Il ledgering è una tecnica di pesca a fondo ma molto dinamica, ricca di spunti tecnici e di variabili di applicazione.
Nonostante le continue innovazioni di materiali, attrezzature e nuove tecniche ancora oggi la pesca sportiva è, per i non addetti ai lavori, sinonimo di noiosa attività da svolgere seduti sulle rive di un corso d'acqua nella paziente attesa che un pesce si dimostri interessato all'esca e abbocchi.
Al giorno d'oggi la tendenza è quella di sviluppare e diffondere tecniche sempre più specialistiche , spesso dedicate solo ad alcuni pesci o, nei casi più estremi, ad un'unica specie ittica.
Ancora adesso però, una delle tecniche più diffuse fra i neofiti , e non solo, è la classicissima pesca a fondo (PAF), quella facile da praticare e che ha per decenni dipinto la classica figura del pescatore paziente e statico.
Bene, da quella statica e “vecchia” (ma sempre valida per parecchie prede) tecnica è nata, nemmeno troppo recentemente, una tecnica specialistica molto dinamica, efficace e ricca di variabili interpretative e di applicazione: La pesca a ledgering.
Il ledgering, o legering o pesca a feeder (chiamatelo un po' come preferite), è una delle tecniche che al momento, in Italia, sta riscuotendo più successi, vuoi per la svariata tipologie di prede inisidiabili, vuoi per la sua valida applicazione negli ambienti più diversi, vuoi per i costi contenuti di un'attrezzatura base per iniziare.
Come nasce la pesca a feeder?
Il ledgering nasce in Inghilterra, patria di diverse tecniche di pesca al colpo, tra la fine degli anni '60 e i primi anni '70. Il nome della tecnica in verità, nella terra madre, non descrive unicamente la pesca a feeder, ma tutte le tecniche che prevedano l'utilizzo di una zavorra per far affondare l'esca.
La distinzione vera e propria la si ha solo dopo l'invenzione del piccolo accessorio che rappresenta il cuore pulsante della tecnica, il pasturatore o feeder.
I primi feeder vennero realizzati artigianalmente e ricavati da dei vecchi bigodini per i capelli. In seguito la fantasia e la necessità dei pescatori inglesi portò alla costruzione di diversi modelli di pasturatori, a partire da vecchi pezzi di rete da pollaio o dai rotolini dei vecchi rullini fotografici.
Visto il successo dimostrato immediatamente da questi particolari e innovativi accessori, le ditte produttrici di articoli da pesca iniziarono subito a mettere in commercio i primi modelli prodotti industrialmente.
Il concetto di base, e la vera forza della pesca col feeder, è quello di presentare al pesce esca e pastura contemporaneamente e in uno spazio molto molto ridotto. Concetto semplicissimo ma reso possibile solo alla brillante idea del feeder.
Molti restano scettici riguardo a questa pesca, perchè nonostante le evidenti differenze sia di attrezzature che di approccio, il richiamo alla classica PAF resta radicato... a meno di provare!
Basta impugnare una moderna canna da feeder e sedersi su un panchetto o su una comodissima sedia da legering per capire che in realtà siamo di fronte ad una tecnica dinamica, che fonde i principi tecnici della pesca “con zavorra” a quelli della pesca col galleggiante.
Questo accessorio infatti viene sostituito dai sensibili vettini delle canne da feeder, e le abboccate vengono percepite tramite questi alla stregua di un galleggiante che affonda, a volte in modo netto e plateale altre volte timidamente e altre ancora solo vibrando con leggeri sussulti.
Prossimamente parleremo in modo più approfondito della pesca a feeder, soffermandoci su attrezzature, ambienti, finali e accessori.