Quando un pescatore vuole andare oltre e provare a fare agonismo, deve entrare in uno stato mentale totalmente diverso dalla semplice pescata amatoriale e cercare di mantenere sempre alta la concentrazione e, soprattutto studiare sempre una strategia prima di ogni manifestazione agonistica...
L’agonista è un pescatore a cui piace competere e possiede una caratteristica fondamentale: ama lo sport! Nella pesca, a differenza di altre discipline, non è richiesta una particolare preparazione fisica, ma è invece determinante una preparazione mentale che serve ad effettuare le scelte giuste al momento giusto e a pianificare una strategia di gara.
La più grossa differenza tra la pesca “a ore” nei laghetti e la partecipazione ad una gara è il tempo. In una competizione, tutto deve essere svolto nel tempo datoci a disposizione dallo spostamento che può essere tanto, ma, talvolta molto poco; parlo della scelta della canna o della montatura da utilizzare, nello slamare, nell’innescare, ecc.
Lo scopo, oltre naturalmente al divertimento, è quello di catturare una trota in più degli altri per portare a casa un risultato (sia individuale che per squadra).
Nella pesca “per diletto” non si ha questo problema, in quanto lo scopo è quello di passare qualche ora a rilassarsi e a scaricare la tensione accumulata nei giorni della settimana lavorativa.
Come ci si Prepara ad una Gara?
Per prima cosa, nel caso in cui sia la prima volta che si gareggia in quel lago, è necessario raccogliere informazioni sul campo di gara: dimensioni, profondità, forma, colore dell’acqua, accessibilità, ecc.
A differenza di anni fa, oggi c’è una miniera di informazioni ottenibili semplicemente grazie ad un “click”: su internet sono presenti diversi siti che trattano l’agonismo della trota lago e si possono trovare precisi report su gare e campi gara in tutta Italia.
Un altro particolare determinante, riguarda il pesce di immissione: taglia, allevamento di provenienza, metodologie e ora di semina sono informazioni fondamentali per preparare accuratamente la strategia di gara.
Benché si tratti sempre di trote iridee, ciascun allevamento ha il proprio “marchio di fabbrica”, che si traduce in una maggiore o minore aggressività ed una tendenza a stazionare in superficie piuttosto che negli strati più profondi di acqua.
Anche il momento e la metodologia di semina sono importanti da conoscere: generalmente vale la regola che se la semina è effettuata al mattino della gara, i pesci immessi stazioneranno generalmente negli strati più superficiali di acqua e più facilmente si sposteranno a “branchetti”.
Se invece la stessa è effettuata la sera antecedente la manifestazione, i pesci avranno modo di distribuirsi in maniera più omogenea (non sempre!!!), seguendo le regole del periodo.
Per quando riguarda la modalità di immissione, per la quasi totalità dei casi avviene direttamente scaricando i pesci dal camion; in questo caso, ci sarà sempre la possibilità, anche nei laghi più grandi, di trovare pesci vicino alla riva.
Fanno eccezione alcuni laghi a pagamento, di dimensioni medio-grandi, in cui il pesce viene seminato tutto o in parte mediante l’uso di una barca munita di rete. Con questo tipo di semina i pesci seminati potranno stazionare ad una certa distanza da riva, rimanendo al largo.
Dimensioni Diverse...
La taglia del pesce utilizzata per le manifestazioni agonistiche è più piccola di quella usata comunemente nei laghetti a ore: nelle competizioni si usano generalmente trote dal peso di circa 100 grammi (le famose 10 al kg), anche se sovente e soprattutto nelle gare libere si utilizza una taglia anche minore.
La motivazione sta nel fatto che il quantitativo di pesce immesso va a peso; più la taglia è piccola, maggiore sarà il numero di trote che verranno seminate e conseguentemente maggiore sarà il numero delle catture.
Anche il quantitativo di pesce immesso non è un dettaglio di poco conto: sapere di pescare in un lago con “x” quintali, piuttosto che con “x2” quintali influenzerà di certo la preparazione della nostra attrezzatura!
Adattamento alla Gara
Ancor prima di prendere in mano le canne da pesca, abbiamo già fatto funzionare il cervello per immagazzinare diversi tipi di informazioni utili. Pensare di aver già risolto tutto sarebbe però un errore gravissimo.
La pesca non è una scienza esatta, ma uno sport dove esistono molte variabili! Non è a tavolino o mettendo insieme più dati che si arriva ad una strategia vincente: le informazioni raccolte sono utili, ma arrivati al campo gara bisognerà di fatto verificare dal punto di vista pratico i nostri ragionamenti.
E, cosa più importante, capiterà spesso di fare aggiustamenti o modifiche durante il corso stesso della gara. Questo, se ci pensate bene, è proprio il bello della pesca: non c’è mai nulla di sicuro e di scontato!
I Turni di Pesca
Ogni tipo di manifestazione agonistica alla trota lago, sia “libera” che di “campionato”, è caratterizzata da due comuni denominatori: Il primo, molto banale, riguarda il fatto che la pesca avviene su pesce immesso, che diminuirà progressivamente con il passare del tempo e a seguito delle catture effettuate dai concorrenti.
Il secondo invece riguarda i turni di pesca: questi ultimi non hanno una durata costante, ma sono più brevi all’inizio e più lunghi alla fine. Un caso? No, perché così facendo si cerca di bilanciare la gara, in quanto con molto pesce a disposizione (all’inizio) ci si sposta nei vari picchetti più frequentemente, lasciando invece più tempo per pescare sulle trote rimaste nei turni finali.
