La pesca con la spirale di filo di piombo è diffusa in tutta Italia, ma a renderla unica in ogni suo particolare tecnico sono stati senza dubbio i pescatori veneti.
Questo perché hanno trovato nei suoi corsi d'acqua le condizioni giuste per diffonderla e perfezionarla in ogni sua variante.
Fondali caratterizzati da ghiaia e ciottoli di piccola misura danno sfogo alla morfologia di fiumi e torrenti molto larghi e con poca profondità caratterizzati, inoltre da correnti uniformi alternate a spianate e raschi che hanno fatto sì che gli ingegnosi inventori del rodolon pensassero di pescare in maniera naturale in passata a notevole distanza da riva o perlomeno dove le trote si posizionavano in pastura.
Niente di meglio che la spirale per fare tutto ciò.
Nelle varie grammature questa zavorra può essere realizzata in due modi diversi in relazione all'uso che intendiamo farne: lunga e sottile per la pesca in passata, corta e tozza per la pesca sotto la punta della canna.
Le ragioni sono abbastanza comprensibili, un piombo lungo e sottile è molto meno soggetto ad incagli anche se lanciato a lunga distanza, dove il controllo che il pescatore può fare tramite la canna risulta difficoltoso.
I diametri del fusibile di piombo da utilizzare per la realizzazione delle spirali da lancio sono: 0,8 – 1,00 – 1,25 mm. Mentre per le spirali da utilizzare a corta distanza, quindi sotto la vetta della canna sono: 1,50 – 1,75 – 2,00 mm. In genere si costruiscono spirali di peso variabile fra i 2 e gli 8 grammi che consentono nei due casi (corta e lunga) di pescare in ogni dove.
Per costruire le spirali basta avvolgere il filo di piombo su un'asta di un galleggiante per la pesca alla passata. Una volta raggiunta la misura desiderata tagliate il fusibile di piombo e riponete la spirale in un contenitore, dove ce ne saranno anche altre di diversa misura.
Oppure, inseritela direttamente sulla lenza madre e realizzate la montatura in questo modo.
Una volta inserita la spirale sulla lenza madre dello 0,20 legheremo una girella tripla del n. 18 dove fisseremo il finale di almeno un metro.
L'amo di dimensioni adeguate all'esca utilizzata (un n. 6 o un n. 8 vanno più che bene) verrà privato dell'ardiglione per un corretto catch and release.
Appena sopra il nodo della girella si consiglia di mettere un pallino sferico del n. 8 che funge da salvanodo.
La canna corta
La fotografia più significativa che esprime la filosofia della pesca a rodolon è un pescatore che di fronte ha un bel fiume del piano con le caratteristiche descritte in precedenza, una “bolognese” di 5,60 metri, un mulinello di taglia 3000 caricato con dell'ottimo monofilo dello 0,18 che sta lanciando una spirale di piombo a distanza.
Pescare a canna corta è tutt'altro che facile, richiede un buon senso dell'acqua e del pesce. Leggere un fiume di fondovalle non è come leggere un torrente di montagna o di media valle anche se, le sue difficoltà e peculiarità le presenta.
Dobbiamo tenere d'occhio i flussi di corrente, vedere dove ci sono delle depressioni del fondo, scrutarlo bene e far passare la nostra esca in tutti quelli anfratti più nascosti o con fondale più maturo, facilmente visibile dal colore dei ciottoli che compongono il suo letto.
L'azione di pesca
Una volta individuato il punto dove desideriamo far passare la nostra esca, si lancia più a monte, si lascia che il piombo tocchi il fondale e si inizia la passata.
Il contatto tra piombo, fondale e cimino della canna è fondamentale per far capire al pescatore che sta facendo le cose fatte bene. I lievi colpetti impressi sul cimino della canna ci fanno capire che la spirale sta scendendo verso valle trasportando con sé l'esca in maniera naturale.
Un colpo più violento o diverso dal solito è la mangiata del pesce, deve seguire una pronta ferrata.
Canna lunga
Sicuramente molto più semplice da gestire, la spirale di piombo con la canna lunga.
Di solito, questa zavorra viene impiegata nei torrenti alpini, comunque caratterizzati da fondali di ciottolo piccolo alternati a grossi massi che fungono da tana per le trote.
L'azione di pesca avviene sotto la punta della canna o poco fuori, si effettuano passate brevi nei punti dove riteniamo ci sia il pesce in caccia.
Manovrando una zavorra concentrata con una canna lunga, possiamo guidare la lenza e trattenerla lì, dove riteniamo più opportuno.