La pesca al tocco è fortemente influenzata dai cicli naturali stagionali, che impongono al pescatore di adattare la tecnica di pesca all'umore della trota da adescare. Volendo trattare stagione per stagione la pesca al tocco, è possibile presentare la seguente classificazione.
Autunno
Per consentire alle trote di riprodursi, la pesca alla trota è vietata in quasi tutto il territorio italiano nel periodo compreso tra la prima settimana di Ottobre e l'ultima di Febbraio. Quindi in autunno è praticamente impossibile praticare la pesca al tocco;
Inverno
La stagione della pesca alla trota comincia generalmente l'ultima domenica di Febbraio, con quella che per molti pescatori è un rito sacro: l'apertura. Nel periodo invernale che intercorre tra l'apertura e l'avvento della primavera, le acque di fiumi e torrente sono molto fredde ed inibiscono il metabolismo dei pesci, che dunque sono poco appetenti.
Ciò accade soprattutto durante il disgelo, periodo nel quale fiumi e torrenti presentano la cosiddetta “acqua di neve”, ossia un'acqua lattiginosa e molto fredda, legata allo scioglimento delle nevi d'alta quota. In questo periodo non è semplice adescare le trote intorpidite dal freddo. Per praticare la pesca al tocco, bisogna scegliere i momenti più caldi della giornata in cui le trote potrebbero essere più attive e spostarsi anche in acque correnti.
Altrimenti, nel periodo invernale, le trote stazioneranno per lo più nei pressi di grandi buche, dove la corrente è debole e non richiede sforzi notevoli. L'alimentazione avverrà attraverso il cibo naturalmente trasportato dalla corrente nei pressi della zona di stazionamento. Quanto detto vale per le trote selvatiche, nate e cresciute nei corsi d'acqua.
Per quanto concerne le trote immesse attraverso ripopolamenti, bisogna precisare che esse si ritrovano improvvisamente in un ambiente diverso dalla vasca dell'allevamento intensivo nella quale sono cresciute e cercano di adattarsi come meglio possono. In un primo monento, non essendo abituate alla corrente ed avendo una muscolatura ridotta, oltre a pinne rovinate o malformate, tenderanno a stazionare in acque con corrente ridottissima.
Inoltre mosse dall'istinto primordiale e dallo spirito di competizione alimentare tipico di un allevamento intensivo ove chi primo arriva sul cibo meglio mangia, prediligono esche in forte rotazione soprattutto controcorrente. Anche per esse vale chiaramente il principio che il freddo rallenta il metabolismo e dunque il punto migliore per adescarle rimane il fondale.
Primavera
Con l'aumentare delle temperature, le trote tenderanno a riprendere l'attività predatoria, allontanandosi sempre più dai fondali e dalla tane invernali. In questo periodo la pesca al tocco regala fantastici momenti di pesca. I punti da preferire per calare le lenze sono indubbiamente le mollaie dietro grossi massi, le cascatine, e le acque in prossimità delle sponde, dove sono presenti le tane. In effetti, le trote, come tutti gli animali, seguono istintivamente quello che potrebbe essere definito come il “Principio dello sforzo minore”.
In poche parole stazionano laddove il corso d'acqua fornisce molto cibo e la corrente non è potentissima, in modo da risparmiare energie. Quindi la mente del pescatore deve focalizzarsi sulla ricerca dei punti di stazionamento a sforzo minore, sul presentare l'esca nel migliore dei modi e sul mimetizzarsi il più possibile, avvicinandosi all'acqua senza far rumore.
Per quel che concerne la presentazione dell'esca è bene distinguere tra trote immesse e trote selvatiche. Le prime, come già precisato, prediligono spesso esche in vorticosa rotazione controcorrente, mentre le seconde, avvezze a ciò che offre la natura, prediligono esche presentate il più naturalmente possibile e quindi o in passata naturale o simulando un pesciolino in difficoltà.
Estate
L'estate può essere un ottimo periodo per la pesca alla trota al tocco, laddove i livelli non calano eccessivamente, le acque rimangono ossigenate ed il caldo non è eccessivo.
Indubbiamente le ore migliori per praticare la pesca al tocco sono quelle dell'alba e del tramonto, in cui il caldo e la luce non sono troppo forti e non disturbano le trote. In estate avviene poi uno dei fenomeni più amati dagli appassionati della pesca al tocco: il temporale.
A seguito di un temporale, le acque divengono limacciose e trasportano molto cibo, soprattutto insetti e vermi. In questo momento le trote perdono il controllo alimentare sempre per via del “Principio del minimo sforzo”. Ovverosia la quantità di cibo è elevatissima e quindi si mangia il più possibile per accumulare preziose scorte energetiche. I momenti seguenti ad un temporale sono favolosi per la pesca al tocco, anche perché talvolta regalano la cattura di qualche “vecchia” trota di grossa taglia.