Tale metodologia permette a tutti i concorrenti di spostarsi in diverse zone del lago pescando in turni relativamente corti, consentendo così agli agonisti partiti in aree con poco pesce di avere la possibilità di raggiungere zone più pescose quando ancora le trote sono molto attive e cestinare quindi diverse catture.
Partenza e Ricerca
Appare chiaro quindi, come la gara sia formata da due momenti ben diversi, ma entrambi determinanti: la partenza e la ricerca.
La partenza corrisponde alle fasi iniziali della manifestazione, in cui il pesce è abbondante e normalmente propenso ad abboccare; in questi momenti il lago contiene il quantitativo massimo di trote che risultano aggressive e propense a mangiare: “Il tempo è… pesci!’’.
Questo detto sta a significare che in questa fase è necessario cestinare quante più catture è possibile.
La ricerca invece corrisponde a tutti quei momenti della gara in cui il pesce è ormai quantitativamente poco e/o sospettoso, con poca voglia di abboccare; l’azione di pesca sarà quindi meno frenetica e più tecnica, improntata a ricercare le trote superstiti.
Detto questo, analizziamo nel dettaglio che cosa succede in partenza: la nostra attrezzatura dovrà essere, di conseguenza, preparata per rispondere a un requisito: velocizzare l’azione di pesca. Ciò significa una cosa soltanto: cercare di effettuare il numero più alto di catture possibili!
Nella partenza, abbiamo però due “nemici”: il tempo e la voglia di strafare. Il perché è subito spiegato: come già detto, i turni iniziali sono quelli che hanno una durata minore, compresa generalmente tra 4 e 5 minuti.
Proprio in questo cortissimo lasso di tempo che dobbiamo dare il meglio di noi stessi per cestinare tante catture e non ci si può permettere distrazioni o perdite di tempo. La voglia di strafare, detta anche agitazione o frenesia, costringe molte volte (anche involontariamente) a cercare di velocizzare l’ azione di pesca o i movimenti senza averne in realtà molti benefici.
I più forti velocisti del panorama nazionale della trota lago, osservati durante questi concitati momenti, sorprenderanno per tre fattori: non fanno nulla di eccezionale! Sembrano fermi! Non fanno un movimento inutile o che non sia necessario!
Sembrerebbe una contraddizione, ma è però un fatto fondamentale e su cui ragionare: non è muovendosi più velocemente che si catturano più pesci, ma è essendo concentrati che si commettono meno errori. Certamente un fattore di tecnica è alla base.
Campi Gara
Considerando sempre la partenza, in un laghetto piccolo, indipendentemente dalla stagione, questo momento è di fondamentale importanza per l’esito finale in classifica. Il motivo è uno solo: con le dimensioni piuttosto piccole, sia come ampiezza che come profondità, il pesce è facilmente individuabile e di conseguenza catturabile.
Inoltre, dovendo effettuare un’azione di pesca a “corto raggio” (ovvero a poca distanza da riva), il numero delle catture è più elevato.
Nei laghi più grandi, dove difficilmente i pesci stazionano a poca distanza da riva, la partenza è meno frenetica, ma ugualmente determinante.
Già da subito occorrerà infatti cercare di captare i segnali della presenza di pesci: bollate, scie e movimenti dell’acqua potranno essere determinanti per indirizzare la nostra prima passata.
La ricerca comprende invece tutti i restanti turni di una manifestazione caratterizzati da catture via via più sporadiche e piuttosto limitate; in questi frangenti avere una buona tecnica è alla base del successo, proprio perché la nostra azione sarà rivolta a trote ormai spaventate, diffidenti e “punte”.
Generalmente, in questi momenti, il modo di pescare cambia radicalmente; sia nei laghi piccoli che in quelli grandi si passa ad utilizzare zavorre più leggere e terminali più lunghi e sottili.
Altro trucco è quello di cambiare colore e dimensioni al nostro innesco, che essendo diverso rispetto a quelli utilizzati fino a quel momento potrebbe rappresentare una vera e propria novità.
Lo scopo è sostanzialmente uno solo: presentare ai pesci rimasti un’esca che possa in qualche modo indurli ad abboccare.
Ma la Strategia di Gara è Sempre Uguale?
No, cambia a seconda della tipologia di competizione; prendiamo ad esempio le gare di campionato in cui ‘’ogni turno” è una classifica e una gara “normale” con classifica finale in base ai pesci.
Nel primo caso, la condotta di gara dovrà essere accorta dal primo all’ultimo turno, senza cali di tensione perché ogni pesce pescato potrebbe fare la differenza; nei turni finali, dove di solito le catture sono scarse, basta cestinare un pesce a coppia o addirittura a box per scavalcare importanti posizioni in classifica.
L’azione di “ricerca” è quindi determinante e prevalente sulla “velocità” e sulla partenza della gara, dal momento che non conta il numero di pesci, ma la somma dei piazzamenti ottenuti nei singoli turni.
Nel secondo caso invece, difficilmente la fase di ricerca prevale su quella di partenza, in quanto un concorrente molto veloce e/o partito in un punto del lago più pescoso di altri può accumulare un vantaggio di catture sugli avversari difficilmente recuperabile da questi quando l’azione di pesca diventa meno frenetica.