Inizia un percorso che ci condurrà in vari spot alla scoperta di una tecnica micidiale. Intanto seguiamo questa guida introduttiva.
E' uno dei sistemi di pesca più catturanti che siano mai stati inventati e si adatta a qualsiasi tipo di acqua e a quasi tutti i pesci. La sua efficacia lo rende micidiale soprattutto nelle forti correnti, dove è impossibile praticare altre tecniche, ma diventa micidiale anche in acqua ferma e lenta se praticata con la giusta cognizione di causa.
Vediamo da vicino quella che può essere considerata, se non la più grande, una delle più importanti invenzioni nella pesca con le esche naturali, cioè quella del pasturatore o feeder, se vogliamo chiamarla con il nome originale.
Tanto per cambiare si tratta di una tecnica inventata e sviluppata in Inghilterra, esportata in breve in tutta Europa dove ha trovato terreno fertile di sviluppo.
L'idea è semplice ed è quella di sostituire il piombo con un accessorio che abbia la duplice funzione di portare amo ed esca a distanze variabili a secondo del punto in cui stazionano i pesci, ma soprattutto di servire da punto di richiamo offrendo loro della pastura o qualsiasi altro tipo di cibo.
In altre parole, contrariamente a quanto si fa con la normale pesca alla passata dove la pasturazione serve ad attirare i pesci nei pressi del punto in cui peschiamo, pescando con il pasturatore abbiamo la possibilità di andare direttamente “in casa dei pesci”, lanciando anche a grandi distanze.
Ciò comporta più cose, innanzi tutto la possibilità di portare del cibo molto lontano dal pescatore grazie alla potenza di lancio della canna, in secondo luogo, di farlo con la massima precisione, terzo, con un dispendio di pastura ed esche estremamente limitato, perché non sono necessarie le grandi quantità occorrenti per attirare i pesci da lontano come accade in altre tecniche. Il poco che arriva direttamente ai pesci con il pasturatore è più che sufficiente a tenerli in attività.
Per quanto riguarda le regole generali, questa tecnica, dal punto di vista della canna da usare, dei mulinelli e dei fili da imbobinare ci si orienta su queste misure: canne da 3,60 a 4 metri vanno benissimo, come anche i mulinelli della misura da 2500 a 3000, tuttavia la pesca con il pasturatore, se effettuata in particolari condizioni, può necessitare di canne molto potenti e di mulinelli che possono andare fino alla misura 6000.
In altre parole, si tratta di una pesca per effettuare la quale possono essere necessarie canne e mulinelli prossime al beach legering, una tecnica piuttosto “pesante” molto simile al più famoso surf casting.
Basti ricordare che per pescare i barbi del fiume Po, pesci che abitano le correnti molto forti e profonde, talvolta occorrono pasturatori che superano i 150 grammi che, una volta riempiti di pastura, possono arrivare ad oltre 200 grammi.
Per lanciare tali zavorre senza rischiare l'integrità della canna e per avere la massima precisione possibile, è chiaro che occorre un attrezzo dall'affidabilità assoluta che, inoltre, abbiano la capacità di lottare con un pesce che può superare i quattro chili e che si dibatte sul fondo sfruttando con maestria la forza della corrente.
Tuttavia, saranno molto più numerose le occasioni in cui ci si trova a pescare in posti “normali” e, quindi, un attrezzo che sia capace di lanciare dei pasturatori di peso compreso tra i 30 e i 50 grammi copre quasi tutte le necessità del pescatore.
La pesca con il pasturatore, nel nostro Paese, come in quasi tutto il resto d'Europa, non è consentita in competizione, mentre in Inghilterra non c'è quasi mai questa interdizione. Il motivo è da ricercare nell'estrema efficacia di questa tecnica che annullerebbe, nella maggioranza dei casi, tutte le altre.
Praticamente è solo per questo che è vietata, ma ciò poco importa per chi va a pesca fuori dalle competizioni, anzi, è un metodo con il quale divertirsi e catturare quantità incredibili di pesce può essere un gioco da ragazzi.
I blockend feeder
Tra tutti i pasturatori, il tipo blockend è quello più conosciuto. Si tratta di un contenitore cilindrico forato chiuso alle estremità con due “tappi” anch'essi forati.
Normalmente vengono costruiti con plastica trasparente di colore neutro o tendente al bruno o al verde per mimetizzarsi sul fondo. Di solito, i blockend vengono usati per trasportare bigattini che poi, una volta che il pasturatore è giunto sul fondo, fuoriescono dai fori delle pareti.
