i più usati ricordiamo:

nodo clinch, molto facile da realizzare: basta creare una serie di avvolgimenti dopo aver infilato un’estremità del filo per una o due volte all’interno dell’occhiello, e poi infilare questa nel primo spazio tra lenza e lenza subito dopo l’occhiello. Si tira forte il filo più lungo, ed è fatto

– nodo palomar, è il più resistente in assoluto per legare occhielli, questo perché ha due volute all’interno dell’occhiello che lega. Si piega il filo in due per una decina di centimetri e si fa passare la stretta asola così ottenuta, nel buco che ci interessa. Poi si crea un nodo semplice con entrambi i fili, e si fa attraversare l’asola dall’oggetto che intendiamo legare.

NODI DI STOP

hanno la funzione di trattenere in modo sicuro tutti gli ami a paletta. Poiché hanno la caratteristica di scivolare a stento sulle superfici sulle quali vengono eseguiti, possono essere usati anche per fermare gli snodi su una trave, oppure bloccare qualunque cosa su lenze, stecche e tubicini.

I più comuni sono:

– nodo snelling, ha la caratteristica di non scivolare una volta sottoposto a sforzo, ed è quindi ideale, oltre per legare ami, anche per fermare gli snodi al trave. Si crea un’ampia asola e si accosta all’amo o al trave; poi si prende una parte dell’asola e si avvolge attorno all’oggetto per un minimo di 6 volte, badando di fare l’avvolgimento a risalire verso le dita della mano che tiene fermo l’amo.

– nodo ligure o arenicola, è il migliore in assoluto per far risalire gli anellidi sul filo. Si taglia la porzione di filo che ci interessa e si accostano le due estremità all’amo, facendo in modo che una esca più dell’altra.

Si avvolge sopra l’amo la parte di filo che abbiamo deciso uscisse di meno, e si tira l’estremità che fuoriesce di più, fino a stringere fortemente il nodo. Noteremo che è rimasta una piccola asola da serrare: dobbiamo tirare l’altro capo del filo fino a farlo arrivare all’interno della prima spira.

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