Soprattutto in condizioni di pesca difficili o particolari è sempre bene avere con se delle esche alternative al solito bigattino, sicuramente il più impiegato in assoluto, ma non per questo valido per tutte le occasioni.
I lombrichi
L'esca forse più antica, ma non per questo meno importante, si trova oggi in varie forme, dal piccolo vermino vispo e scodinzolante, lungo non più di tre o quattro centimetri, alle cosiddette “mamme” che sono quasi dei serpenti boa e che sono venute in auge da quando in molti fiumi sono comparsi i pesci gatto americani di grandi dimensioni. In mezzo a queste due estremità ci sono diverse razze di lombrichi di taglie e vitalità diverse: dal verme di letame, al veronese, eccetera.
Ogni varietà ha caratteristiche diverse sia dal punto di vista della pesca che da quello della conservabilità. Vediamoli uno per uno.
I vermini
Vengono utilizzati, per lo più, in competizione, quando c'è da dare un'alternativa al bigattino. Il carassio di canale è quello che risponde meglio all'innesco di questo verme e, spesso, il “polpetto”, cioè l'innesco di tre o quattro di questi lombrichi effettuato a metà corpo può essere risolutivo di fronte a pesci che non ne vogliono sapere di abboccare.
Il movimento convulso di questo innesco convincerebbe anche un pesce morto a mangiare. Interessante anche l'utilizzo di questo lombrico, con esemplari di taglia maggiore, in abbinamento ad uno o due bigattini, per insidiare le grosse breme.
Questi vermi sono reperibili nei negozi in piccole scatole contenenti i vermi nel loro humus e, in questa forma, possono essere mantenuti per un paio settimane, a patto che non vedano luce e non siano esposte a fonti di calore.
Per una conservazione lunga, devono essere messi in un'ampia scatola da esche, coperti da un miscuglio al 50% di terriccio e terra o sabbia. In questo modo, se tenuti al fresco, possono andare avanti mesi, se date loro da mangiare e questo si fa mettendo ogni tanto nella scatola delle foglie di insalata, bucce di mela o, meglio ancora, appoggiando sulla terra mezza mela dalla parte del taglio.
Dovete semplicemente controllare che l'umidità della terra non sia mai eccessiva né che sia troppo asciutta. Data la ristrettezza dell'ambiente, consigliamo di non dare da mangiare ai vermi pomodori o agrumi perché l'acidità di questi frutti ne decreterebbe la morte.
I piccoli vermi si trovano anche in un altro tipo di confezione, cioè in scatole di plastica sottile coperte con un coperchietto in plastica trasparente. Sono gli stessi di cui abbiamo parlato prima, ma sono la loro versione “tenera”. Quando la pesca si fa difficile sono assai più graditi dei “duri” ai carassi, per questo se ne vedono circolare molte confezioni sui campi di gara.
La loro conservazione si fa esattamente come nel precedente caso, ma ricordatevi sempre che sono assai più delicati, quindi, durante la pesca, teneteli sempre al riparo da luce e calore.
I “veronesi”
Sotto questo nome vengono venduti lombrichi di diversa pezzatura, ma mai piccolissimi. Sono tra i vermi più utilizzati in ogni genere di pesca indirizzata al pesce di taglia medio-grande. Oltre che essere graditissimi ai pesci, hanno una serie di pregi che sono alla base del loro successo.
Innanzi tutto sono molto resistenti all'innesco e mantengono inalterata la loro vitalità per ore, inoltre resistono discretamente a temperature elevate e all'esposizione al sole (comunque sempre da evitare).
Oltre a queste qualità ne hanno un'altra che è quella relativa alla loro conservabilità e, se li mettiamo nelle condizioni idonee, che sono poi quelle sopra descritte per i vermini piccoli, è lunghissima.
I vermi di letame
Il loro uso è un po' declinato negli ultimi anni, non tanto perché siano stati superati da altri tipi di lombrico, quanto perché la loro reperibilità è diventata difficile a causa di regolamentazioni molto severe in merito alla tenuta dei letamai. Insieme ai vermi che si trovano tra le foglie marcescenti sono il top per certi tipi di pesca.
Il carassio ne va letteralmente matto e quel liquido giallo (non propriamente gradevole al naso degli umani) che emettono al momento dell'innesco, ma anche con la semplice manipolazione, è ciò che scatena l'aggressione dell'esca da parte dei pesci.
Il problema principale è quello della conservazione che è estremamente difficile perché questi vermi (nonostante il posto nel quale prosperano) sono delicatissimi e difficilmente si possono far sopravvivere oltre i due o tre giorni dalla raccolta, ovviamente, se tenuti al fresco.
Le “mamme”
I gattoni dell'Arno pisano hanno portato alla ribalta questi enormi lombrichi di terra, grigiastri, lunghi come una luganega. Si trovano unicamente in confezioni di polistirolo e questo già la dice lunga sul fatto che il calore rappresenta un'insidia mortale per questi vermi. In effetti, la loro conservazione è brevissima, spesso ridotta ad un paio di giorni, soprattutto se fa caldo.
Come costruirsi una “lombricaia”
Gli allevamenti di lombrichi sono una realtà abbastanza diffusa nel nostro Paese e lo scopo non è solo quello di produrre vermi per la pesca sportiva, ma quello della produzione del prezioso humus che si usa in agricoltura.
Tuttavia è abbastanza semplice, se si ha un orto o un giardino, produrre in proprio i vermi per le uscite di pesca.
Abbiamo bisogno di una cassetta di legno dalla qualetoglieremo, preferibilmente, il fondo. Si interrano le pareti per una ventina di centimetri e si riempie di terra aggiungendo, di volta in volta, i lombrichi avanzati dalle pescate.
Tenendo la terra costantemente umida e aggiungendo residui vegetali per la nutrizione, nel giro di due o tre mesi potremo attingere al nostro mini allevamento prelevando quello che serve per innescare, riportando l'avanzo.
Almeno una volta l'anno, l'allevamento deve essere rinnovato, sostituendo la terra vecchia con terra nuova nella quale si rimettono i vermi recuperati. La vecchia terra, che a questo punto è un humus, potete utilizzarla per le piante ed i fiori. E' eccezionale!