I Blockend feeder si trovano in due modelli diversi: quelli cilindrici e quelli appiattiti a forma di parallelepipedo. L'uso dei due modelli è rivolto a situazioni diverse. Se nel posto di pesca non c'è corrente si possono usare i pasturatori cilindrici senza il rischio di rotolamento sul fondo, in corrente, invece, perché il pasturatore mantenga la posizione, occorre usare un blockend schiacciato che rimanga aderente saldamente al fondo.
Adeguare i fori
La velocità d'uscita dei bigattini dipende da diversi fattori. In primo luogo dalla dimensione dei fori: più sono di diametro grande, più veloce sarà lo svuotamento del pasturatore. Poi, anche la temperatura esterna e dell'acqua ha la sua influenza. Se fa caldo e i bigattini sono molto “agitati” e, magari, anche l'acqua ha una temperatura elevata, l'uscita delle larve sarà molto veloce e in meno di una trentina di secondi il pasturatore si svuoterà.
Un altro fattore di grande importanza nello svuotamento del feeder è la corrente. Più è forte è più “laverà” il pasturatore strappando da dentro le larve.
Se si vuole che lo svuotamento avvenga lentamente (questo accade, ad esempio, quando c'è poco pesce in giro) occorre usare dei pasturatori con i fori più piccoli o, molto più semplicemente, fare un giro di nastro isolante sul pasturatore chiudendo alcuni fori.
La zavorra
Nei blockend feeder il piombo può assumere due diverse posizioni.
Può essere applicato esternamente alla superficie lungo l'asse maggiore, oppure all'estremità inferiore. Nel secondo caso, si ha un pasturatore assai più facile da usare e, soprattutto, molto più preciso nel lancio perché non presenta “sfarfallamenti” in fase di volo, ma va dritto come un galleggiante all'inglese.
Tuttavia, nel primo caso, abbiamo un pasturatore che risulta assai più stabile in caso di corrente perché si adagia sul fondo coricato, mentre con il piombo terminale tende a stare dritto risultando più in balìa della corrente e disperdendo rapidissimamente il contenuto.
Ovviamente, nel caso dei pasturatori piatti, la zavorra può essere solo applicata lateralmente sotto forma di piastra.
Gli openend feeder
Sono identici ai blockend nella struttura generale, ma non presentano i “tappi” alle estremità. Sono stati realizzati per introdurre all'interno degli sfarinati più o meno pressati a secondo di quanto si desiderino lunghi i tempi di sfaldamento.
Nelle acque correnti occorre un impasto piuttosto bagnato che, dopo essere stato pressato all'interno, impieghi un tempo abbastanza lungo prima che la forza dell'acqua riesca a disgregarlo. In acqua ferma, invece, la pastura deve essere appena bagnata perché si sfaldi velocemente.
Naturalmente, all'impasto possono essere aggiunti dei bigattini, tenendo presente che la presenza di larve aumenta la velocità di disgregamento.
Nell'openend classico, l'eventuale zavorra non ha che una possibilità di essere applicata e cioè lateralmente alla superficie.
I cage feeder
La traduzione dall'inglese potrebbe essere: pasturatori a gabbia. In effetti questi accessori sono realizzati in rete metallica come quella di una gabbia.
In un certo senso, possono essere assimilati agli openend classici, ma con i cage feeder si ottiene un disgregamento della pastura assai più veloce perché la superficie a contatto con l'acqua aumenta notevolmente.
Con questo tipo di pasturatore si deve usare una pastura piuttosto collosa o, in caso di friabilità elevata dell'impasto, bisogna comprimerlo con una certa forza all'interno per evitare di perderlo durante il lancio.
Anche i cage feeder si zavorrano lateralmente con lastrine di piombo.
La precisione su tutto
Il segreto principale per ottenere il massimo risultato possibile pescando con i pasturatori, qualsiasi essi siano, è quello di essere più precisi possibile nel lancio cercando di far cadere il feeder sempre nello stesso punto. In questo modo si eviterà la dispersione della pastura o dei bigattini e si concentreranno i pesci in uno spazio limitato.
Per ottenere una serie di lanci precisi in distanza, basta bloccare il filo della bobina del mulinello nell'apposita clip, oppure segnare con il pennarello indelebile o con l'apposita “pastina” bianca, reperibile nei negozi di articoli da pesca, il tratto di filo corrispondente alla distanza desiderata, se non si vuole correre il rischio di un filo bloccato in caso di combattimento con un grosso pesce.
Per la precisione sul piano frontale, bisogna prendere un punto di riferimento sulla sponda opposta (un albero, un palo, eccetera) mirandolo al momento del lancio.
Essenziale è ricordare che per la massima precisione ci vuole un feeder di giusto peso: non troppo leggero per non dover forzare il lancio, non troppo pesante che vada dove vuole lui.